Quel che rende indissolubile le amicizie è la sicurezza - H. de Balzac

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I ragazzi non erano ancora usciti e lei stava congelando. Non credeva che l'inverno in quelle zone potesse essere così rigido. Altri che Cuneo...

Decise di chiedere all'autista del pullman di aprirle la portiera  per potersi sedere e aspettarli all'interno. In caso Aleksandar fosse uscito prima di loro, sarebbe scesa per salutarlo. Infatti sarebbero ripartiti subito alla volta del Piemonte.

Era quasi arrivata al pullman, quando qualcuno la chiamò.

Si voltò verso la direzione da cui proveniva la voce e riconobbe, con grande sorpresa, la reporter dai capelli rossi.

//Che cosa vorrà?//

Non aveva molta voglia di parlarle, visto come era andata la conferenza stampa, ma si costrinse ad essere educata e aspettò che la raggiungesse.

La donna le porse una mano fasciata da un guanto di pelle nera, che la ragazza strinse con circospezione.

<<Immagino sappia chi sono>> cominciò.

<<Sì. Quello che non so è cosa voglia da me>>

La rossa fece un sorriso sghembo e si aggiustò meglio gli occhiali sul naso.

<<Voglio proporle di rilasciare una dichiarazione>>

Alessia si stupì.

<<A che riguardo, scusi? Io non sono nessuno>>

L'altra donna rimase impassibile.

<<Sa bene che non è vero. Potrebbe approfittarne per chiarire come stanno le cose tra lei, Kiljc e la madre del bambino>>

La reporter fece una pausa, poi continuò:

<<Non mi guardi in quel modo. Non c'è voluto molto per scoprire che lei è la compagna di Nikola. A tal proposito, insieme all'articolo di domani uscirà una vostra foto. Le piace?>> le chiese, mostrandole il display della macchina fotografica.

L'immagine li ritraeva dopo la partita, quando Nikola le aveva accarezzato il viso.

Alessia strinse le labbra.

<<Allora? Cosa mi risponde? Sarebbe un'ottima occasione per marcare il territorio>>

La giovane fissò la sua interlocutrice, seria.

<<Non mi interessa. Grazie lo stesso>> così dicendo, la superò e riprese a camminare verso il pullman.

Ma l'altra la trattenne per un braccio.

<<Ne è sicura? La foto verrà pubblicata ugualmente>>

Lei rispose sicura:

<<Faccia come vuole. E' solo una foto>>

Poi si allontanò, senza più prestarle attenzione.


Finalmente i giocatori uscirono dal palazzetto e, come sempre, furono circondati dai fan alla ricerca di foto e autografi.

Alessia li osservò dal finestrino, in attesa che finissero. Poi si accorse che anche alcuni atleti umbri si trovavano sul piazzale; tra loro, scorse Aleksandar.

Si affrettò a scendere per andargli incontro e salutarlo. Non sapeva quando avrebbero avuto occasione di rivedersi; tutto sarebbe dipeso dalla griglia dei play-off e da come sarebbero andati quei match.

Il ragazzo la vide arrivare e sorrise, per poi abbracciarla. Sembrava tornato il giovane allegro di sempre.

<<Complimenti per la vittoria. Sei stato bravissimo>> gli disse.

<<Grazie! Anche se non sono sicuro che Nikola e Goran la pensino allo stesso modo>> ribatté lui.

<<Sono sicura di sì, sono solo amareggiati>> lo tranquillizzò.

Aleksandar la scrutò, in silenzio, per qualche secondo; poi assunse un tono serio.

<<Starai bene?>>

Lei allungò una mano per scompigliargli i riccioli castani.

<<Sì, starò bene. Non ti preoccupare e pensa al campionato>>

Lui rise e la strinse ancora una volta.

<<Abbi cura di te>> le mormorò all'orecchio.

Alessia annuì e poi tornò al pullman, dove Nikola, Goran e Juan la stavano aspettando.

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