La verità non ha sentieri:questa è la sua bellezza,che è viva-J.Krishnamurti

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L'incontro con Nataša era stato lungo e psicologicamente pesante. Decidere come muoversi in questo terreno sconosciuto e inaspettato aveva richiesto una buona dose di calma e di pazienza. Avevano deciso che la donna sarebbe andata a trovarlo dopo qualche partita o allenamento, in modo che il bambino si abituasse gradualmente alla figura del padre. Inoltre, Nikola avrebbe passato un po' di tempo con loro a Torino, ogni tanto, così da poter conoscere meglio il figlio in un ambiente tranquillo e casalingo.

Nataša avrebbe voluto velocizzare i tempi e lui aveva dovuto fare appello a tutta la sua diplomazia per farla ragionare; alla fine, ci era riuscito, anche se lei non ne sembrava entusiasta.

Data l'ora tarda, Matija stava dormendo e lui non aveva voluto disturbarlo.

Avrebbero avuto tutto il tempo necessario per conoscersi ed entrare in confidenza.


Adesso che era tornato nel suo appartamento, si sentiva esausto. Lo stress di quelle ultime settimane si stava già facendo sentire e il periodo più difficile doveva ancora venire.

La regular season stava per terminare - e avrebbe portato a dei play off infuocati - e la sua avventura da padre era soltanto al principio.

Pensò ad Alessia.

La ragazza, dopo il comprensibile trauma iniziale, sembrava essersi abituata in fretta al nuovo corso degli eventi: gli era stata accanto, con pazienza, senza mettergli addosso ulteriore pressione. Ma Nikola era preoccupato, perché temeva che, prima o poi, lei non avrebbe più retto tutta quella situazione. Ogni volta che la guardava negli occhi vi leggeva sofferenza e dolore. Lei non si lamentava mai e cercava di apparire serena, ma come poteva esserlo?

//Se se ne andasse...//

Scacciò quel pensiero, scuotendo la testa.

Goran l'aveva rassicurato sul fatto che lei avrebbe capito e l'avrebbe aspettato e, sapendo quanto bene l'amico la conoscesse, lui si era tranquillizzato, almeno un po'.

Anche Goran era rimasto coinvolto da quel che era accaduto. Alessia gli aveva raccontato di come lui avesse lasciato Sara per andare da lei, e le ripercussioni che questo aveva avuto sulla relazione tra i due amici. Nikola si era scusato con lui, offrendosi anche di parlare con Sara per cercare di appianare il contrasto, ma lo schiacciatore non aveva voluto. Aveva detto di essere sereno, di stare bene. Gli credeva; non gli avrebbe mai mentito. Inoltre, non sembrava provato. Forse doversi concentrare sulla malattia del padre lo aveva aiutato a superare tutto in fretta e ad andare avanti.

Immerso in quei ragionamenti, scivolò nel sonno.


Aveva raccontato tutto ad Alessia e ora aspettava la sua reazione.

Si trovavano al palazzetto, mancava ancora qualche minuto all'inizio dell'allenamento, e Nikola ne aveva approfittato per metterla al corrente di come si fosse svolto l'incontro con Nataša.

La scrutò attentamente, per cogliere qualunque segnale, anche inconsapevole, lei gli mandasse.

La vide annuire, semplicemente.

<<Mi sembra una decisione sensata>> gli rispose. <<Entrambi dovete abituarvi alla novità>>

<<Tutto qui?>> le domandò, insicuro.

Lei lo studiò a sua volta.

<<Cosa ti aspettavi che dicessi?>>

<<Non lo so. Mi sembra sempre che tu stia controllando le tue reazioni>> le disse, prendendole le mani. <<Ale, non sono cieco. So che stai soffrendo, anche se tenti di nasconderlo. Vorrei che mi dicessi ciò che pensi davvero. Non voglio che tu mi nasconda niente>>

I loro visi, adesso, erano vicinissimi e lui la osservò elaborare le sue parole.

Alessia sorrise, anche se un velo di tristezza le adombrava lo sguardo.

<<Penso sul serio quello che ho detto, Nik. Non ti sto mentendo. Dirti che sono felice di tutta questa situazione che si è creata sarebbe una bugia, ma a me basta starti accanto. Non ostacolerei mai il tuo rapporto con quel bambino>> abbassò gli occhi per un secondo, ma li rialzò subito dopo. <<Il bambino non ha colpe e gli serve un padre. E tu sarai un padre fantastico>>

L'aveva detto in un tono talmente convinto che ogni dubbio che aveva sulla sua adeguatezza era momentaneamente sparito.

Le prese il viso tra le mani e la baciò sulla bocca, con forza e delicatezza insieme, incurante della gente intorno a loro.

Poi le sfiorò la fronte con le labbra e raggiunse i compagni.

Finish LineWhere stories live. Discover now