Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte - O. Wilde

203 19 6
                                    

Quando rientrarono percepirono molti sguardi su di loro. Nessuno fece domande, ma Alessia sentiva che erano tutti curiosi di sapere cosa fosse accaduto fuori di lì. L'unico che non sembrava particolarmente interessato era Nikola.

<<Tutto bene?>> le chiese solamente, avvicinandosi a lei.

<<Benissimo>> gli sussurrò, prima di dargli un bacio.

<<Vi ricordo che c'è un bambino!>> urlò Vladimir dal tavolo.

Nikola si staccò e sospirò.

<<Perché abbiamo invitato anche mio fratello?>>

Alessia rise.

<<In realtà noi abbiamo invitato Marja e Ivan. Vladi è un bonus>> gli fece l'occhiolino.

Vide il ragazzo sorridere e tornare dagli altri. Lo seguì, dopo aver messo via la mug nella borsa, e si sedette sulle sue gambe.

<<Bene>> Betty prese la parola. <<Adesso che ci siamo tutti, è il momento di riscuotere il nostro premio>>


Si spostarono sui divani per essere più comodi e, mentre Ivan giocava per terra con delle macchinine, Betty spiegò l'unica regola.

<<Conoscete il gioco "obbligo o verità"? Ecco, è uguale, ma senza la possibilità di scegliere l'obbligo>> non stava più nella pelle.

Guardò le facce dei ragazzi e scoppiò a ridere.

<<Forza, siete grandi e grossi... Di cosa avete paura?>>

<<Preferirei affrontare l'allenatore dopo aver perso tre a zero contro l'ultima squadra in classifica>> sospirò Juan.

<<Come sei esagerato!>> lo prese in giro Betty. <<Comunque, ho deciso che ognuna di noi farà una domanda a qualcuno che non sia il rispettivo ragazzo o marito. Sarà divertente!>>

I ragazzi, però, non sembravano della stessa idea.


La prima domanda toccò a Vladimir.

Sara lo osservò a lungo prima di parlare.

<<Cosa provi a giocare in Nazionale e non esserne il capitano, perché per quel ruolo è stato scelto tuo fratello minore?>> chiese con malcelata curiosità.

Tutti gli occhi erano puntati su di lui. Lo schiacciatore inspirò profondamente e fissò il fratello.

<<Questa è una cosa di cui non abbiamo mai parlato esplicitamente, vero Nik?>>

L'altro annuì in silenzio, lasciandolo proseguire.

<<Non nego che, all'inizio, questa scelta dell'allenatore mi aveva dato fastidio>> confessò. <<Insomma, sono il migliore!>> scherzò, provocando l'ilarità generale.

<<Soprattutto sei il più modesto>> si intromise Goran.

<<La modestia è sopravvalutata>> gli rispose lui con un cenno della mano. <<Comunque, all'inizio ero infastidito, anche se non te l'ho mai detto>> si rivolse a Nikola.

<<Io lo sospettavo, però>> gli disse il palleggiatore.

<<Poi, dopo il primo torneo che abbiamo giocato, ho capito il perché di quella scelta. Eri tu quello più adatto. Non bastava il talento, o la grinta. Servivano concentrazione e visione di gioco, serviva la calma anche nei momenti più difficili. Da quel momento non ho più pensato, neanche per una volta, che il capitano dovesse essere qualcun altro>>

Il silenzio era calato sul gruppo; tutti stavano fissando lui e Nikola.

Il fratello lo osservò senza dire nulla, con un mezzo sorriso che aleggiava sul volto.

Vladimir annuì leggermente. Non serviva altro tra di loro.

Poi tornò a guardare gli amici. Adesso avrebbe potuto rilassarsi e divertirsi.

<<Bene. Chi è il prossimo?>>

Finish LineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora