La paura è umana, ma combattetela con il coraggio - P. Borsellino

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Mancavano ancora alcuni giorni all'udienza, ma Alessia era già nervosa. Nikola se ne era accorto quasi subito: sguardi persi nel vuoto quando pensava di non essere vista, mani strette a pugno, brividi che la percorrevano dalla testa ai piedi... E soprattutto quella luce nei suoi occhi che si spegneva.

Nikola non poteva sopportarlo.

Aveva provato un paio di volte a parlarle, a rassicurarla, ma Alessia aveva liquidato tutta la situazione dicendogli di non preoccuparsi, che si trattava solo di stanchezza.

Così lui aveva smesso di chiedere, limitandosi ad abbracciarla ogni volta che ne aveva l'occasione, ad accarezzarla con finta casualità se si accorgeva che stava tremando.


La mattina dell'udienza Alessia si alzò presto.

Nikola le aveva chiesto di restare da lui quella notte, ma lei aveva voluto tornare a casa propria, per poi passare tutto il tempo a rigirarsi nel letto in preda all'insonnia. Non aveva voluto disturbare il giovane, sapeva che avrebbe finito per fargli perdere il sonno.

Si guardò allo specchio, sistemandosi il completo nero che aveva indossato e passandosi una mano tra i capelli, che aveva lasciato sciolti.

Quando udì il citofono prese un bel respiro, afferrò la borsa e uscì di casa, imponendosi di comportarsi normalmente.

Salì sull'auto e Nikola la salutò con un bacio sulla guancia e un sorriso, poi mise in moto e partì.


Arrivarono in tribunale e chiesero informazioni all'usciere, il quale li indirizzò verso un corridoio semideserto. Una volta giunti fuori dall'aula in cui si sarebbe svolta l'udienza, Nikola si fermò e la fece voltare verso di lui.

<<Pronta?>>

Alessia respirò profondamente e annuì.

<<Sono qui con te, ok?>> le disse prendendole il viso tra le mani.

Lei lo ringraziò con un sorriso; non solo l'aveva accompagnata, ma si era offerto di testimoniare contro Antonio, raccontando ciò che aveva visto quella sera in palestra.

Dopo l'ennesimo respiro, Alessia si voltò, raddrizzò la schiena ed entrò nell'aula, immediatamente seguita da Nikola.


Presero posto e attesero l'arrivo dell'imputato e del giudice.

Antonio entrò quasi subito e Alessia gli lanciò una breve occhiata. Era irriconoscibile: sbarbato, si era tagliato i capelli e indossava un completo pulito.

La ragazza distolse lo sguardo, fissando un punto imprecisato davanti a sé. A tutti gli altri poteva anche sembrare innocuo o innocente, ma lei sapeva fin troppo bene di cosa era capace.

Sentì la mano di Nikola stringere la sua e si concentrò su quel contatto.


L'udienza fu un tormento. Dovette ripercorrere tutta la sua adolescenza vicino a quell'uomo e ciò che era accaduto dopo la morte della madre. Alla fine era così spossata che non sentiva nemmeno il bisogno di piangere.

Per tutto il tempo aveva evitato di guardare Antonio, fissando invece Nikola e focalizzandosi su di lui. Questo l'aveva aiutata a mantenere la calma.

Al momento della lettura della decisione del giudice, Alessia si irrigidì. Ascoltò le sue parole trattenendo il fiato e tentando, invano, di calmare il proprio cuore, che le martellava fin nelle orecchie.

Quando il giudice finì di parlare, la ragazza sbatté gli occhi e li puntò su Nikola, come per chiedere conferma di ciò che le sembrava di aver sentito. Lo vide sorridere e si rilassò un po': Antonio sarebbe rimasto in carcere!

Senza degnare l'uomo di uno sguardo si incamminò verso l'uscita, ma quello riuscì in qualche modo ad intercettarla prima che lasciasse l'aula.

Le passò accanto e la squadrò con uno sguardo lascivo, sussurrandole:

<<Non finisce qui, puttana! Prima o poi ti darò quello che ti meriti!>>


Alessia si fermò di colpo, impietrita, con gli occhi sbarrati e il senso di paura che tornava a crescere dentro di lei.

L'uomo si era ormai allontanato, scortato dalle guardie penitenziarie, ma lei non riusciva a muoversi.

Udì Nikola parlare, ma non fu in grado di distinguere le sue parole. Percepì la sua mano delicata sulla schiena, a guidarla fuori da quel posto. Ancora preda della paura che Antonio era riuscito ad instillarle, il suo corpo seguì inconsciamente quell'appiglio, finché non si ritrovò seduta in macchina, con lo sguardo preoccupato di Nikola puntato addosso.

Finish LineWhere stories live. Discover now