Le colonne in un rapporto sono l'amore, la sessualità e la tenerezza-S.Agosti

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Un suono stridente la riportò alla realtà.

Doveva essersi appena addormentata, dopo ore di agitazione e nervosismo. Rimase immobile nel letto, cercando di individuare la fonte di quel rumore. Aveva la mente annebbiata.

Poi, di nuovo, quel suono la sorprese, ma questa volta lo riconobbe. Si mise in piedi, al buio, e si diresse verso la porta.

//Chi sarà a quest'ora?//

Accese la piccola luce dell'ingresso e rispose al citofono.


Quando lei gli aprì la porta, Nikola osservò il suo volto dall'aria stanca e provò un tuffo al cuore. Non poteva fare a meno di sentirsi in colpa: lei stava soffrendo e lui ne era la causa.

<<Non riuscivo a dormire>> le disse semplicemente.

La vide sorridere leggermente e ricambiò, con l'anima già più leggera. Era incredibile come la sua sola vicinanza bastasse a tranquillizzarlo.

Lei gli prese una mano e lo fece entrare, chiudendo la porta dietro alle sue spalle e spegnendo la luce. Poi gli fece togliere la giacca e lo condusse in silenzio verso il letto, su cui si sdraiarono.

Nikola non aveva voglia di parlare, di rompere quel silenzio che li proteggeva come una bolla; evidentemente anche Alessia doveva essere dello stesso parere, perché si limitò a sfiorargli le labbra con le sue e poi gli si accoccolò vicino.

Il ragazzo la strinse a sé, respirando la sua pelle. Le mani di Alessia percorrevano lentamente il suo fianco, facendolo rilassare.

Non ci volle molto perché iniziasse a sentire le palpebre pesanti. Chiuse gli occhi e, finalmente, scivolò dolcemente nel sonno.


Non le sembrava vero di essere riuscita a dormire così tranquillamente e di sentirsi persino riposata. Gli ultimi due giorni erano stati stressanti, ma quelle braccia che ancora la stringevano avevano il potere di calmarla.

Aprì gli occhi e osservò il volto di Nikola alla fioca luce che penetrava dalle finestre. Dormiva ancora. Conoscendolo, doveva essere davvero molto agitato per presentarsi a casa sua nel cuore della notte.

Cercò di imprimersi nella memoria i suoi lineamenti e la sua espressione rilassata; provò una strana sensazione di perdita, ma la scacciò in fretta. Era solo la sua mente che, in balìa della paura, le faceva dei brutti scherzi.

Subito dopo Nikola si svegliò.

<<Dobro jutro>> mormorò, ancora mezzo addormentato.

Alessia sorrise: probabilmente non si era reso conto di aver parlato in serbo.

<<Dobro jutro anche a te, qualunque cosa significhi>> ribatté divertita.

Lui chiuse gli occhi e rise piano.

Poi la guardò, più sereno di quanto avesse ritenuto possibile, data la situazione.

<<Significa "buon giorno">> le spiegò.

Rimasero a fissarsi per svariati secondi, finché il giovane non si avvicinò, titubante, al suo viso. Le loro labbra si sfiorarono delicatamente e Alessia eliminò dalla sua testa qualunque pensiero che non fosse la morbidezza di quel tocco e il suo significato, in un momento così difficile della loro relazione.

Poi Nikola tornò a guardarla.

<<Ho deciso che farò un passo alla volta, prendendo una decisione alla volta>> le disse.

Lei sapeva a cosa si riferiva.

<<Promettimi solo che lascerai che ti stia vicino>> lo supplicò.

Lui le accarezzò i capelli e annuì.

<<Per prima cosa chiederò a Nataša di effettuare il test del DNA>>

Alessia rimase zitta per un po', poi rispose:

<<Ne sei certo? Non devi farlo per forza, io... Ho visto le foto... Quel bambino ti assomiglia molto>> cercò di nascondere il dolore dietro quelle parole, ma non ci riuscì troppo bene.

Nikola le prese una mano e intrecciò le dita alle sue.

<<Devo farlo, voglio esserne sicuro. Lo devo a te, a noi>>

Lei immaginava già quale esito avrebbe dato l'esame, ma la premura che lui stava dimostrando dei suoi confronti la colpì nel profondo.

Si buttò su di lui, abbracciandolo con slancio e strappandogli un sorriso.

<<Ti amo>> lo sentì bisbigliare tra i suoi capelli.

Rispose con il volto ancora nascosto nell'incavo del collo del ragazzo.

<<Ti amo anch'io>>

Finish LineWhere stories live. Discover now