Capitolo 102 - La prima volta

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Quando l'Avvocato Liberti le porse la mano per accoglierla nel suo studio, Lisa lo abbracciò.

«Non pensavo che l'avrei mai detto di un avvocato, ma mi fa piacere rivederla» scherzò Lisa e gli stampò due baci sulle guance.

«Avvocato buonasera» salutò, molto più formale, Michael.

Liberti gli strinse la mano, si lisciò i baffi compiaciuto e li fece accomodare nel suo ufficio.

La grande stanza era un misto di antica eleganza e sobrietà. Prima di mettersi a sedere, Lisa si guardò attorno trovando che rispecchiasse perfettamente il suo occupante.

Una volta accomodati, presero a parlare di quello che era accaduto. Lisa raccontò di nuovo tutta la storia, ogni tanto spostando gli occhi da Liberti alla faccia seria di Michael, come a cercare di nuovo il suo perdono per tutte le sciocchezze che aveva fatto.

Liberti ascoltò con attenzione, fece poche domande, prese qualche appunto e quindi stabilì che non ci fosse molto da fare per il momento.

«Se questa storia dovesse venire fuori nell'ambito di un'indagine e lei dovesse essere mai chiamata per deporre o per essere interrogata, per prima cosa mi faccia chiamare e non dica nient'altro fino al mio arrivo. Al resto penserò io, ma, davvero, non c'è molto di cui possa essere chiamata a rispondere, anche nel peggiore dei casi.»

Lisa si sentì rincuorata dalle rassicurazioni di Liberti, anche se lo sguardo severo di Michael continuava a farla sentire terribilmente colpevole.

Era stato più silenzioso del solito durante il tragitto fino allo studio legale e Lisa non era riuscita a capire quale fosse il motivo. Temeva che fosse ancora molto arrabbiato con lei.

L'incontro a quel punto sembrava finito, Lisa stava per alzarsi e salutare. Voleva uscire per poter parlare con Michael, invece Liberti prese un altro fascicolo e le fece cenno di restare seduta.

«C'è un'altra cosa di cui dobbiamo parlare, signorina Bellini» disse serio.

Lisa percepì subito il cambio di atmosfera. Disorientata, guardò verso Michael e, sorpresa, vide che lui osservava Liberti, non lei. Era sorpreso quanto lei? Perché allora non le sembrava sorpreso?

«Che succede?» domandò Lisa a entrambi.

«Qualche tempo fa sono stato contattato da un collega dell'Associazione Consumatori nell'ambito del pignoramento intentato da suo padre per gli onorari non pagati per il processo penale a suo carico. Ho dato solo un piccolo contributo a ricostruire le fasi iniziali, poi seguite in modo egregio dall'Associazione, ma riordinando le carte che avevo acquisito durante l'istruttoria del suo processo mi sono accorto di qualcosa che la riguarda.»

Lisa guardò Liberti senza capire di che parlava e poi di nuovo Michael, che ancora stava guardando Liberti.

«Michael tu lo sapevi?»

«Continui, Avvocato» disse Michael, come se non l'avesse sentita.

Lisa tornò a guardare Liberti.

«In particolare, esaminando i documenti bancari che la riguardavano, mi sono sorpreso del fatto che suo padre avesse la possibilità di aggredire il suo patrimonio e non l'ha fatto.»

«Il patrimonio di chi?» domandò Lisa confusa. Perché Michael continuava a fissare Liberti?

«Il suo patrimonio, signorina Bellini.»

A Lisa venne da ridere, più per il nervoso che per il divertimento, ma era anche spassoso pensare al suo conto in banca come a un patrimonio.

Liberti le consegnò un foglio. La carta intestata era di una banca che non conosceva, c'era il suo nome e sotto una fila di numeri che non riuscì subito a mettere a fuoco.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now