Capitolo 34 - sculacciata

665 20 0
                                    


Michael sentì il clacson della corriera sulla curva sopra casa e si affacciò alla finestra. Infagottata in una felpa verde bottiglia Miss Bellini camminava di buon passo, le belle gambe infilate in un paio di jeans a zampa. Aveva più di un'ora di ritardo.

Finì di sparecchiare il tavolo della colazione, e portò tutto in cucina. Ora che la raccolta delle olive era finita aveva una settimana libera prima che i braccianti tornassero per piccole opere di manutenzione nella tenuta. Ne avrebbe approfittato per sistemare un po' di lavoro e prepararsi per gli incontri che Helga gli stava fissando nel mese di novembre. A novembre c'era anche un importante incontro con Klaus Wimmer per chiudere la proposta di accordo da presentare ai legali di Helena. Verso fine novembre poi avrebbe dovuto trovare il modo di organizzare una settimana a Helsinki, a casa di Arja. Non gliel'aveva ancora potuto confermare, ma era certo che Helga sarebbe riuscita a gestire la sua agenda in modo che il lavoro non si accumulasse troppo. Sarebbero stati bene lui e Arja. Un po' di tempo solo per loro due, lontani dal pensiero costante del lavoro e da ogni altra distrazione.

La porta di casa si aprì e si richiuse portando in casa la distrazione che gli aveva tenuto compagnia dal suo risveglio, due ore prima, e da cui ora cercava di tenersi lontano. Lisa Bellini.

La vide varcare la porta di cucina, trafelata, passare a testa bassa senza nemmeno guardarlo e poi posizionarsi contro la parete.

«Mi spiace essere arrivata tardi, non ho sentito la sveglia e ho perso il pullman.»

Mentre parlava la vide sbottonarsi i pantaloni e calarli fino a mezza coscia mostrando un paio di mutandine bianche su cui campeggiava il muso roseo di un maialino.


Lisa non aveva sentito la sveglia perché aveva dormito poco e male, continuando a pensare a Michael Berger. Si era chiesta se era vero quello che le aveva detto Giagia, se lui provava veramente qualcosa per lei e se quel nodo allo stomaco che le era venuto al pensiero significava che anche lei provava quel qualcosa per lui. Non era riuscita a darsi una risposta. Sapeva di provare affetto per quel rigido brontolone dal cuore gentile, ma non capiva se c'era dell'altro. E poi lui era molto più grande di lei, non vecchio come diceva Giagia, ma aveva comunque il doppio dei suoi anni. Non era certa di poter provare attrazione per un uomo così maturo, anche se Michael Berger era innegabilmente un bell'uomo.

Infine c'era la questione delle sculacciate. Era iniziata come una cosa decisamente strana, praticamente lo aveva creduto un pervertito e poi invece era diventato sempre più parte del loro rapporto. Prima lui la puniva solo quando lei sbagliava ma poi l'aveva punita anche quando lei ne aveva sentito il bisogno. Era diventato il loro modo di comunicare più intimo.

Per quello era andata al muro e si era calata i pantaloni. Era dispiaciuta di aver fatto tardi dopo il gesto così gentile di portarle un regalo e voleva dimostrarglielo. Ci era andata subito di sua iniziativa perché sapeva che se lui avesse aperto bocca e glielo avesse ordinato lei, nonostante le migliori intenzioni, avrebbe reagito male.

Ora però che era lì, col sedere esposto nella cucina, le tornò alla mente il turbamento della sera prima e a ruota, senza apparente nesso logico, il pensiero delle mani di Mr Berger che stavano per punirla. "Ha delle belle mani" aveva detto Giagia ed era vero: mani forti, grandi, robuste. Mani da uomo.

E perché si era tirata giù i pantaloni?

Lo sentì avvicinarsi alle sue spalle, alto, imponente e si sentì infiammare le guance domandandosi se lui le stava guardando il sedere nello stesso modo che portava lei a pensare alle sue mani. Subito dopo le venne in mente che si era messa delle ridicole mutande con un maiale sul culo e si sentì sprofondare.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now