Capitolo 30 - Porte aperte

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Fuori si era fatto progressivamente sempre più buio e ora pioveva a dirotto, l'acqua tamburellava contro le finestre e rivolava giù lungo i vetri. Giocherellando oziosamente con il suo piercing, Lisa guardò affascinata le nere nubi incombere sopra i tetti rossi delle case e l'acqua sfumare il paesaggio dietro il suo sipario. Spostò lo sguardo verso l'orologio di cucina trovando solo l'ombra più chiara sulla parete dove era stato. Quando Giulia l'aveva staccato per cambiargli le pile avevano dovuto constatare che non erano quelle il problema. Prese il cellulare e guardò l'ora: erano le 11:48 di mattina, c'era anche un messaggio di Luis che la informava: "non vedo l'ora di essere lì". Sorrise, anche lei non vedeva l'ora.

Martedì, a casa Berger sul divano e poi di nuovo giovedì, in macchina di Luis dopo una birra al pub: avevano fatto scintille. Ora avevano tutto il sabato pomeriggio che li attendeva e lei un nuovo completino di Miss Finlandia da farsi togliere.

Giulia comparve alle sue spalle, ancora in pigiama, guardò fuori e borbottò qualcosa contro la pioggia.

«Non dovresti essere di cattivo umore con tutto il baccano che avete fatto stanotte» la pungolò Lisa ottenendo un borbottio in risposta.

«'Giorno Teo» aggiunse con un sorriso spudorato, accorgendosi di essere stata sentita anche dal ragazzo che ora si grattava la testa imbarazzato. «Bei boxer!» infierì notando le figure di castori sul verde del cotone, poi gli strizzò l'occhio e gli sorrise lasciando la coppia sola in cucina.

Più tardi il trillo del campanello risuonò nel corridoio. Giulia era sotto la doccia, Lisa stava facendo "ordine" in camera accompagnata da Love in an elevator degli Aerosmith a tutto volume, così rispose Teo.

«Lisa ci sono Bianca e Adelaide. Ti aspettano giù» la avvisò affacciandosi attraverso la porta socchiusa, trovando Lisa impegnata a districare una palla informe di biancheria. Stava piegando un paio di slip con un ape e la scritta "bee mine".

«Che vogliono?»

Teo si strinse nelle spalle. «Hanno detto di scendere» poi con un gesto del mento indicò le mutandine tra le sue mani. «Anche le tue non sono niente male.»

Lo disse serio poi gli comparve un sorriso sornione sul volto. Lisa lo guardò fingendosi offesa poi gli sorrise.


«Ehi» disse Bianca vedendola scendere.

«Ehi» rispose Lisa rivolta sia a lei che ad Adelaide. Dopo lo scherzo del locale e il successivo litigio telefonico non si erano più viste.

«Io e D andiamo a prenderci qualcosa in centro» disse Bianca concentrata nell'accendersi una sigaretta.

«Ti va di unirti?» aggiunse Adelaide sorridendole timidamente.

«Ho da fare questo pomeriggio» disse Lisa.

«Come vuoi» disse Bianca facendo cenno ad Adelaide verso il portone, poi prese un oggetto dalla borsa e glielo porse. «Tieni, prendi. Omaggio del Secco per te. Dice di farti viva ogni tanto.»

Lisa prese la bustina avvolta nella carta e la fece sparire in tasca. Sapeva che il Secco si sarebbe tagliato una mano prima di regalare qualcosa e che quello era solo il modo contorto di Bianca di chiederle scusa per averla lasciata a piedi.

«Se ti va più tardi andiamo a un concerto, suona una band niente male» aggiunse Adelaide facendole occhi da cucciolo. «Per il biglietto non ti preoccupare, conosco il buttafuori, ci fa entrare senza.»

«Va bene, ci vediamo alle dieci da te» annuì Lisa. Era evidente che Adelaide ci stava male per la loro lite e Lisa si sentiva in vena di perdono.

Bianca fece un cenno di saluto buttando fuori una boccata di fumo, si scambiarono un lungo sguardo che era il loro modo di fare pace poi si calcò il cappuccio della felpa in testa e uscì in strada sotto la pioggia. Adelaide le lanciò un bacio e poi seguì Bianca fuori.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now