Capitolo 35 - whisky e richieste...

556 20 0
                                    

Per i successivi tre giorni Lisa fece del suo meglio per evitare Michael Berger e per evitare anche di finire contro il muro di cucina. Con suo disappunto sembrava però che una parte di lei bramasse di essere punita, volesse la gonna sollevata e le mani di Mr Berger su di lei. Il martedì si era dimenticata del caffè delle cinque, ma era riuscita a correre ai ripari in tempo grazie a una lunga chiamata che aveva tenuto impegnato Mr Berger. Se l'era cavata con un'occhiataccia e un brontolio sulla puntualità.

Il mercoledì aveva rotto un piatto e un bicchiere mentre rigovernava, ma anche in quel caso Mr Berger aveva soprasseduto sul punirla, troppo impegnato nel redigere un qualche documento importante nel suo studio.

Il giovedì la sua distrazione e un paio di boxer blu avevano trasformato una lavatrice di bianchi in due fili di capi azzurrognoli tra cui spiccavano quelle che erano state cinque camicie buone di Mr Berger. Anche in quel caso, con una faccia adeguatamente dispiaciuta, era riuscita a sfuggire alla punizione.

La sera prima di mettersi a dormire continuava a scrivere a Giagia che le cose erano "tranquille". Poi messaggiava a Luis, perché era lui il ragazzo con cui stava, perché era lui che l'avrebbe abbracciata, stretta e baciata il sabato e magari anche la domenica. Erano sue le mani che avrebbe dovuto volere addosso: quelle di Luis, non quelle di Michael.

Se non fosse stata così concentrata nell'evitare di pensare a Michael Berger, se si fosse domandata del motivo dell'improvvisa clemenza del suo datore di lavoro, forse si sarebbe resa conto che non era l'unica ad essere preda di simili tormenti.

Se Lisa cercava di evitare Michael, lui faceva lo stesso con lei. I dubbi e i pensieri su Lisa Bellini continuavano a presentarsi alla sua mente. Con la logica le cose erano semplici: lei era troppo giovane e lui aveva una storia con Arja, ma nella realtà non andava affatto così. Provava emozioni confuse che cercava di rifiutare nella veglia, ma che nel sonno assumevano contorni ben definiti. Nella notte tra il martedì e il mercoledì aveva rivissuto in sogno la sculacciata in cucina e Lisa Bellini non solo aveva sospirato, ma si era voltata, l'aveva baciato e lui aveva perso ogni controllo, l'aveva fatta sua piegata sul bancone della cucina. Non era riuscito a non pensarci per buona parte del giorno seguente.


La sera di giovedì, rientrando in camera Lisa trovò un messaggio in segreteria, il numero era quello di Luis, ma quando la voce iniziò a parlare era quella di una donna.

« Sono Rocìo Vargas, la moglie de Luis, te prego Lisa, smetti di vedere Luis. Lui non sa che vi ho scoperti, ma ci tengo a lui e al mi matrimonio...» una pausa, la voce si incrinò «te prego Lisa da donna a donna... lascia stare il mio uomo...» la sentì piangere e poi la comunicazione cadde.

Tramortita Lisa guardò il telefono. Sposato! Luis era sposato e lei era quella che l'aveva portato via alla moglie. Pensò a tutte le cose che si erano scritti in quei giorni e lasciò cadere il telefono sul letto, guardandolo come se fosse una cosa disgustosa.

Fu tentata di riprenderlo e chiamare Giulia, ma le venne da pensare a quello che avevano fatto di fronte a Luis e poi a tutto quello che aveva fatto con lui. Lasciò il telefono sul letto e iniziò a camminare avanti e indietro, stringendosi nel pigiama, cercando di respirare e di non pensare a quanto si sentisse sporca e incazzata.

Quel gran bastardo di Luis!

Aveva bisogno di uscire da quella camera, di non vedere più quel telefono, di stare lontana dalla stanza in cui aveva letto tutte le porcate che quel maiale le aveva scritto.

Prese la porta. Doveva andare, uscire. Scese le scale ed entrò in soggiorno. Per fortuna Mr Berger era già a letto così andò dritta verso il mobiletto dei liquori cercando di non guardare il divano dove avevano scopato.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now