Capitolo 20 - Risveglio

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Antonio spinse il carrello fino alla stanza successiva con uno sbuffo. Ne aveva altre quindici da rifare dopo quella. Quel lavoretto estivo per pagarsi lo scooter era una vera noia. Stanza numero 307. Il tipo lo ricordava, ma ancora meglio ricordava la bionda mozzafiato che si era portato in camera tre giorni prima.

Bussò, non ottenne risposta ed entrò col passpartout. Davanti a lui, sul letto, una ragazza mora dormiva tra le lenzuola disfatte. Bella e completamente nuda, sembrava uscita dalla foto di un calendario o da un certo tipo di siti internet.

Era stesa di fianco, col bel culo che faceva capolino dalle lenzuola e due tette da urlo. C'erano svariati fogli da 50 euro sul comodino e tre buste di preservativi aperte. Con quel visino pulito, nella pace del sonno, non sembrava proprio una che lo faceva per lavoro, ma era evidente il contrario. Quindi probabilmente era una sua collega anche la bionda di tre giorni prima. Antonio afferrò il cellulare e le fece qualche foto. I suoi amici non avrebbero mai creduto a una cosa del genere e poi quella visione voleva ricordarsela bene. Si prese ancora qualche secondo poi tornò indietro in punta di piedi, richiuse la porta e spinse il carrello alla porta successiva. Sarebbe tornato più tardi.

***

Fu il suono del cellulare a svegliare Lisa. Cercò il telefono a tentoni sul comodino. Era Giulia.

«Non dirmi che sei stata tutta la notte con Lorenzo.»

«Va bene, non te lo dico.»

Lisa si passò la mano sulla faccia. Aveva fatto quello che si era promessa non sarebbe successo.

La sveglia segnava le 10 e mezza e da quel che vedeva Lore aveva già tolto le tende. Tipico di lui. Quantomeno sul comodino c'erano i suoi soldi.

«Cazzo Lisa, cosa ti dice la testa?»

«Ora come ora mi fa un gran male.»

«Hai fatto una grossa cazzata.»

«È stato solo sesso. Molto, molto sesso.»

Nonostante sapesse che era stata una grossa cazzata, il ricordo di quanto avvenuto la fece sorridere.

«Va bene, lasciamo perdere. Vieni a casa, ti aspetto.»

Lisa si alzò dal letto e si buttò sotto la doccia. Giulia al telefono era parsa tranquilla, ma era solo apparenza. Sapeva che era in arrivo una colossale strigliata. Si asciugò e si rivestì con calma. Non aveva particolare voglia di tornare a casa.

Andando verso l'ascensore incrociò un ragazzetto del servizio camere che la guardò a lungo e con un'espressione così eccitata da metterla a disagio.

In ascensore il cellulare squillò nuovamente. Un numero che non conosceva.

«Parlo con Lisa Bellini?»

«Sì, chi parla?»

«Sono Marica della Coolfer.»

Era la vecchia agenzia per cui aveva lavorato. Non la chiamavano più da quando Frau Berger l'aveva licenziata.

«La chiamo per un'offerta di lavoro.»

«Mi dica.»

«Sarebbe disponibile per un lavoro temporaneo di due mesi a partire da questo lunedì?»

Lisa non credeva a un simile colpo di fortuna.

«Sì, certo, sono disponibile.»

«Vedo dalla sua scheda che la casa già la conosce, presterà servizio presso il Signor Berger. È per un'esplicita richiesta del proprietario che lei viene contattata.»

Miss BelliniWhere stories live. Discover now