Capitolo 27 - Doccia... con vista

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Per la domenica Giulia e Teo avevano in programma un pranzo e un romantico pomeriggio fuoriporta. Luis se n'era andato la notte prima verso le due di notte così Lisa era rimasta sola.

Era quasi mezzogiorno anche se l'orologio in cucina segnava le tre e mezzo. Lisa lo guardò contrariata: o si decidevano a rimettergli le pile oppure tanto valeva buttarlo via. Andò a frugare nei cassetti in cerca di pile, ma non c'era niente. Si strinse nelle spalle. Almeno ci aveva provato.

Aprì il frigo e bevve direttamente dal cartone il latte preso dal ripiano di Giulia. Nel suo ripiano era rimasta una vecchia fetta di pizza dal colore bruno, lasciata su un mezzo cartone da asporto, una birra, un vasetto di yogurt e un mezzo sacchetto di carote. Storcendo il naso prese la fetta di pizza con tutto il cartone e la gettò nella pattumiera. Durante il breve viaggio frigo-pattumiera un foglio rimasto attaccato sotto al cartone si staccò e svolazzò sul pavimento. Incuriosita lo raccolse e guardò cosa fosse. Era una nota di Giagia "Pagare acconto meccanico 200 euro"

Glielo aveva dato la settimana scorsa.

«Cazzo!» imprecò Lisa «Cazzo! Cazzo!»

Corse in camera a prendere il telefono, cercò sulla rubrica il numero del meccanico e avviò la chiamata. Scattò subito la segreteria.

«Cazzo!» rincarò Lisa prendendo a calci un paio di pantaloni abbandonati sul pavimento. Attese il segnale acustico andando avanti e indietro.

«Ciao Spartaco, sono Lisa. Scusa se non ti ho richiamato, ma ho avuto una settimana d'inferno. So che sarei dovuta passare prima, ma domani vengo a lasciarti il tuo acconto. Promesso. Ciao.»

Riattaccò. «Cazzo!» imprecò ancora. Non poteva tirare ancora la corda, scollature e sorrisi non avrebbero distolto Spartaco ancora a lungo dal dare seguito alla sua minaccia di rivendere la sua povera panda come pezzi di ricambio per rientrare dei costi della riparazione.

Però i duecento euro non li aveva. Raccolse i pantaloni da terra, li buttò sul letto e cercò qualcosa da mettersi per andare al lavoro in piscina.


Saponetta sollevò lo sguardo per vederla entrare di corsa attraverso le porte a vetri dell'ingresso.

«Sei in ritardo» disse petulante indicando l'orologio mentre i suoi occhi seguivano Lisa muoversi verso la porta dello spogliatoio.

Lisa aveva il fiato corto per la corsa appena fatta sulla bicicletta di Giulia così si risparmiò di rispondergli male.

Dopo un pomeriggio di lavoro passato ad arrovellarsi su come racimolare i duecento euro che le servivano Lisa non aveva trovato niente di buono. Avrebbe potuto chiedere un altro prestito a Giulia, ma siccome sapeva già che le avrebbe dovuto chiedere di anticiparle la sua quota dell'affitto di settembre prima che lo stipendio di Mr Berger giungesse a dare fiato alle sue finanze, non intendeva gravare oltremodo sulle spalle dell'amica.

L'altra idea era uno schifo, ma era l'unica che le fosse venuta in mente.

Aiutò Saponetta a rimettere a posto e a chiudere mentre gli ultimi utenti lasciavano la piscina poi lo seguì alla sua postazione all'ingresso.

«Ho bisogno di un anticipo sulla mia paga» disse senza tanti preamboli.

«Niente anticipi Lisa» disse categorico Saponetta «E poi, tolti i trecento che mi devi rendere, non c'è molto da anticipare.»

Lisa si morse la lingua per non rispondere come avrebbe voluto. «Potresti fare uno strappo alla regola. Non lo saprebbe nessuno a parte te e me.»

«Niente anticipi Lisa» ripeté Saponetta.

«Facciamo così.» propose Lisa. «Io ora vado a farmi la doccia, mi cambio e intanto te ci pensi.»

Si volse e diresse verso lo spogliatoio. Indossava ancora il costume intero e sapeva bene dove si fosse appena concentrato lo sguardo di Saponetta.

Raggiunse l'armadietto, lo aprì, prese l'asciugamano e la pochette con il necessario per la doccia. Non era certa di volerlo fare, ma si ripeté che non aveva altra scelta se voleva i suoi duecento euro. A quel pensiero il suo sguardo indugiò nell'angolo ove teneva nascosta la busta di Lore. Un'altra possibilità c'era.

Allungò la mano verso la busta, quattro bustine soltanto e avrebbe avuto i soldi. Un paio di chiamate e in un paio d'ore avrebbe già venduto tutto. Si sarebbe potuta risparmiare quella degradante recita che stava per fare e avrebbe potuto dire il fatto suo a Saponetta.

Le sue dita trovarono la carta sotto il vecchio accappatoio, la strinsero, ma poi esitò. Non solo vendere quella roba era spaccio, ma il peggio era che se prendeva le bustine poi avrebbe avuto un debito con Lore.

«Fanculo!» ringhiò spingendo di nuovo tutto al suo posto. « Fanculo!» ripeté sbattendo l'armadietto e liberandosi rabbiosamente del costume.

Raggiunse la stanza delle docce, appese l'asciugamano all'attaccapanni, aprì l'acqua, depose sulla panca la pochette e prese sapone, shampoo e balsamo.

Entrando nello spogliatoio aveva "dimenticato" di chiudere la porta e avvicinandosi a saggiare la temperatura dell'acqua percepì un movimento in fondo al corridoio, tra gli armadietti. Saponetta aveva accettato la sua offerta.

Lisa si buttò sotto il getto dell'acqua bagnandosi poi si insaponò con cura, consapevole degli occhi che la guardavano. Non era orgogliosa di quello che stava facendo, ma il fine giustificava i mezzi e lei aveva proprio bisogno di quei soldi.

Prese lo shampoo e uscendo dal getto d'acqua si strofinò i capelli girandosi con finta casualità verso il corridoio. I suoi occhi incrociarono quelli di Saponetta appostato dietro la colonna degli armadi più vicina. Lui si ritrasse e lei non disse niente.

Tornò sotto l'acqua e sentendosi sporca per quel che faceva, si sciacquò con cura, lentamente, poi tornò a passarsi il balsamo e a dare un'occhiata nel corridoio. Saponetta era ancora lì, ma si era spostato più vicino e sull'altro lato, per avere una visuale migliore. Quel dannato pervertito era silenzioso come un ratto. Ancora i loro occhi si incrociarono, di nuovo Saponetta si rintanò nel suo nascondiglio e ancora Lisa non disse niente.

Risciacquò via il balsamo, uscì dalla doccia e si avvolse nell'asciugamano. Raccolse le sue cose, prese la pochette e tornò verso gli armadietti. Il cigolio della porta dello spogliatoio che si chiudeva le disse che lo spettacolo per Saponetta era finito.

Al momento di uscire, la postazione all'ingresso era vuota, ma sul bancone era posata in bella mostra una busta con su scritto il suo nome nella calligrafia incredibilmente femminile di Saponetta.

Prese la busta e guardò dentro, c'erano i duecento euro e un appunto.

Era una semplice sottrazione, la cifra in alto era la sua paga, sotto a detrarre c'erano i duecento di anticipo e poi sottolineati due volte i trecento che gli aveva sottratto quando se n'era andata. Non restava praticamente niente.

«Che stronzo!» imprecò Lisa tra i denti, uscendo dalla piscina.

Con i duecento avrebbe messo una pezza alle riparazioni della panda poi sarebbe tornata da Saponetta a discutere dei trecento.

Era vero che lei glieli aveva presi, ma era anche vero che quella volta lui si era messo a filmarla. Non intendeva dargliela vinta.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now