Capitolo 91 - lo schiocco del cuoio

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La porta dell'appartamento si aprì un'ora più tardi e Michael entrò portando con sé due voluminose buste di carta profumate di arrosto. Il volto era serio, ma non cupo. Lisa lo seguì in cucina e lo aiutò a riporre la spesa che consisteva in alcuni generi di prima necessità e in un abbondante pranzo ordinato in rosticceria. La conversazione fu limitata allo stretto necessario.

Lisa apparecchiò mentre Michael prendeva le varie confezioni di cibo pronto e le metteva nei piatti. Lei avrebbe anche mangiato direttamente dai contenitori, ma supponeva che a Michael, una simile soluzione, sarebbe apparsa una barbarie.

Lo guardò recuperare dal divano i cuscini più morbidi e farne una pila ordinata sulla sua sedia. Considerato quanto doveva essere arrabbiato con lei, era un gesto così gentile che quasi si commosse.

Sedersi fu un supplizio, ma cercò di farlo con la maggiore disinvoltura possibile, per non farlo sentire di nuovo in colpa per quello che era successo. Mangiarono in pressoché totale silenzio e solo quando lei si alzò per preparargli il caffè, Michael parlò per la prima volta del loro immediato futuro.

«Domani mattina Helga passerà a portarti le tue cose. Io uscirò presto per andare a lavoro, ma non tornerò troppo tardi.»

«Va bene, c'è qualcosa che posso fare in casa?»

«Non devi fare niente.»

Lisa non insisté. Il fatto che lui parlasse già di lunedì sera dando per assodato che lei sarebbe stata lì le sembrò una piccola vittoria.


Dopo il caffè Michael andò a farsi una doccia mentre lei provava un po' di tv senza grande entusiasmo. Non sapeva che aspettarsi dalle prossime ore. C'era la storia di Bucarest rimasta in sospeso, c'era la gelosia di Michael per Lorenzo e c'era anche la storia dei suoi debiti. Avrebbe dovuto parlarne? O era meglio aspettare che fosse lui a chiedere?

Stesa di fianco sul divano continuò a pensarci fino ad arrivare alla conclusione che se Michael non voleva più parlarne a lei andava più che bene.

Alla tv non davano niente di interessante così si alzò in piedi e si diresse in cucina per mettere un po' a posto. Michael le aveva detto di non fare niente, ma non le piaceva stare con le mani in mano. Mentre riordinava e puliva, il sedere indolenzito le ricordava cosa lui le aveva fatto la sera prima. Era stato un sollievo che lui avesse accettato di punirla, sia la prima che la seconda volta: era quello di cui entrambi avevano avuto bisogno. Al pensiero di quanto Michael fosse stato vicino a lasciarla, Lisa provò l'immediato desiderio di un'altra punizione. Sapeva di meritarsela anche solo per tutta la sofferenza che aveva causato a Michael, ma più che altro la voleva per tutte le cazzate che aveva fatto e di cui doveva rendere conto.

Finì di sparecchiare, mise le stoviglie sporche in lavastoviglie e andò a sistemare i cuscini del divano. Quando la porta del bagno si aprì, si voltò verso il corridoio.

Vide Michael uscire con l'asciugamano avvolto attorno alla vita, l'ampia schiena nuda, le braccia muscolose. Forte la prese il desiderio di poter essere tra di esse, sentire il calore del suo petto contro il seno, respirare il suo buon odore.

Prima ancora di realizzare cosa stava facendo si trovò a seguirlo. Lui sentì dischiudere la porta della camera e si volse a guardarla, stava per dirle qualcosa, ma poi tacque. Lisa non riusciva a ricordare se le era mai sembrato così bello, così desiderabile. Non riusciva a pensare ad altro che a fare l'amore con lui. La linea elegante delle spalle, l'ampio petto, ciò che l'asciugamano celava; voleva tutto di lui. Gli occhi severi la fissavano, bastavano quelli a farla impazzire, quello sguardo capace di farla tremare e fremere allo stesso tempo.

Miss BelliniWhere stories live. Discover now