Capitolo 69 - Così non può funzionare

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Michael rientrò che erano quasi le ventuno trovando la casa buia e silenziosa. Come previsto dal suo contratto, Miss Bellini aveva staccato da lavoro da più di un'ora. Sfilò il cappotto e lo appese nel guardaroba, accese la luce e prese il biglietto che Lisa gli aveva lasciato nel vuota tasche. Era una consuetudine nata per caso, tutte le sere che non si vedevano lei gli lasciava un messaggio sul retro della lista delle cose da fare che stilava ogni mattina. La prima volta era stato il semplice disegno di un cuore, spesso erano brevi frasi d'amore, una volta gli aveva disegnato il suo seno e sotto la frase "Non ti mancano le mie tette?". Ogni volta lui le scriveva una breve risposta e la lasciava sul tavolo accanto alla lista per il giorno dopo.

Quella sera il biglietto diceva: "Niente scherzi per domani! Voglio vederti! Uffa!!"

Erano tre giorni che non si vedevano. Michael prese la penna, si sedette al tavolo del soggiorno e le rispose: "Domani ceniamo assieme. Anche io non vedo l'ora". Piegò il biglietto e lo lasciò sul tavolo mentre notava la cesta del bucato sul divano.

Miss Bellini aveva dimenticato di riporla. Si fermò a considerare se era motivo sufficiente per una punizione e decise di sì; dopotutto erano giorni che soprassedeva a piccole inadempienze della sua cameriera.

Valutò che la cosa non poteva essere rimandata oltre. L'indomani poteva anche posticipare il suo ingresso a lavoro e rispondere a qualche mail dallo studio mentre attendeva il suo arrivo. Le avrebbe fatto notare le sue mancanze, l'avrebbe fatta chinare, mettere le mani sulla scrivania, dopodiché le avrebbe dato una bella sculacciata. Al pensiero provò un certo compiacimento e subito dopo un deciso imbarazzo. Da quando impartire disciplina era diventato fonte di piacere?

Il sabato precedente lei aveva dimenticato la moka sul fuoco finendo con l'allagare di caffè il piano cottura e bruciare la guarnizione. Chiuso nel suo studio a leggere alcuni documenti lui non si era accorto di niente fino a quando lei non si era spontaneamente denunciata.

Mortificata gli aveva fatto vedere il guaio combinato e poi si era chinata in avanti, sul tavolo di cucina, per la punizione. Lui aveva contemplato il fondoschiena fasciato nella gonna nera della divisa, così magnificamente offerto, e le aveva dato una bella sculacciata poi le aveva detto di cambiare la guarnizione e scendere a prendere un espresso nel bar all'angolo. La moka non avrebbe certo fatto un buon caffè con la guarnizione nuova.

Si era spostato in soggiorno, sul divano, per vedere il notiziario e cinque minuti più tardi Miss Bellini si era ripresentata comunicando che le guarnizioni erano finite e che avrebbero dovuto riordinarle dall'Italia. Ci sarebbe voluta una settimana prima di riavere la sua moka funzionante.

Stava per prenderla per un polso e tirarsela sulle ginocchia quando l'aveva vista mettere spontaneamente mano al bottone della gonna. Guardandola calarsi gonna e mutandine aveva sentito una fitta di desiderio e stendendosi sulle sue ginocchia Lisa era andata a premere col fianco contro la sua erezione.

L'aveva sculacciata con forza, a lungo, facendole il sedere completamente rosso, spiegandole che l'organizzazione della casa era una sua precisa e doverosa incombenza, ma per tutto il tempo aveva provato l'impulso di fermarsi e farla sua, per di più colpevolmente conscio che certo Lisa sentiva la sua eccitazione premerle contro il fianco.

Si guardò le mani ripensando a quel giorno, alla sera in Italia in camera di Lisa, a quello che si era immaginato, alla loro settimana bianca, al nomignolo con cui lo chiamava. Anche per lei era cambiato qualcosa? Prepotente tornò il ricordo dei tre schiaffi che le aveva dato. Non ne avevano mai parlato. Come mai lei non era sembrata turbata quanto lui dalla violenza di quel gesto? Lo aveva perdonato per quello scatto? E cosa avrebbe pensato di lui se avesse saputo cosa gli passava per la testa mentre la puniva? Come avrebbe reagito alla cosa se avesse scoperto che provava compiacimento nel punirla? Ma poi, era davvero questo che provava?

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