Capitolo 85 - Un biglietto

218 18 3
                                    


Helga aveva passato ventiquattro ore decisamente brutte e concesso a Michael ben quarantotto ore per essere offeso dal suo tradimento, ma non intendeva lasciarne passare una di più. Voleva dare a Michael la sua versione dei fatti, spiegare cosa l'aveva trattenuta e poi aiutarlo ad affrontare la cosa con Lisa. Quel ragazzo, lasciato a se stesso, ci avrebbe messo almeno un mese a reagire.

Ricordava molto bene quando era iniziata la separazione con la sua ex moglie. Michael in un primo tempo non l'aveva presa affatto bene ed era stata Helga a rimetterlo sui binari. Ci aveva messo una settimana intera per convincerlo a scuotersi di dosso la polvere di un rapporto ormai logorato dalle incomprensioni. Quel brav'uomo era assolutamente un disastro con i rapporti personali, inoltre se era critico ed esigente con gli altri, pretendeva molto di più da se stesso.

In quanto a Lisa, avrebbe dovuto cavarsela da sola fino a quando Michael non fosse tornato in pista. Le voleva un gran bene nonostante la cosa di Bucarest l'avesse indignata, si era affezionata a lei molto rapidamente, ma in quel momento non poteva dividersi su due fronti e per di più lei aveva i suoi amici, Teo e Giulia, che le erano parsi decisamente in gamba, mentre Michael per quel genere di problema aveva solo lei.


Dopo essersi fermata al supermercato e in un paio delle sue botteghe preferite, carica di sei grandi buste di spesa, chiamò un taxi per farsi portare a casa Berger.

Il tassista fu molto gentile. La aiutò a scaricare la spesa dall'auto portandogliela direttamente nell'ascensore. Helga lo ringraziò e gli pagò la corsa aggiungendo una generosa mancia.

Mentre saliva estrasse le chiavi dalla borsetta. Anche se fosse stato a casa Michael non avrebbe aperto a nessuno, quindi lei giocava di anticipo. Era brutale, ma doveva forzare la mano se voleva aiutarlo.

Non c'erano mandate, segno che era in casa. Aprì e tese l'orecchio. Non udì alcun suono rivelatore della presenza del padrone di casa.

«Mr Berger sono io, Helga.» Attese, ma non udì risposta alcuna. «Le ho portato un po' di spesa.»

La porta di studio si aprì facendo uscire una densa nube di fumo e un Michael decisamente sgualcito. «Helga cosa ci fa lei, qui?»

«Le ho portato la spesa.» Helga attraversò il soggiorno spalancando le finestre per cambiare l'aria viziata e puzzolente di fumo.

«Io non le ho chiesto niente.»

«No, non l'ha fatto.»

«Torni a casa Helga, mi lasci in pace.»

«Non intendo farlo.»

«Helga se ne vada, non ho voglia di vederla.»

«Dovrà invece. Vedermi e parlarmi.»

«Helga se ne vada. Torni a casa.»

«Sa che oggi è domenica?»

«E questo che c'entra?»

«Oggi niente lavoro. Non sono qui come sua sottoposta e non può dirmi cosa fare.»

«Ma lei è a casa mia!»

«Esatto e come sua ospite gradirei del tè.»

Michael grugnì qualcosa di incomprensibile che Helga intuì accennare alla sua testardaggine. Da che pulpito, pensò ma lasciò correre.

«Non si preoccupi, mi occupo io dell'acqua per il tè. Conosco la strada.»

Lo attese in cucina e, come previsto, poco dopo lui la raggiunse. Si sedettero al tavolo. Gli versò il tè e mise lo zucchero, due cucchiaini come piaceva a lui, poi il latte, appena un po', quindi gli porse la tazza.

Miss BelliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora