Capitolo 95 - Trattativa e resa

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Lisa si svegliò di soprassalto, destata dal rumore della porta dell'appartamento che si chiudeva. Si alzò dal letto con una smorfia di sofferenza: il sedere le faceva un gran male. La camera era inondata di luce, la sveglia indicava che erano le dieci e quarantacinque.

Michael l'aveva lasciata dormire. Avevano dormito assieme quella notte. Solo dormito, ma era un passo nella direzione giusta. Si stiracchiò, pensando che fosse strano che Michael fosse uscito così tardi. Fu allora che sentì un rumore provenire dalla cucina.

«Michael?»

«No, Michael è uscito questa mattina alle sette, come ogni mattina» disse una voce che conosceva bene. «E ha mandato me a sculacciarti un altro po'.»

Lisa uscì dalla camera con indosso la maglia che aveva usato per dormire e raggiunse la cucina. La sua ospite stava preparando il caffè e aveva invaso il tavolo di cucina con una mezza dozzina di buste di carta.

«Helga» sorrise Lisa, contenendo a stento la voglia di correre ad abbracciarla. Dopo gli ultimi eventi non era certa di come stessero le cose tra loro due.

«Su, avanti, non essere sciocca» la invitò Helga, allargando le braccia.

Lisa le saltò al collo, troppo felice per trattenersi anche solo un po'.

Presero il caffè mentre Lisa aggiornava Helga sugli ultimi eventi. Era così sollevata di averla lì e di potersi confidare con lei che completò tutto il racconto prima di spostare la sua curiosità sulle buste che nel frattempo erano state spostate dal tavolo al divano.

«Hai fatto shopping?» domandò notando i loghi delle buste. Quelli che conosceva erano tutti marchi di abbigliamento.

«Ordine di Michael.»

«In che senso?»

«Nel senso che stamattina mi ha mandata a comprarti qualcosa da vestire, visto che non hai praticamente più abiti da mettere, secondo lui.»

«E tutta quella roba sarebbe per me?»

«Diciamo che mi sono fatta prendere un po' la mano.»

Lisa la guardò incredula poi si alzò per andare a guardare nelle buste. C'erano abiti e biancheria ed era tutto di marca.

«Se qualcosa non ti piace, lo possiamo cambiare.»

Lisa scosse la testa, guardando incredula il contenuto delle buste.


***


Michael scorse un'altra volta il fascicolo che aveva in mano, ma la sua testa continuava a tornare a Lisa. Poco prima Helga lo aveva chiamato per dire che aveva fatto quello che le aveva chiesto e che sarebbe stata in ufficio subito dopo pranzo. Era stata stranamente avara di notizie. Lui non aveva fatto domande e questo era normale, ma lei non aveva fatto nessun commento, né sul suo gesto, né sulla reazione di Lisa, e questo era strano.

Forse Helga aveva frainteso e non approvava, ma il suo non era stato un regalo, solo un modo per sopperire alla mancanza di vestiti di Lisa. Un acquisto funzionale. O forse era Lisa che aveva frainteso? E perché Helga non gli aveva detto niente?

Stanco di porsi domande che non avevano risposta tornò a leggere i documenti, ma Lisa gli era entrata in testa e non voleva più andarsene.

Aveva deciso di darle un'altra opportunità. In realtà aveva capito che la forza dei suoi sentimenti per Lisa non era cambiata. Lei aveva fatto un grosso errore, ma l'aveva ascoltata parlarne e, per quanto difficile, aveva compreso cosa l'aveva spinta. Non l'aveva ancora perdonata, ma l'avrebbero superato assieme.

Miss BelliniOù les histoires vivent. Découvrez maintenant