Capitolo 100 - Kati

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Lisa parcheggiò l'auto fuori vista. Non voleva che la vedessero arrivare con quella. Chiuse lo sportello e, mani in tasca, si diresse verso l'ingresso della piscina.

Nel piazzale non vide la macchina di Vadim. Ema invece era appoggiato contro la parete, di fianco alla porta a vetri.

«Sei in ritardo» la salutò.

«Non sono l'unica, mi sembra» replicò Lisa, stringendosi nelle spalle.

«E qui ti sbagli» sorrise Ema indicandole alla sua sinistra, con un cenno del mento.

Da un'auto parcheggiata era appena uscita Katalina.

«Sta lì da un quarto d'ora almeno» precisò Ema, come se la cosa fosse molto divertente.

Guardò Katalina avvicinarsi, provando un moto di fastidio per quanto fosse bella. Era chiaro perché Lore fosse stato con lei. Ema aveva chiesto anche a lei di andare a trovarlo in prigione? E, nel caso, lei cosa aveva risposto?

«Vadim?» domandò Lisa per tornare a concentrarsi sul presente. Non che avesse nessuna voglia di vederlo, ma era lui l'uomo di Cezar e a lui avrebbe dovuto consegnare la roba.

«Vadim non fa più parte della partita» stabilì Ema.

«Sei in ritardo, Lisa» disse Katalina, senza preamboli e abbassò gli occhiali da sole giusto il necessario per guardarli da sopra le lenti.

«Fa piacere anche a me rivederti» disse Lisa. Voleva essere ironica, non ostile, ma le venne fuori un po' troppo acida.

«Non abbiamo tutto il giorno» la ignorò Kati. «Hai la consegna con te?»

«Secondo te giro con tutta la roba addosso?» replicò Lisa. Essere sottovalutata la irritava. «Mi credi così idiota?»

«Onestamente?» domandò sarcastica Katalina.

«Ok! Ok! Basta così, gattine» intervenne Ema, che pareva godersela un sacco. «Vi giuro che starei qui a vedervi bisticciare anche tutto il giorno, ma non è il momento adatto.»

Entrambe lo fulminarono con lo sguardo per il termine "gattine", ma Ema non si tolse dalla faccia quell'aria divertita.

«Perché siamo qui se non ha la consegna?» domandò Katalina nervosa.

Anche a Lisa non piaceva essere lì. «Che cazzo significa questo? Che vuol dire "Vadim non fa più parte della partita"?»

L'assenza di Vadim la innervosiva. Lore aveva già provato a fottere Cezar una volta ed era abbastanza cretino da rifarlo. Ema e Kati erano i suoi degni compari e lei non avrebbe consegnato la roba a loro due.

Katalina estrasse un cellulare, compose un numero e glielo passò. Lisa accostò l'orecchio al segnale di libero mentre ancora lei e Kati si squadravano.

La freddezza di Kati la indisponeva. Non erano certo amiche, ma nemmeno più nemiche dopo la loro comune disavventura, invece Kati stava facendo la stronza. Mentre il segnale di libero si protraeva, Lisa se ne domandò il motivo e subito giunse il ricordo di cosa le aveva detto mentre si faceva punire sul divanetto rosso. Quell'ammissione era l'unica cosa che non aveva confessato a Michael e anche il motivo per cui lei e Kati non potevano andare d'accordo.

«Ciao Lisa, ti sono mancato un po'?» la voce che giunse dal telefono era quella di Cezar.

«Devo essere sincera?»

Lo sentì ridere poi la voce si fece seria. «Kati è a posto, l'ho mandata io. Vadim invece è fuori. Fa' come ti dice lei e il tuo debito con me sarà saldato.»

«E il video?»

«Lo trovi nel cellulare tra le tue mani.»

«Come posso fidarmi di te?» domandò Lisa. Cezar rise di nuovo. «Come so che non hai fatto delle copie?» Nel porre la domanda incrociò di occhi verdi di Kati che le fece un cenno d'assenso. Su quella cosa Katalina non le avrebbe mai mentito.

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