Capitolo 87 - Insalata di pollo e pizza

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Era trascorsa quasi una settimana. Sei giorni dall'arrivo di Lisa a Vienna, quattro da quando l'Avvocato Liberti aveva fatto il suo resoconto, e ancora Michael non aveva chiamato. Né Lisa, né lei, nemmeno per avere aggiornamenti sul lavoro. Helga chiuse l'agenda con gli appuntamenti della settimana successiva, si tolse gli occhiali e si massaggiò gli occhi, stanca.

Si era domandata più volte in quei giorni se avesse esagerato con lui, se gli avesse forzato troppo la mano ottenendo il risultato contrario, allontanandolo da Lisa, piuttosto che coadiuvare il loro riavvicinamento. Si sentiva responsabile, a tratti colpevole, e non le piaceva. Inoltre era preoccupata. Non ricordava che fosse mai successo di non sentire Michael per così tanti giorni. Di norma, anche quando non si vedevano in ufficio, lui la chiamava praticamente ogni giorno. Era preoccupata per Michael. Come se la stava passando?

Nel soggiorno Lisa dormiva sulla poltrona davanti alla televisione accesa. Helga prese il plaid gettato sul divano che la ragazza aveva riempito di briciole e uscì fuori in terrazza a scuoterlo. Non sarebbe stato il sabato sera più eccitante della loro vita, ma aveva preso un paio di film al videonoleggio ed entro mezz'ora sarebbe arrivata la pizza. Guardò la ragazza. Era solo un paio di giorni che non la vedeva e non poteva dire che fosse dimagrita, ma era quasi sicura che non avesse praticamente mangiato dalla loro ultima cena assieme. Aveva sgranocchiato delle patatine poco prima, ma non poteva proprio dirsi un pasto nutriente. Qualche fetta di pizza non le avrebbe fatto male. Ancora si domandò cosa stesse facendo Michael, se lui stesse mangiando regolarmente e ancora cercò di frenare l'impulso a chiamarlo. Per come stavano le cose, doveva essere lui a fare la prima mossa.

Il cellulare si illuminò e prese a vibrare sul tavolo, accanto all'agenda. Helga rientrò e lo prese, guardando subito dopo verso Lisa. Non si era svegliata. Nonostante la serata gelida, tornò in terrazza per rispondere. Meglio non svegliarla, non sapeva cosa aspettarsi da quella telefonata. Il tempismo comunque era incredibile. Il display riportava il nome "Michael".

«Buonasera Michael, l'avrei chiamata io per gli aggiornamenti dell'agenda» disse, come se quella telefonata potesse riguardare il lavoro.

«Non dovrebbe stare in terrazza con questo freddo, Helga.»

Quell'asserzione la spiazzò. Com'era possibile che lui sapesse dove si trovava?

«Aspetti, ci sono aggiornamenti per lunedì?» domandò lui, perplesso.

«No, no, nessuno» disse lei tralasciando la scusa del lavoro, ancora confusa dalle parole di lui. «Ma lei come fa a sapere dove sono?»

Mentre poneva la domanda, l'occhio le cadde nel giardino sottostante e andò a inciampare in una sagoma scura, tra le ombre degli alberi.

«Sono qui sotto, nel giardino pubblico» le confermò Michael.

«La vedo» sorrise Helga. Lui era lì: il primo passo era compiuto.

«Dovrebbe rientrare o si prenderà un malanno.»

«Non mi ammalo facilmente e non fa così freddo.»

«Non è un motivo valido per restare fuori.»

«La inviterei a salire, ma ho una ospite.»

«Non si preoccupi, facevo solo due passi e mi sono trovato sotto casa sua.»

Helga non accennò al fatto che era penoso come bugiardo. «In molti sottovalutano la bellezza della periferia, la sera» lo prese in giro e Michael non replicò. Helga lasciò sedimentare il silenzio per incoraggiarlo a parlare del vero motivo per cui si trovava lì.

«Helga lei sa dove si trova Lisa? Sono passato dal suo vecchio domicilio, la sua coinquilina mi ha confermato che alloggia lì, ma che stasera è uscita e io...»

Miss BelliniWhere stories live. Discover now