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La cerimonia di sottomissione a Min Yoongi era andata davvero bene

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La cerimonia di sottomissione a Min Yoongi era andata davvero bene.

I capi tribù si erano riuniti tutti a palazzo, dove erano stati accolti con tutti i privilegi.
Dopo il giuramento si era passati al banchetto, dove tutti si erano abbandonati a corpose porzioni di cibo e alcol.
Jimin era l'unico sobrio a quanto pare, e solo perché l'indomani si sarebbe svegliato all'alba per filarsela da lì il più velocemente possibile.

Era stato a contatto con Yoongi il meno che poteva, in verità avrebbe voluto andarsene già il giorno dopo l'accaduto di qualche sera prima. Ma re Min aveva mandato Jackson a mediare per lui e, alla fine si era lasciato convincere a rimanere. Con la promessa però, che il re non gli avrebbe più parlato di cose che non riguardavano la campagna e gli accordi con Jungkook.
E così era stato.
Prese un gran sospiro, buttando giù un altro sorso di sidro alle mele.

La festa era andata a scemare piano.
Con gli ospiti tutti contenti che si congedavano uno dopo l'altro.

Yoongi, invece, sembrava non avesse alcuna intenzione di andare a dormire.
Anzi continuava a bere.
Quando era alterato dall'alcol cambiava completamente personalità, in pratica diventava la seconda versione di Ren e Taehyung, che erano caotici e molesti.

Se ne stava lì, a urlare ai musicisti di suonare una canzone dopo l'altra e li correggeva come fosse un professore. Di quelli che odi sin dal primo momento, tra l'altro.
«Sua altezza, perché non lasciate andare i musicisti? È tardi, anche voi dovreste proprio andare a dormire» aveva provato Jackson, ormai saturo come tutto il resto dei servi e dei soldati presenti.
«Non rompere! Non rompere! Oggi è festa! Vino! Portate altro vinooo!» gli aveva risposto l'altro dandogli una manata dritta in faccia.

Jackson aveva sospirato sonoramente e aveva fatto un paio di passi indietro, per farsi da parte.

«Se vuoi andare a dormire, puoi farlo. Mi occuperò io di riaccompagnarlo nelle sue stanze» gli aveva detto Jimin, mosso dalla compassione.
«Ma non potrei mai... Non dopo il brutto screzio che avete avuto...»
«Non preoccuparti, Jack. Non è stato nulla di importante. E poi, un'altra mezz'ora e sarà completamente k.o. per aprire quella sua stupida boccaccia» lo rassicurò il biondo, dandogli una pacca sulla spalla.
Jackson guardò Jimin, e poi, il suo re «Se succede qualcosa...»

«Sono uno degli uomini più fidati di Jungkook. Se qualcuno si azzarda a toccarlo giuro che gli taglio la gola seduta stante» gli fece l'occhiolino, e Jackson sorrise. Anche se, in modo stanco.

«Grazie, allora te lo affido»

«Sì, ma porta via anche la banda, se sento un'altra di queste canzoni tristi, giuro che mi stacco le orecchie» Jackson annuì e il ragazzo raggiunse il tavolo delle bevande, prendendo la dannata caraffa di quel vino che il corvino continuava a chiamare.
«Se continui a parlare così, sveglierai tutto il palazzo» disse versandogli il liquido rosso nel bicchiere d'oro. Yoongi alzò lo sguardo verso di lui, ma lo distolse subito «Ora mi dai del tu?» chiese.
«Sei troppo ubriaco, domani non ricorderai comunque niente» fece spallucce Jimin, sedendoglisi accanto. Min sbuffò un sorriso, mentre beveva ancora «Probabile»

𝔐𝔶 𝔖𝔴𝔢𝔢𝔱 𝔇𝔢𝔪𝔬𝔫 𝔎𝔦𝔫𝔤|| TkWhere stories live. Discover now