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Il viaggio per tornare nel Regno del Sole era durato neanche un giorno di marcia

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Il viaggio per tornare nel Regno del Sole era durato neanche un giorno di marcia. Da lì, anche se non proprio con Jin favorevole a lasciar andare suo fratello minore, Taehyung e Jimin avevano proseguito, raggiungendo l'accampamento.

Jimin aveva radunato gli uomini e gli aveva ordinato di tenersi pronti per ogni evenienza.

Il principino, invece, era stato confinato nella sua tenda, quella dove per quasi un mese aveva dormito con Jungkook.

Da allora era passato un giorno.

Poi un altro.

E ancora uno.

Ma nessuna lettera era arrivata all'accampamento. Nessun aggiornamento, nessuna notizia, niente.

Il principino era in uno stato di angoscia totale, quasi si rifiutava anche di mangiare e vani erano i tentativi di Yugyeom di rallegrarlo.

Taehyung apprezzava la compagnia del rosso, ma non bastava a rassicurarlo e il fatto che Jimin si rifiutasse di parlargli lo buttava ancor più giù.

Era accovacciato nella tendina da parecchio, lo sguardo fisso su una casacca sporca che Jungkook aveva lasciato lì, appesa ad uno dei pali.

Possibile che non avesse avuto tempo di farsi sentire?

E se fosse successo qualcosa?

E se Jingoo gli avesse fatto del male?

No, non doveva neanche pensarci. Era di Jungkook che stava parlando, aveva visto con i suoi occhi di cosa fosse capace.

Solo un'altro giorno. Solo un altro e, sicuramente, si sarebbe fatto vivo.

Si tirò su a sedere sulla tendina, sospirando sonoramente. Sarebbe stato meglio per lui se avesse mosso quel dannato sedere a farsi vivo, lui in quello stato non poteva reggere ancora molto!

Si alzò in piedi e raggiunse quella casacca scura. Era sporca e puzzolente...Proprio come al solito. «Che maiale...» si ritrovò a sussurrare con un sorriso addolcito sul viso. L'aprì con le mani, allargandola in un punto particolare in prossimità del petto. C'era persino un piccolo buco...

Si abbassò sul tessuto, immergendovici il viso. Le sue narici vennero pervase dall'odore pungente di sporco e sudore mischiato, però, a quello muschiato di Jungkook.

Aspirò avido dalle narici. Stringendo gli occhi, gli sembrava quasi di riuscire a sentirlo lì vicino, che lo abbracciasse a sé.

Indietreggiò lentamente, senza staccare il viso dalla stoffa. Poi, quando sentì il materasso della tendina contro il polpaccio, si fermò, lasciandosi cadere.

Tornò ad accovacciarsi di nuovo, il viso ancora immerso nell'odore di Jungkook.

Gli tornarono alla mente tutte le notti che avevano passato stretti in quella tendina.

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