Capitolo 42 - quinta parte

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Si rimette in piedi e riesce a camminare normalmente. Sono riuscita a farlo rilassare ciò significa che il peggio dovrebbe essere passato. Passo a Charlie la maglietta e poi le scarpe. Usciamo dalla stanzetta e vediamo Derek e Julie che si scambiano effusioni amorose così evitiamo di interromperli e ce ne andiamo.

Sono molto felice per loro, sapevo che sarebbe finita bene. Si amano e Julie è davvero una ragazza fantastica oltre che comprensiva. Un giorno forse vorrà raccontarmi meglio la loro storia, intanto io li sosterrò come meglio posso. Sono davvero adorabili e allo stesso tempo animaleschi. Mi danno l'impressione che finiranno nei bagni del bar e che forse non sarebbe la prima volta. Non mi sento di giudicare, quando la passione ti travolge non pensi al luogo o alle persone che ti circondano. Se la persona con cui stai ti fa perdere il controllo, allora niente importa.

Superato il bar e Jim e ci dirigiamo direttamente alla macchina. Charlie sembra stare bene ma la caviglia rischia di gonfiarsi e il suo torace è viola. Sapevo di non dover ascoltare Derek quando sminuiva Ivan. Scuoto leggermente la testa al pensiero di quanto il mio ragazzo e il suo amico possano essere testardi. Non sanno proprio percepire il pericolo e cosa è giusto da cosa è sbagliato. Ricordo che la prima sera, mentre parlavo con Julie, mi disse qualcosa riguardo ai genitori di Derek. Non ho voluto insiste perché avevo capito che lei non aveva il diritto di raccontarmi qualcosa di simile. Questo è il motivo per cui non ho mai fatto domande a Charlie ma non posso evitare di chiedermi se non gli sia capitato qualcosa di simile al suo amico.

Julie disse che il suo comportamento era peggiorato e che allontanava tutti. Forse i due amici sono cresciuti incapaci di riconoscere ciò che possono fare da ciò che sarebbe meglio evitare. Forse Julie fa da cuscinetto per le scelte sbagliate. So che non avrò risposte molto presto ma non posso evitare di pensarci. Saliamo in macchina e cerco di mettere in pausa il cervello. Charlie mi chiede di ordinare la cena da un ristorante italiano per farla portare a casa sua. Arriveremo sicuramente prima del fattorino e abbiamo una fame da lupi, non vogliamo aspettare.

Quando arriviamo a casa, non abbiano neanche il tempo di sistemarci che suonano al cancello. La cena arriva la paghiamo e ci mettiamo sul tavolo in marmo della cucina in un silenzio tranquillo. Senza disagio, ansia o preoccupazione.

Finiamo una delle pizze più buone che io abbia mai mangiato e sistemiamo la cucina. Charlie deve farsi la doccia, salgo con lui ma vado in camera. Quando supero la porta del bagno, una mano mi stringe il braccio e Charlie mi tira contro di sé.

Chiude la porta alle mie spalle e senza che io possa chiedere spiegazioni, le sue labbra si impossessano delle mie con tutta la passione e il desiderio che prova. Sfogo sulle sue labbra tutto lo stress accumulato nella giornata, mi libero dei brutti pensieri che ho avuto per tutta la sera. La mia schiena aderisce alla porta mentre Charlie mi ci schiaccia contro col peso del suo corpo. In effetti non sembrerebbe, ma questi centimetri di differenza che abbiamo sono adorabili, mi fanno sentire piccola nonostante io sia alta per essere una ragazza.

Tra un bacio e l'altro, Charlie ansima: "Mi sei mancata"

Il suo fiato caldo accende un fuoco dentro di me. In risposta gli mordo il labbro inferiore, nonostante il taglio. Passo delicatamente la lingua sulla ferita che ha ripreso a sanguinare debolmente e Charlie geme nella mia bocca. Ho intenzione di farlo impazzire come ha deliberatamente fatto lui durante tutto il pomeriggio. Strattono la sua maglia che pochi istanti dopo, si trova a terra insieme alla mia.

Lo accarezzo facendo molta attenzione a non esagerare con la pressione. Mi allungo per mordicchiargli la mascella e salire fino al suo orecchio destro. Afferro tra i denti il suo lobo e stringo delicatamente, in attesa di una reazione che non tarda ad arrivare. Il corpo di Charlie freme contro il mio mentre mi preme maggiormente contro la porta per rendermi cosciente della sua poderosa erezione. La sento pulsare contro il mio addome e mi eccito all'istante.

Il suo desiderio per me è il miglior afrodisiaco di sempre. Allaccio le braccia al suo collo mentre lui con un movimento della mano mi slaccia il reggiseno. È praticamente diventato un esperto, eppure credevo fosse una delle cose più complicate per i ragazzi. Percepisco la mia nudità ma la accetto senza provare vergogna. Sono con il ragazzo che amo e che desidero.

Inarco la schiena facendo aderire il mio petto al suo per aumentare il contatto della nostra pelle. Fiondo le labbra sulle sue per reclamare ciò che mi ha promesso ripetutamente. Nella sala musica, in cortine e nella stanza delle scommesse. Charlie è stato molto attento nel suo gioco, provocandomi quanto bastava ma ora deve mostrarmi cos'ha da darmi.

Le nostre lingue si cercano anche se prima o poi dovremmo riprendere fiato. Le sue mani mi accarezzano con possessività. La sua mano destra mi accarezza la schiena nuda mentre l'altra si trova tra i miei capelli. Il mio corpo è ormai completamente annebbiato dal desiderio, sento la pelle formicolare sotto il suo tocco e l'elettricità tra noi non fa che crescere. Riapro gli occhi per osservarlo bene e vedo il labbro gonfio.


Ah, adesso ti interessa?

Prima non ci ho pensato.

Me ne sono accorta.


Immagino che se non lo avessi mordo, non si sarebbe gonfiato in questo modo ma non potevo trattenermi. Quando siamo insieme, il mondo non conta più nulla e credo sia incredibile.

Per chiedere scusa, lascio qualche bacio leggere sulle sue labbra. "Sei sicuro?"

Mi guarda con fermezza ed ansima: "Dopo ieri notte ho gli ormoni di un tredicenne quindi si, sono sicurissimo. Fammi male, non mi importa"

Rido davanti alla sua sincerità, adoro quando mi parla in questo modo. Sembra davvero pazzo di me.

Le sue labbra divorano la mia risata e mi trascinano sotto la doccia, ci togliamo a vicenda i pantaloni e la biancheria intima per poi andare sotto il getto d'acqua. Gemo e ansimo non appena la sua lingua segue il percorso delle sue mani su di me. Mi appoggio alle mattonelle quando sento che le ginocchia stanno cedendo.

Sta giocando con me, sa perfettamente le mie zone più sensibili così le sfiora ma non mi soddisfa mai pienamente perché vuole aspettare. Stanca del suo gioco, decido di ricambiare. Prendo un po' di bagnoschiuma e glielo spalmo sulle spalle larghe. Lo accarezzo e scendo lungo le braccia mentre gli bacio il petto. Stringo piano le dita intorno ai suoi polsi quando gli mordo un pettorale e un suono gutturale gli scappa dalle labbra. Passo la lingua sul morso per alleviare il dolore e poi inizio ad accarezzarlo con le mani insaponate.

Alzo gli occhi per incontrare il suo sguardo carico di desiderio che mi osserva da sotto le ciglia castane. Inizio ad abbassarmi, senza staccare il nostro contatto visivo, e gli lavo le gambe. Quando arrivo alle cosche faccio molta attenzione a giocare secondo le sue regole ed a non dargli mai troppo piacere. Dopo aver finito, mi aggrappo al retro delle sue gambe forti per aiutarmi ad alzarmi. Torno in piedi strusciando tutto il mio corpo contro il suo.

Arrossisco davanti a questa iniziativa così spudorata, non so da dove mi sia venuta quest'idea ma adoro sentire Charlie che trema di desiderio. Finalmente in piedi, il mio viso viene intrappolato dalle sue mani e le sue labbra mi reclamano con ardore. Il fuoco che divampa tra di noi è quasi tangibile.

"Cazzo Radiolina, sei la fantasia perfetta. Un fottutissismo porno vivente...io, Dio quanto ti voglio. Ho bisogno di sentirti"

Rossa in viso, sussurro: "Allora prendimi e fammi tua"

Non sono abituata a parlare in questo modo o in generale a usare questi termini ma eccitare Charlie sta diventando una droga. Ho bisogno del suo desiderio, mi fa sentire bella, forte e normale.

"Cazzo!" Usciamo di corsa dalla doccia, mano nella mano. Charlie mi trascina in camera e naturalmente non prendiamo gli asciugamani perché sarebbero superflui. Mi accarezza in modo frenetico mentre sussurra: "Dimmi che posso fare tutto, dimmi che sei mia"

Mi stendo sul letto. "Sono tua e mi fido ciecamente di te"



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