Capitolo 21 - seconda parte

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Penso a quali altre domande posso fare e mi torna in mente una nostra conversazione un po' ambigua, così gli chiedo: "Me lo dirai mai?"

Intanto, gli sto metto la pomata sul terzo e grazie al cielo, ultimo, livido sull'addome.

Mi guarda confuso. "Che cosa?"

Ripeto le sue esatte parole. "Quella cosa che dovrebbe farti sembrare ancora più inquietante ai miei occhi"

Imbarazzato, distoglie lo sguardo. "Non lo so...ora stiamo bene e non voglio rovinare le cose sembrandoti uno stalker"

Azzardo la prima ipotesi che mi viene in mente. "Perché? Mi hai seguito?"

Sbarra gli occhi e subito esclama: "No!" Dopo un attimo di silenzio, continua titubante: "O almeno, non proprio. Io, insomma, in realtà...è che io..."

Non posso evitare di sorridere nel vederlo così in imbarazzo. "A parole tue"

Mi guarda frustrato. "Il problema è proprio questo. Non trovo le parole giuste"

"Allora dimmelo con quale sbagliate, proverò a capire"

"Ok, allora. Mi sono trasferito qui in America e nonostante io abbia trovato questo paese straordinario come è sempre stato, non è riuscito a suscitare niente in me. Quando sono arrivato erano sei anni che non disegnavo. Dopo la morte dei miei genitori, usavo l'arte come via di fuga dal mondo reale ma poi durante gli anni in affido ho smesso perché ciò che disegnavo non significava nulla, mi mancava l'ispirazione. Nulla che mi circondasse riusciva a scaturire in me quale voglia irrefrenabile di disegnare qualcosa. Nulla era abbastanza bello o affascinate da farmi pensare: -questa è pura arte-. Poi sei apparsa tu con quei tuoi bellissimi occhi tristi e quella tua risata capace di far risplendere ciò che hai intorno e con questo corpo pazzesco" Leggermente in imbarazzo continuo ad ascoltarlo. "Quando mi guardi spero con tutto me stesso che i tuoi occhi diventino azzurri perché sapere che la mia presenza ti rende felice mi fa impazzire dalla gioia" Sono sicura che adesso siano azzurri perché mi sento al settimo cielo. "E tutto questo era per dirti che grazie a te ho ritrovato l'ispirazione che avevo perso da anni" Mi bacia la lacrima che ho sulla guancia e che non sono riuscita a trattenere.

Gli disinfetto le nocche e ripenso al nostro primo incontro. "Ma la prima volta che ti ho visto avevi le mani sporche di matita. È stato grazie a quello che avevo capito che sei un'artista"

Sorride. "Lo so, perché non ho mai smesso di provare a disegnare qualcosa, ma non veniva fuori nulla. Il primo disegno dopo anni sono stati i tuoi occhi"

"Wow"

Non riesco a riconoscere tutte le emozioni che sto provando. La più forte di tutte è sicuramente l'amore, amore verso questo dolcissimo ragazzo, amore verso le sue semplici parole e verso i sentimenti confessati attraverso di esse. La seconda credo sia felicità, l'ultima volta che sono stata così felice non riesco ricordarmela. Le altre emozioni sono secondarie e non voglio riconoscerle, mi bastano le prime due.

Nasconde il viso nell'incavo del mio collo. "Vedi? Ora sono diventato ancora più inquietante"

Le sue parole vibrano sulla mia pelle riscaldandola. Un piccolo lembo di pelle viene risucchiato dalla bocca di Charlie. Mi sfugge un gemito strozzato e sento il sorriso del mio ragazzo premere sulla mia pelle.

Gli passo una mano tra le lunghe ciocche ancora umide. "In realtà no"

"E allora perché mi guardavi in quel modo?"

Prima di poter pensare ad una risposta, le sue labbra riprendono da dove si erano interrotte. Sento la pelle tirarsi leggermente e poi il calore della sua bocca. La lingua che mi assaggia mentre le mie mani spronano il suo viso a continuare.


No, resisti.

Ma no dai ti prego.

Sii forte.

E perché mai.

Perché si.

Non è una risposta.

Invece sì.

Uffa.


Cerco di mettere assieme una frase di senso compiuto. "Non lo so, nessuno mi ha mai parlato in questo modo e ... le parole che hai usato. Non sono mai stata definita così"

Alza il viso e mi guarda stupefatto. "Non è possibile"

"Invece sì. Non so cosa tu veda in me, ma credo che tu sia rimasto abbagliato da altro. Io non sono quella ragazza. Sono sempre stata quella troppo magra per essere sexy, quella troppo stronza per essere simpatica e quella troppo aggressiva e impulsiva per avere amici"

"Eppure hai Adam e Lily"

Ripenso a tutti i momenti passati insieme. "Loro li ho sempre considerati miracoli divini e poi riescono a stare con me perché mi hanno capita, sanno contenere le mie esplosioni"

Charlie mi stringe ancora di più. "Hai me"

Scuoto la testa. "Non ti piace la vera me"

Piega la testa di lato e mi guarda sorridendo. "Com'è la vera te?"

"È quella ragazza che deve sempre rispondere a tutti, che risolve le questioni mettendo le mani addosso, che si farebbe ammazzare piuttosto che veder star male qualcuno che ama, che rischierebbe di tutto per il sorriso di un amico e che non vede l'ora di andarsene alla New York Academy per iniziare una nuova vita"

"Voglio conoscerla e se lei vuole, mi piacerebbe accompagnarla al college, dato che ho intenzione di fare domanda per la stessa università"

Perdo un battito all'idea di poter iniziare una nuova vita con Charlie al mio fianco.

"Perché la vuoi conoscere?"

"Perché è la stessa ragazza della quale ho dipinto gli occhi e della quale ho sentito la disperazione nella voce mentre cantava"

Lo guardo scioccata, come diavolo fa conoscermi così bene. "Che ne sai che ero lei?"

Mi accarezza la guancia con la delicatezza di una piuma. "L'ho vista, più di una volta. I tuoi occhi e la tua voce quando canti, non fanno altro che esprimere quella ragazza che tu opprimi costantemente"

Un po' sorpresa, affermo: "Hai buon occhio"

"Sono un'artista"

Non volendogliela dare vinta, sorriso. "Sai, anche io ho notato delle cose"

Si avvicina fino a far sfiorare i nostri nasi. "Non avevo dubbi. Tipo?"

Inclino la testa attratta da quella bocca così deliziosa. "Quando mi hai proposto di giocare al gioco della verità nell'aula di arte, in realtà speravi che dicessi di no"

Aggrotta le sopracciglia. "Cosa mi ha tradito?"

"Il sospiro di sollievo quando credevi che fossi già fuori dalla porta"

"Hai buon occhio"

Si avvicina talmente tanto che se non fossi seduta mi cederebbero le gambe. Credo che sia illegale il mix del suo profumo muschiato con l'alito alla menta fresca e quella punta acida della pomata.

Sorrido, imitandolo. "Sono un'artista"

"Giusto"

Sento le sue labbra che sfiorano le mie però mi tiro leggermente indietro. "Sei sicuro? Non voglio farti male"

Il taglio mi è d'intralcio. Se dovessi mordergli il labbro, si riaprirebbe subito la ferita.


Quindi il fatto che non gli vuoi fare male è solo una scusa.

No, è vero. Infatti, mordendolo gli farei male.

Ah, che ragazza birichina.

Parli proprio tu.

Hai ragione...


"In questo momento credo che mi faresti più male se non mi baciassi"

Prima di poter ribattere, le sue labbra si schiantano contro le mie e la sua lingua infrange tutte le barriere che incontra per trovare la mia. 

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineKde žijí příběhy. Začni objevovat