Capitolo 4 - seconda parte

32 2 0
                                    

Riapro gli occhi e vedo un mare di emozioni balenare sul viso di Charlie che mi sta tenendo stretta. Capisco il motivo per cui Stacy non voleva staccarsi dal suo abbraccio, è protettivo e rassicurante oltre che caldo e profumato.

Mi rimette in piedi e mi chiede: "Stai bene?"

Il suo viso è troppo vicino al mio, riesco sentire il suo respiro, spostarmi leggermente i capelli. Come se questa vicinanza non fosse abbastanza, c'è anche il suo maledetto profumo che io davvero non capisco come possa essere così delizioso. Mi viene voglia di morderlo per sapere se è buono e qualcosa mi dice che la risposta sarebbe... delizioso.


Ma come sei aggressiva, però sono d'accordo. Dovresti morderlo e lasciargli un segno permanente.

Non sono ancora diventata una Cullen quindi non posso andare in giro a mordere le persone.

Allora fagli un succhiotto.

Perché secondo te è meglio?

No, assolutamente no. Ma è così dannatamente sexy e voglio sapere se è buono o no.

Sei pazza.

Uff...comunque credo che voglia una risposta.


Sussurro. "Si, sto bene. Grazie"

Nonostante lo abbia rassicurato che non mi sono fatta niente, continuo a vedere una punta di preoccupazione nei suoi occhi e non lascia la sua presa su di me. Ci troviamo esattamente nella stessa posizione in cui era prima con Stacy. Sento le sue grandi mani calde stringermi i fianchi e io non ho ancora spostato la mia mano dal suo braccio. L'unica differenza tra questo abbraccio e quello con Stacy è che adesso Charlie mi guarda negli occhi mentre a Stacy le guardava il seno prosperoso. Non ha mai nascosto a nessuno il volume delle sue curve anzi, le sbatte sempre in faccia a tutti. Io credo che la dignità e il pudore abbiano abbandonato questa ragazza quando ha raggiunto la pubertà.

Il tempo passa ma sembra anche essersi fermato, non capisco ciò che succede, sono bloccata in questa strana dimensione dove non sento o vedo altro che il ragazzo che mi sta davanti. Lui non si sposta e io non voglio fiatare per paura di rovinare il momento, come se ci trovassimo sotto una campana di vetro estremamente fragile. Prendo un respiro profondo e il suo profumo invade le mie narici, è talmente buono e inebriante che potrebbe diventare una droga per me. Chiudo un attimo gli occhi per godermelo appieno.

Stacy si appoggia una mano sul fianco e sporge ancora più in fuori il seno. "Ehi, Charlie. Ora che hai rimesso in piedi questa imbranata, penso che tu possa tornare da me"

Ed è così che in un secondo solo, la campana si frantuma in mille pezzi. Dopo l'irritante commento da parte dell'oca numero tre, distolgo gli occhi dallo sguardo di Charlie e faccio per allontanarmi ma lui mi stringe ancora di più i fianchi con fare protettivo.

Continuando a dare le spalle alla classe, Charlie urla: "Coach"

Inizio a pensare che stia diventando un po' inquietante, ma poi sorride e penso che potrebbe anche essere un serial killer, se mi uccidesse con quel sorriso andrebbe comunque bene. "Reed ha preso una storta, la devo accompagnare in infermeria"

Io lo guardo confusa.

Forse prima non mi ha sentito.

"Non ho preso nessuna storta"

Cioè in realtà mi fa un po' male la caviglia ma non è niente. Riesco a camminare perfettamente.

Si avvicina e prende un mio braccio per metterselo intorno alle spalle come se mi stesse sostenendo. "Lo so, ma ho bisogno di parlarti" Abbassa la voce e mi sussurra all'orecchio: "Devi zoppicare"

Usciamo dalla palestra, mentre io fingo di zoppicare. Vedo Lily guardarmi prima preoccupata e poi maliziosa, mentre Stacy mi sta fulminando con gli occhi. Mi ha fissato così intensamente che pensavo mi avrebbe bucato la schiena.

Guardandosi intorno un po' spaesato, mi chiede: "Dov'è l'infermeria?"

"Mi ci stai davvero portando? Lo sai che sto bene vero?"

Inarca un sopracciglio e mi guarda come per sfidarmi a smentirlo. "Lo so, ma da quello che mi hai detto sulla gestione della scuola, immagino che in infermeria non ci sia nessuno. Quindi possiamo parlare da soli"

Inizio ad incamminarmi. "E va bene. Ascensore e primo piano"

Charlie si guarda intorno per controllare che non ci sia nessuno. "Dove vai?"

Confusa, parlo in modo retorico. "In infermeria?"

Allunga un braccio nella mia direzione. "Non puoi far saltare la nostra copertura, torna qua e zoppica"

"Copertura? Cosa siamo spie? In più il tuo sembrava molto un ordine e io non prendo ordini"

Non so davvero di che si preoccupa, a quest'ora non incontreremo nessuno che possa smentire la nostra bugia. Lo sento sbuffare e poi seguirmi. Le porte dell'ascensore si aprono ed esce la professoressa di algebra. Ora quella che vorrebbe sbuffare sono io. Naturalmente non lo faccio, anzi, le sorrido educata e mi sposto per lasciarla passare.

Ci supera con un sorriso davvero poco genuino. "Buongiorno ragazzi"

Quello è proprio lo sguardo di una professoressa fallita. Qualcuno che è arrivato ad odiare il proprio lavoro e che ha bisogno che anche gli studenti provino lo stesso. La mia avversione verso l'algebra non è mai stata così profonda come da quando ho lei.


Non essere così cattiva, chissà quanto ha studiato.

Hai mai assistito ad una sua lezione?

No, dormo sempre.

Quindi non hai diritto di parola.


In coro rispondiamo. "Salve"

Entriamo in ascensore e schiaccio il primo piano. Mentre aspettiamo che questa vecchia macchina del dopo guerra si muova vedo Charlie fissare il vuoto davanti a sé.


È davvero molto bello.

Ora purtroppo ti devo dare ragione.

Wow, quasi mi commuovo. Non mi dai mai ragione.

Oh andiamo, smettila. Esageri sempre!

Comunque sia, parliamo di cose serie, secondo te perché ha quello sguardo perso.

Non lo so, sarà pensieroso.

Mamma mia, quanto sei perspicace. Mi riferisco proprio a questo, a cosa starà pensando? Cosa gli procura quello sguardo perso?

Non lo so, sembra davvero serio, oserei quasi dire che è triste, anzi forse è meglio definirlo sconsolato.


Senza accorgermene, chiedo: "A cosa stai pensando?" Mi metto subito una mano sulla bocca ma purtroppo mi ha sentita. Sento che sto arrossendo per la vergogna così evito il suo sguardo. Perché la gente normale ha dei freni inibitori e invece io no? Prima che possa dire qualsiasi cosa le porte si aprono e mi fiondo verso l'infermeria. "Allora, di cosa volevi parlarmi?"


Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWhere stories live. Discover now