Capitolo 41 - prima parte

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Mi sveglio di soprassalto, ricordando il mio incredibile sogno mentre qualcosa suona. Cerco di capire cosa sia e da dove provenga. Mi stiracchio e sotto al cuscino trovo il mio cellulare dove la sveglia sta suonando da più di un quarto d'ora.

"Oh mio dio. Charlie siamo in ritardo" Il mio ragazzo apre gli occhi ancora assonnato e mi guarda confuso. Inizio a cercare la mia biancheria intima e poi apro il suo armadio per rubargli qualcosa. Mi giro e invece che vederlo in piedi, lo trovo appoggiato alla testiera del letto. Il petto nudo in bella mostra, coperto dai fianchi in giù con il lenzuolo mentre mi guarda saltellare per tutta la stanza mezza nuda. "Muoviti"

Mi infilo un suo vecchio paio di skinny jeans che riesco ad indossare con una semplice cintura invece di dovergli fare tre risvolti in vita.

Un paio di mani mi afferrano i fianchi. Dopo la notte scorsa, un così semplice contatto mi provoca una scarica di piacere che mi attraversa il corpo.

Charlie mi lascia un bacio sulla guancia e sorride. "Non è il risveglio che mi aspettavo ma ti amo anche da sclerotica"

Mi giro per ricambiare la dichiarazione ma guardandolo bene vedo che è tutto colorato e mi ricordo che lo sono anch'io. Corro in bagno per guardarmi allo specchio e quasi muoio d'infarto. A parte i capelli che sembrano un nido di uccelli che è stato dipinto da dei bambini cechi, ho anche gli occhi spiritati. Il mio viso così come anche il mio corpo, sono ricoperti da sbuffi di colore e da succhiotti.

Nonostante il panico iniziale, mi osservo meglio e sembro più...viva. Che strana e curiosa cosa può essere la vita.

Cerco di sistemarmi i capelli legandoli in una coda alta. Non ho il tempo per preoccuparmi del colore e dei segni. Infilo una maglietta bordeaux con un taschino in alto a sinistra. È troppo lunga così l'accorcio con un nodo sulla pancia. Purtroppo rimane talmente larga da cadere da una spalla, mostra la spallina del reggiseno.


Devo arrangiarmi.


Charlie mi chiama dal piano di sotto. "Mia, sbrigati"

Quando scendo con addosso la giacca del mio ragazzo non posso che sentirmi veramente un tassello importante.

Lo guardo mentre mi spetta perfettamente vestito e noncurante del colore che ha tra i capelli ed ovunque sul corpo. "Come cavolo hai fatto?"

"Ricordi, io sono quello che arriva in ritardo. Mi sveglio sempre a quest'ora. Questa è la mia routine"

Sbuffo prendendogli il casco dalla mano. "Andiamo"

Arriviamo a scuola in ritardo e ci salutiamo con un bacio veloce perché la nostra prima lezione non ce l'abbiamo insieme.

Entro nell'aula di algebra avanzata e vado al mio banco accanto a JJ e Adam. Li saluto silenziosa e mi sistemo. Qualche minuto dopo una pallina di carta entra nel mio campo visivo interrompendomi dal prendere appunti. Mi guardo intorno e non vedo nulla di strano, così la apro.


Tesoro, ti sei rotolata nella vernice?


Rido al biglietto di Adam ma gli rispondo con una semplice alzata di spalle.

Arriva il pranzo, entro in mensa con un sorriso a trentadue denti sulle labbra e incredibilmente affamata. Mi faccio il vassoio riempiendolo di tutto ciò che ha un aspetto appetitoso e poi raggiungo i miei amici al tavolo.

Ci guardano straniti. Drake, in preda alla curiosità, prende la parola: "Ma ci spiegate cosa vi è successo?"

Charlie alza le spalle e sorride. "Arte"

Arrossisco e mi immergo nella mia insalata. La mano del mio ragazzo si posa sulla mia coscia sotto al tavolo e io per poco non balzo dalla sorpresa.

Le sue labbra si avvicinano al mio orecchio. "Profumi di me" Paonazza, controllo che il nostro gruppo non ci presti attenzione. Charlie nasconde il viso sul mio collo e mi annusa mentre mi accarezza la coscia e aggiunge: "E di ciò che abbiamo fatto stanotte"

Mille brividi mi scorrono addosso come una doccia bollente che riaccende la passione. Sento il suo sorriso sulla mia pelle quindi immagino si sia accorto dell'effetto che mi fa.

Mi giro verso di lui e gli lascio un bacio veloce ed innocuo sulla mascella. "Immagino di essere deliziosa allora"

Drake richiama l'attenzione di tutti e sentenzia. "Ragazzi ho capito"

Non so a cosa si sta riferendo e quella maledetta mano che mi accarezza non mi aiuta affatto a concentrarmi.

Ryan annuisce guardano il suo amico. "Pensi quello che penso io?"

Adam si aggiunge confondendomi. "Credo di sì"

Nate chiede: "Chi lo dice?"


Anche lui sa ciò che sanno?


JJ scuote la testa. "Io no"


Ma che cosa? Dio quando è frustrante.


Adam sbuffa. "Ok, ok. Pivelli" Il mio migliore amico ci guarda titubante. "Ragazzi" Vederlo in queste condizioni spaventa. Sembrava uno scherzo ma forse si tratta di una cosa seria. "Noi tutti pensiamo che...come dire? Voi due potreste..."

Charlie lo interrompe: "Amico ti aiuto io" Ok, ora mi sono persa. Anche lui sa di cosa si tratta? "È vero!"

Sto per esplodere, i miei amici iniziano a fare commenti strani mentre sorridono e poi mi blocco quando Eddie chiede: "Che c'entrano i colori?"

Mi rendo conto di cosa si tratta e arrossisco arrabbiata. "Ma come siete scemi. Mi stavate facendo preoccupare e cosa sono queste cerimonie? È tutto normale" Le porte della mensa che si aprono attirano la mia attenzione. "Bene, ora se avete finito, sta entrando Stacy e dobbiamo iniziare" Mi giro verso il mio ragazzo e lo bacio un'ultima volta. "Scusa ma penso di dover esagerare"

Charlie mi guarda preoccupato ma non aggiungo altro.


Piano contro Stacy...ciak prima.


Alzo la voce per attirare l'attenzione. "Non ti sopporto più, sei sempre pronto a criticarmi"

Incredulo, mi indica con un cenno della testa. "Io ti critico? Ma se non ti ho detto niente sul modo in cui ti sei combinata oggi"

Lo guardo stringendo gli occhi in due fessure. "Devo ricordati di chi è la colpa per il colore? E poi scusami un attimo ma hai forse qualcosa da dire su di me?"

Si guarda intorno. "Be' magari non davanti a tutti"

Mi improvviso sclerotica. "Bene, allora sai che ti dico? Fottiti"

Charlie alza gli occhi al cielo guardandomi esasperato. "E adesso cosa pensi di fare? Una delle tue solite scenate?"

Sento le vene del collo ingrossarsi mentre gli urlo contro. "Scenate? Io non faccio nessuna scenata ma se non ti vado più bene puoi benissimo andare con chi cazzo ti pare"

"Bene, penso che lo farò allora. Vado con la prima che passa, sei contenta? Tanto chiunque sia, sarà meno psicopatica e stronza di te"

Secondo il copione io dovrei voltargli le spalle e andarmene infuriata. Ripensandoci però, nessuno ci crederebbe. Ho una reputazione in questa scuola e la gente mi conosce. Non permetto a nessuno di insultarmi e passarla liscia. Gli ho già chiesto scusa in anticipo ma so che non la prenderà bene.

Paonazza di rabbia, mi avvicino e gli tiro uno schiaffo talmente forte da fargli voltare la testa. Sono sicura che uno schiocco simile lo abbia sentito tutta la mensa. 

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWhere stories live. Discover now