Capitolo 13 - extra

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Mi trovo in un'ambulanza davvero rumorosa, la sirena è accesa da un po' e fa un suono assordante. Con me ci sono tante persone che provano a parlarmi, mi stanno chiedendo delle cose ma non le sento. Mi sforzo e cerco di leggere il loro labiale. Vogliono sapere come mi chiamo e se sento dolore da qualche parte. Scuoto la testa per rispondere alla seconda e poi cerco di parlare per dire il mio nome.

Spaventata, balbetto: "M-Mia Re-Reed"

Io voglio solo la mamma, voglio la mia mamma, è il mio compleanno. Dov'è la mia mamma?

Mentre penso a queste cose mi tornano in mente le immagini dell'incidente, mia madre che mi dice di essere veloce e poi la macchina che cade dal burrone.

La mamma intrappolata in macchina.

Ethan infilzato nei rami di un albero.

Quella maledettissima canzone che nonostante l'incidente sta ancora uscendo dalle casse della macchina.

Com'è possibile che ancora funzioni? Perché Bryan Adams non la smette di dire che tutto ciò che faccio lo faccio per te. C'è appena stato un terribile incidente, io non volevo che succedesse nulla di tutto ciò, eppure lui sta dicendo che l'ho fatto per loro. Forse inconsciamente volevo.

Oh mio dio, è tutta colpa mia.

Ho ucciso la mamma.

Ho ucciso Ethan.

Cerco di parlare in mezzo ai singhiozzi ma nessuno mi capisce.

"Io-io...n-non vo-vol-volevo. L-lo giu-giuro"

Riconosco alcuni di loro, sono i signori che mi hanno trovato accanto all'auto della mamma. Il signore gentile prova a calmarmi con qualche carezza dicendomi che il mio papà arriverà presto ma io continuo a volere la mamma.

Mi fanno scendere dall'ambulanza ma non dal lettino, prima di entrare nell'edificio giro la testa perché sento altre persone e vedo un furgoncino dal quale tirano fuori due sacchi neri molto grandi. Non capisco a cosa servono, ma poi uno di questi cade e la cerniera si allenta leggermente. Non mi serve altro che vedere un cespuglio di riccioli biondi per capire che nei due sacchi ci sono la mia mamma e Ethan.

Inizio ad urlare disperata e a sbracciarmi per liberarmi dalle mani dei medici che provano a trattenermi sul lettino. Mi sforzo di alzarmi e andare da solo ma il signore gentile, chiama aiuto e delle persone con dei mantelli bianchi, arrivano di corsa e mi legano al lettino. Sento che mi mettono una strana mascherina che mi copre naso e bocca. Sento che il mio respiro si regolarizza ma ho il cuore che va a mille.

Scusa mamma, mi dispiace.

Scusa Ethan, non volevo.

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora