Capitolo 37 - seconda parte.

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Nei giorni successivi...

Come ogni giorno Matthew entra in camera, quella che riserva solo a me. Sono già nuda perché non mi permette di vestirmi.

Mi tocca. Mi bacia. Mi morde. Mi lecca.

Viene per sfogare su di me tutta la sua giornata, tramite schiaffi, frustate, morsi, pugni, tirate di capelli e sculacciate. Lui lo chiama amore ma io lo vedo per com'è in realtà, un trauma. Sua madre lo picchiava da piccolo e poi lo ha abbandonato. Crescendo lui aveva dei comportamenti strani con il genere femminile, odiava tutte ma non me. Non so cosa ci trovasse in me, ero una bambina normale, con una famiglia e degli amici. Siamo diventati migliori amici e anni dopo Matthew mi ha dichiarato il suo amore.

Inizialmente credevo di ricambiarlo ma dopo aver perso Ethan, vedevo Matthew più come un fratello e quando gliel'ho detto lui ha perso la testa. Ho riportato a galla il trauma dell'abbandono della madre, aveva paura di perdere anche me e lui ha trovato il modo di tenermi con sé. Non proverò mai a giustificarlo, perché non ha scusanti per tutto ciò che mi ha fatto e mi sta facendo ma lui ha un problema che va risolto.

Quando finalmente l'incubo finisce, Matthew se ne va chiudendo la porta a chiave. Torna due ore dopo e ricomincia tutto da capo mentre io, giorno dopo giorno, finisco le lacrime. Mi sento sempre più vuota.

Lui entra in me ed io...

Non penso. Non sento. Non guardo. Non parlo.

Non voglio alcun ricordo di tutto ciò che sta facendo e sapendolo, decide di graffiarmi, mordermi fino a lasciare i segni e provocarmi lividi. Vuole marchiarmi!

Durante la giornata il loro maggiordomo mi porta da mangiare. Nonostante lo sguardo scioccato nel vedere cosa mi fa il figlio del suo capo, non accenna a volermi aiutare. Tutto il personale degli Hilton ha il permesso di entrare, prima gli vengono fatti firmare dei documenti per la privacy. Però questo non è un segreto, è un fottuto reato e nessuno sembra mai entrare per aiutarmi.

Io però...non mangio.

Bevo solo quello che mi costringe a bere Matthew. Se fosse per me, mi lascerei deperire fino alla morte per non subire più niente. Dopo aver capito cosa si prova ad essere accarezzati da qualcuno che tenga a me, dopo essere stata baciata con sentimento e dopo essermi sentita protetta tra le braccia di qualcuno, non riesco più a sopportare Matthew.

Tutta la violenza che lui chiama amore. Tutte le richieste che lui chiama compromessi. Tutte le sue ossessioni che lui definisce normali. Il suo tocco, anche il più dolce, mi provoca conati di vomito. Mi fa sentire sporca e insignificante.

Non dormo, perché lui è sempre presente e mi lascia sola per poco tempo, troppo poco. Non riesco a rendermi conto del tempo che passa. So solo di non volermi addormentare perché quando arriva devo essere sveglia.

Non mi lavo a meno che non sia Matthew a decidere di volermi anche in doccia ma in quel caso gli scenari sono molto più brutti e dolorosi del solito. Il mio stupratore è un sadico amante del soffocamento. Più di una volta mi ha tenuto la testa sott'acqua o mi ha tappato naso e bocca guardandomi negli occhi per vedere il cambiamento di colore del mio viso. Di solito quando arrivo al limite e sto per perdere i sensi, lui viene dentro di me e molla la presa.

La mia settimana in casa Hilton passa così.

Al momento sto indossando lo stesso vestito che avevo al mio compleanno o per meglio dire, indosso quello che ne resta. Dopo essere arrivati a casa sua, Matthew mi ha posseduta più e più volte facendo del mio abito uno straccio, lo ha ridotto in tanti pezzi sfilacciati di tessuto nero che mi coprono a mala pena.

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWhere stories live. Discover now