Capitolo 4 - ultima parte

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Mi siedo sul lettino, mentre lui si appoggia alla scrivania in legno.

Questa stanza è orribile, non che la scuola sia stupenda. Col passare degli anni il preside ci sta facendo fare dei murales tutti colorati nelle classi, quindi la stiamo migliorando. Ma questa stanza è davvero orrenda, asettica e spoglia. Gli unici mobili sono un lettino in pelle nero, su cui sono seduta, una poltroncina sempre di pelle nera, una scrivania in legno scuro e un piccolo mobiletto con il minimo indispensabile per un primo soccorso. Le pareti sono bianche, ma bianco pulito, che se lo guardi troppo intensamente rischi che ti giri la testa.

Mantiene lo sguardo fisso a terra. "Ti ho osservato"

Inizio a preoccuparmi. "Oh, sei uno stalker?"

"No, certo che no, non ti ho seguita ma quando per puro caso ti ho vista oggi, in classe o nei corridoi ti osservavo" Prova a migliorare la situazione ma non ci riesce troppo bene.

Cerco di alleggerire l'aria. "Nonostante la tua spiegazione non lo hai reso meno inquietante"

Charlie scoppia in una risata nervosa ma altrettanto bella.


Che risata sensuale!

È davvero profonda...

Dobbiamo prendere una boccata d'aria fresca, lo senti tutto questo caldo?

Purtroppo si.


Alza finalmente lo sguardo e continua: "Comunque, ho notato una cosa. Ti è capitato più di una volta di farti male o rischiare di fartene e sei rimasta zitta, perché?" Sono senza parole, questa è davvero l'ultima cosa che mi aspettavo mi chiedesse. Come dovrei rispondere a una domanda del genere? Non posso dargli ragione, altrimenti farà altre domande alle quali non posso rispondere ma se gli dico che ha torto dovrò dare spiegazioni alle quali ora non riesco pensare. "Non negarlo, me ne sono accorto, non è una supposizione la mia, è una certezza"

È davvero troppo sicuro di sé. Mi sta infastidendo, di nuovo.

La rabbia e l'irritazione di prima tornano a infestare la mia mente e stringo le mani a pugno mentre mi alzo dal lettino per essere pronta ad uscire quando avrò finito con lui. Stringo gli occhi in due fessure mentre continuo a sostenere il suo sguardo che al momento non mi fa né caldo né freddo.

Ringhio in modo diretto per non essere fraintesa. "Tu ti fai sempre gli affari altrui?"

"Ehi stai calma..." Lo interrompo perché se c'è qualcosa che odio è sentirmi dire che devo stare calma.

Arrabbiata, urlo: "No, tu non puoi arrivare e fare quello scontroso, poi quello dolce, poi quello strano e iniziare a fare supposizioni sulla mia vita. Credo che sarebbe stato meglio se mi avessi lasciato cadere, ora io starei andando a casa e tu nello spogliatoio con Stacy"

Cerco di andarmene ma il suo petto me lo impedisce, di nuovo.

"E poi sono io quello inquietante, vero?" Ride, ma io sono ancora arrabbiata e lo fulmino con lo sguardo. "Ok ok, non so a quali comportamenti ti riferisci perché io sono sempre lo stesso. Non posso certo rifiutarmi se una ragazza mi fa della avance. Non sapevo neanche come si chiamasse prima che me lo dicessi tu, quindi non penso che sarei andato nello spogliatoio con lei, certo prima le avrei chiesto il nome e poi ci avrei fatto un pensierino" Dopo quest'ultima frase abbastanza squallida, lui inizia a pensarci veramente e a me viene il volta stomaco. Faccio per allontanarmi e uscire di nuovo ma il suo braccio mi prende una spalla e mi gira. Lo guardo annoiata e lui mi sorride. "Questo non significa che non riserverei lo stesso trattamento a te, tanto il tuo nome già lo so" dice avvicinandosi pericolosamente.

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWo Geschichten leben. Entdecke jetzt