Capitolo 10 - ultima parte

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La testa inizia a girarmi e il cuore sembra essere impazzito. Sento molto caldo e riconosco che si tratta di un attacco di panico. Provo a fare dei respiri profondi ma non ci riesco, mi sono dimenticata come si fa. Inizio a sudare senza controllo mentre senza che me ne accorgessi, delle lacrime iniziano a solcarmi le guance. Mi lascio cadere a terra e appoggio la schiena ad un albero mentre provo a ricordarmi come facevo a bloccare questi attacchi.

Ethan!

Oddio, non ho speranze. Mi guardo intorno preoccupata mentre la mia vista si offusca, credo che potrei svenire. Alzando lo sguardo vedo la chioma verde dell'albero sotto la quale mi sono nascosta e mi concentro su quel colore. Mio fratello mi faceva immaginare una foresta e noi due immersi nella natura così provo a fare lo stesso anche se mi manca sentire la sua voce. Non ricordo neanche com'era. Concentrandomi, mi appare nella mente il viso di Charlie e i suoi occhi così simili a quelli di Ethan. Anche se sembra strano paragonarli dato che uno è il ragazzo che mi piace e l'altro mio fratello, riesco a riprendermi gradualmente.

Sento la voce preoccupata di Sam che mi chiama cercandomi però mi prendo alcuni minuti da sola a calmarmi. Quando finalmente mi sento meglio, mi pulisco la bocca e vado verso la voce che mi chiama.

"Dolcezza ma che..."

Sam si interrompe vedendo il mio sguardo vuoto e gli occhi rossi. Decide di lasciar perdere e mi accompagna al bus dove mi fa sedere per poi scusarsi con le persone che si lamentano per questa fermata inaspettata.

Qualcuno santifichi questo uomo o gli faccia almeno una statua per quanto è generoso.

Mancano dieci minuti prima di arrivare casa e io non voglio dover incontrare mio padre, so che non resisterei dallo sputargli in faccia.

Arrivo al capolinea e decido di non mettermi gli auricolari.

Primo errore!

Inizio a camminare verso casa e cerco di non pensare.

Secondo errore!

Rileggo i messaggi.

Terzo errore!

Non faccio in tempo a convincere la mia mente a lasciare i ricordi di Matthew nel cassetto isolato del mio subconscio, che questi decidono di farmi visita.


Confusa, chiedo: "Matthew che ci fai a casa mia a quest'ora?"

Sorride ed entra in casa senza che lo inviti. "Tranquilla, andrà tutto bene"

Non capisco cosa intente però mi sta spaventando. Ultimamente si comporta in modo strano. "Ma che fai? E poi cosa dovrebbe andare bene?"

Non risponde, così mi giro verso di lui e vedo che si avvicina, cerco di indietreggiare ma lui mi prende i polsi e li stringe forte così non posso spingerlo via.

Mi agito cercando di liberarmi. "Lasciami, Matthew lasciami subito!"

Il suo sorriso diventa malefico mentre mi porta in camera e mi lancia sul letto. "Non puoi liberati, tra poco sarai mia"


Basta, ti prego fa smettere i ricordi.

Io non posso comandarli.

Provaci, fa troppo male.

Lo so, mi dispiace.

Ho paura.


"C-che s-stai facen-do?"

Continuo a dimenarmi ma sento le sue mani che mi sbottonano la camicetta e poi la sua bocca bollente e viscida sul mio collo che mi lascia dei morsi tanto dolorosi da farmi urlare.

"Te l'ho detto. Devo farti mia"

Piango, urlo e mi dimeno cercando di fermarlo ma non serve. È troppo forte.


Non ce la faccio più. Per favore.

Io...io...non so. Cerca di ribellarti.

Non funziona. Non ho fatto altro che ribellarmi. Sono due anni che provo a sopprimere questo schifo.


Continua a toccarmi con desiderio e nonostante i miei movimenti convulsivi per liberarmi e scappare, riesce comunque a spogliarmi completamente. Cerco di coprirmi mentre le lacrime ormai mi impediscono di vedere bene quello che succede. Nonostante le difficolta vedo i suoi pantaloni raggiungere i miei vestiti a terra e poi il suo corpo avvicinarsi ancora a me. Provo ad allontanarmi ma riesce a bloccarmi. Mi spinge nuovamente sul letto facendomi sbattere la testa contro la testiera. Nello stordimento durato pochi secondi, riesce a legarmi le mani con la sua cintura e ad attaccarmi al letto, impedendomi qualsivoglia movimento.

Odio questa sensazione di impotenza. Provo a parlare tra i singhiozzi. "Matthew ti prego fermati"

Accarezza il mio corpo con violenza, come se volesse punirmi per qualcosa che non ho fatto. "Non posso. Ti desidero da anni"

Provo a scalciare via il suo corpo ma quando poi si stende sopra di me, non riesco più a fare nulla e lui riesce nel suo intento. Un urlo tramante squarcia il silenzio e per un attimo provo paura per la povera creatura che sta provando quel dolore così straziante e solo dopo mi accorgo di essere stata io. Matthew si muove dentro di me ed io inizio a perdere le speranze, il dolore non si affievolisce ma non riesco ad emettere più alcun suono. Giro la testa verso destra mentre le lacrime smettono di scendere dai miei occhi ormai provi di qualsiasi emozione.


Sento qualcuno che urla il mio nome. In un primo momento penso sia il ricordo di Matthew al culmine del piacere ma poi due braccia forti mi stringono e riesco finalmente ad aprire gli occhi e a ritrovarmi fuori dal tunnel dei ricordi.

Sono inginocchiata a terra e sto piangendo. Mi trovo tra le braccia di Sam.

Preoccupato, mi chiede: "Mia, che succede?"

Continuo a piangere perché so che se fosse stato lui mio padre, non mi avrebbe mai permesso che mi venisse fatta una cosa simile.

"Io...non...riesco..."

Non posso dirglielo, ma lui capendo che sono troppo scossa per parlare decide di farmi alzare e portarmi a casa sua.

Mi lascia un bacio tra i capelli. "Tranquilla, va tutto bene"


Nota autrice:

Vogliate ammettere che è stato un capitolo particolarmente strong. 

Almeno per me, non è stato affatto facile scrivere questi ricordi così dolorosi sia per Mia che per Charlie. 

Fatemi sapere che ne pensate...

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWhere stories live. Discover now