Capitolo 2 - ultima parte

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Lei aspetta che mi sieda alla cattedra per uscire e senza la presenza di un adulto autoritario ovviamente nessuno vuole più fare lezione quindi non mi ascoltano. Tutti si fanno i cavoli propri, c'è chi tira fuori il cellulare e chi parla con il compagno di banco, abbiamo anche un gruppo di ragazzi che tira fuori un mazzo di carte per giocare a non so cosa. Annoiata dalla situazione vado da Lily ma poi mi torna in mente Charlie e quando alzo lo sguardo, lo trovo intento a disegnare su un foglio. Ogni tanto alza gli occhi e guarda in giro per la classe. Questa volta invece che guardare gli altri, il suo sguardo si posa su di me e non vedo né malizia né gentilezza. Nei suoi occhi c'è una luce particolare che mi spinge verso di lui come una falena è attirata dalla luce nonostante la maggior parte delle volte, quella stessa attrazione la faccia soffrire o addirittura morire.


Quella è creatività.

E tu che ne sai?

Era una luce che avevamo anche noi qualche anno fa.

Ah, è vero.


"Oh mio dio, se hai un telefono, perché diavolo non mi hai avvertita di che gran figo fosse il nuovo ragazzo e soprattutto che la metà dei suoi corsi sono con noi. Avremo un sacco di tempo per conoscerlo. Spero davvero che nessuna delle oche gli salti addosso perché non ce la faccio più a vedere tutte quelle prostitute che girano per la scuola. Gli basta aprire le gambe per avere i ragazzi più belli. Io voto no alla prostituzione nei corridoi scolastici e porrò fine a questa scongiura. Comunque, a parte questo che avevo proprio bisogno di dirtelo, altrimenti sarei scoppiata, volevo anche chiederti come stai, dato che ieri mi avevi detto che stavi male. Che è successo?"

Cerco di assimilare nel minor tempo possibile le parole della mia migliore amica e rido al pensiero che riesca ad essere logorroica nonostante siano le otto del mattino.

Quando vedo la professoressa tornare, vado alla cattedra e faccio finta di finire un discorso "... quindi Shakespeare ha scritto una tragedia perché sapeva che solo uccidendo un amore grande come quello dei protagonisti la gente avrebbe iniziato a capire che l'odio non porta a nulla"

La prof sorride e mi indica il banco. "Grazie mille Mia, puoi tornare al posto"

"Di niente"

Quando mi siedo vedo Charlie che chiude velocemente un quaderno rilegato di pelle beige. È sicuramente un quaderno per disegnare, si capisce dai fogli che sono un po' più spessi del normale, per chi calca molto.

Senza staccare gli occhi lavagna dove la professoressa sta scrivendo i compiti che dobbiamo svolgere in classe nella restante ora, Charlie commenta: "Bella spiegazione"

"Grazie"

Per quale dannato motivo, le mie guance si sono infiammate per un semplice complimento del tutto disinteressato.

Dopo uno sguardo fugace, Charlie mi chiede: "Sei una di quelle persone che crede che per imparare qualcosa bisogna sbattere la testa contro la dura realtà?"

"Io...credo che il mondo sia pieno di persone che si ostinano a credere a quello che vogliono, quindi si, concordo con il metodo, seppur cruento, di Shakespeare. La gente non può pensare che le loro azioni non abbiano conseguenze e molto spesso serve qualcosa che le scuota per farglielo capire" Solo dopo aver finito di parlare, mi accorgo che il mio ragionamento mi fa sembrare molto cinica e poco propensa a credere nell'essere umano.

Charlie ride della mia espressione mortificata e poi chiede: "Odi il genere umano?"

"No, assolutamente no. Credo...ehm...credo di odiare i metodi di ragionamento di alcune persone"

Ridendo della situazione, afferma: "Quindi odi la gente stupida"

"Be', odio è una parola forte. Diciamo che mi infastidiscono e quindi tendo ad evitarle" ammetto abbassando lo sguardo e il tono di voce per evitare che qualcuno mi senta.

"Meno male che sono intelligente"

Alzo gli occhi al cielo. Lui nota questo mio gesto e sorride.

Sbuffo, cercando di trattenere un sorriso. "Montato"

"Bene ragazzi, detto questo potete iniziare con ciò che vi ho dato"

Alzo la mano per chiedere il permesso di potermi mettere gli auricolari e ascoltare la musica mentre lavoro. Lei accetta e così inizio l'analisi dei primi due atti della tragedia di uno dei miei drammaturghi preferiti. I miei compagni mi seguono a ruota e in pochi minuti le teste di tutti si stanno muovendo a ritmo della canzone che hanno scelto di ascoltare. Inizio a canticchiare solo dopo aver controllato che nessuno mi possa sentire e noto che perfino la prof si è messa un paio di cuffie per poi prendere un libro e iniziare a leggerlo alzando, ogni tanto, lo sguardo per controllarci. Mi capita spesso di cedere alla musica, non riesco mai a resistere, ogni volta che c'è una canzone inizio cantarla e a tenere il ritmo con le dita se non posso iniziare ballare liberamente. Non che io sia una brava ballerina ma quando so che nessuno mi sta guardando, mi piace lasciarmi andare.

Lo trovo terapeutico. Mi lascio semplicemente trasportare dal ritmo della canzone che sto ascoltando e spesso risvegliarsi è alquanto traumatico. Il mondo in cui vado per sentirmi leggera e dimenticare i problemi assomiglia al paradiso quindi dover tornare sulla terra non mi affascina particolarmente. Oggi non so perché ma sento una particolare nostalgia per la voce di uno dei miei cantanti preferiti che è Freddie Mercury così faccio partire la mia playlist personale con all'interno solo canzoni dei Queen per lasciarmi trasportare dalla loro musica.



Nota autrice:

Anche il secondo capitolo è finito. Fatemi sapere che ne pensate. 

La vita di Mia sembra un vero bordello ma forse amore e amicizia possono risolvere tutto no? 

A proposito di amicizia...ci vediamo nel prossimo capitolo. 

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineWhere stories live. Discover now