I hate u, I love u

By mariposaa97

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Macarena è riuscita a scappare e vive in Marocco, pronta a iniziare una nuova avventura: diventare mamma. Dov... More

Capitolo 1 - Parte 1
Capitolo 1 - Parte 2
Capitolo 2 - Parte 1
Capitolo 2 - Parte 2
Capitolo 3 - Parte 1
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ANNUNCIO
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Capitolo 30 - Parte 2

Capitolo 15 - Parte 2

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By mariposaa97


Macarena


Sono uscita dal lavoro e ho trovato Zulema a casa, alla fine Ismael aveva un altro impegno. Ci sediamo in giardino dato che è una giornata soleggiata e le racconto ciò che è successo al lavoro. Lei si mostra fredda e impassibile, ma so che è preoccupata quanto me e cerca solo di non farmi agitare ulteriormente.

Aspettiamo che arrivi il momento di andare a prendere Yasmin a scuola.

Mi suona il cellulare: numero sconosciuto.

Inizio ad essere davvero stufa di tutto questo, mi sembra di essere in quel film horror in cui l'assassino telefonava alle proprie vittime o mandava loro strani messaggi. Scream, mi pare si chiamasse così.

"Vuoi rispondere?" mi chiede Zulema.

Annuisco e lo faccio, ma stavolta metto la modalità viva voce.

"Pronto?"

"Ciao Macarena."

Sempre la solita voce modificata.

"Si può sapere chi cazzo sei?"

"Una persona a cui tu hai spezzato il cuore. Non preoccuparti però, io spezzerò il tuo, solo così saremo pari."

"E cosa vorresti fare esattamente?"

"Voglio divertirmi un po' con te e quando avrò finito ti ucciderò."

Mi ucciderà, ovviamente.

Il cuore inizia a battermi troppo forte, il respiro mi si blocca e comincio a sudare freddo.

Zulema lo nota e prende in mano la situazione.

"Senti, chiunque tu sia, hai rotto il cazzo con questi giochetti. Cosa vuoi da Macarena? Perché la stai perseguitando?"

"Zulema cara, che bello sentirti. Immagino che sia tu, giusto?"

"Sì, sono io."

"Bene, sappi che io e te siamo dalla stessa parte. Voglio solo fare giustizia, per tua sorella. Aisha non meritava ciò che quella stronza le ha fatto."

"Ascoltami bene, è stato un incidente ed è stata Aisha a sparare per prima. È stato solo un tragico incidente ed è Maca a non meritare tutto questo."

"Sul serio? Ne sei proprio sicura?"

"Ho capito chi sei e giuro che questa volta non la passerai liscia."

"Davvero? Chi sono?"

"Smettila di fingere, per una volta in vita tua sii sincera. Ti prego mamma, lasciaci in pace."

"Mamma? Credi davvero che sia tua madre?"

"Sì, ne sono abbastanza sicura."

"Mi dispiace deluderti, ma non lo sono."

"E io come faccio a fidarmi di te?"

"Temo che dovrai farti bastare la mia parola."

Ho ripreso fiato e decido di usarlo per difendermi, non posso tollerare oltre.

"Che senso ha tutto questo? Non puoi affrontarmi direttamente?"

"Credimi Macarena, lo farò molto presto."

E riattacca.

Rimango totalmente pietrificata.

Non riesco a parlare, non riesco a muovermi, sono paralizzata dalla paura.

Possibile che sia Ramala? Certe frasi, certe parole mi hanno ricordato lui.

"Zule, è possibile che sia Ramala?" chiedo, con un filo di voce.

"Che?"

"Potrebbe essere Ramala?"

"Punto primo: posso assicurarti che Ramala è morto. Punto secondo: cosa c'entra lui con mia sorella? Chiaramente chi ti sta minacciando era molto legato ad Aisha."

"E chi può essere? Suo marito?"

"Suo marito sapeva che è stata tutta colpa di mia madre."

"Come fai a..."

"Me lo ha detto la piccola Zulema, mia nipote."

"Aspetta... Quando avevo fatto amicizia con Aisha, senza sapere che era tua sorella... Mi aveva parlato di suo marito... Diceva che le cose non andavano molto bene tra loro... Potrebbe aver mentito, ma..."

"E se fosse un amante, qualcuno che Aisha frequentava al di fuori del matrimonio? Magari un uomo che per ovvi motivi non ha potuto nemmeno presentarsi al funerale, che la amava e non ha accettato la sua morte..."

Mentre lei parla mi accorgo che la mia mente si è annebbiata, completamente offuscata dal panico che mi sta divorando dall'interno.

Oltre al battito accelerato, il fiato corto e la sudorazione, sento un fortissimo mal di testa, un fischio alle orecchie e ho i conati di vomito.

Mi gira la testa e non vedo quasi nulla, credo che potrei svenire da un momento all'altro.

Mi manca il respiro, ho bisogno di ossigeno.

"Stai bene?" mi chiede Zulema.

"Io... Io... Mi sento morire..."

"Calmati, è solo un attacco di panico."

È vero, potrebbe essere un attacco di panico.

Solo che sento il cuore esplodermi nel petto e mi formicola il braccio sinistro.

E se fosse un infarto?

Mio padre soffriva di cuore e aveva un bypass, magari ho ereditato qualche malattia cardiovascolare da lui e lo stress mi ha dato il colpo di grazia.

Sto morendo, me lo sento.

Le persone possono sopportare l'ansia e la tensione solo fino a un certo punto e io ho decisamente superato il limite.

"Maca, guardami. Non stai morendo, è solo uno stupido attacco di panico."

"Ho paura... Ti prego... Falla smettere..."

"Cosa?"

"Questa sensazione orribile... Falla smettere... Mi fa male il cuore...Aiutami..."

"Basta, calmati. Non hai nulla, è solo ansia."

"No... Io..."

A quel punto lei mi bacia.

Un bacio lungo, dolce.

Un bacio che mi trasmette tutto l'amore che prova per me.

Quando ci stacchiamo mi sembra di tornare a respirare e mi rendo conto che prima ho avuto davvero un attacco di panico.

"Funziona sempre." dice lei.

Le sorrido, in questo momento è più bella del solito. Non avrei mai pensato che Zulema potesse prendersi cura di me, ma lo sta facendo. Mi sta aiutando a non crollare, mi sta aiutando a rimanere in piedi, nonostante tutto.

Spesso i suoi metodi sono un po' particolari.

Non è sempre dolce, anzi spesso è molto dura nei miei confronti.

Cerca in tutti i modi di farmi capire che non posso lasciarmi divorare dal mio dolore, che devo essere forte e affrontare i miei demoni a testa alta. Lei è una roccia, ma io non riesco ad essere così. Sono più debole, sono sempre stata più debole di lei.

Zulema cerca sempre di rendermi più forte, di aiutarmi a tirare fuori quel carattere che, in fondo, ho anche io. Non vuole che mi pianga addosso, vuole vedermi tirare fuori gli attributi e reagire.

E forse, se dopo tutto ciò che ho passato sono ancora qui, è perché sono davvero forte.

Tendo sempre a sottovalutarmi, ma devo smettere di farlo e devo iniziare a credere davvero in me stessa.

Sono sopravvissuta al carcere, a violenze di tutti i tipi, a un aborto, alla morte di mia nipote, dei miei genitori e di alcune amiche, a un giro nella lavatrice seguito dal coma, a un rapimento, alla tortura, all'avvelenamento e a un proiettile conficcato in un polmone.

Sono sopravvissuta alla cattiveria di Zulema e alla mia, sono cresciuta insieme a lei.

Sono sopravvissuta alla sua presunta morte, quando Ramala l'ha fatta fucilare.

E poi l'ho quasi persa per colpa di sua madre, le ho stretto la mano pensando di dirle addio per sempre.

Sono rimasta in piedi, sempre.

Nonostante la sofferenza, nonostante tutto.

Sono forte, lo sono davvero.

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