I hate u, I love u

By mariposaa97

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Macarena è riuscita a scappare e vive in Marocco, pronta a iniziare una nuova avventura: diventare mamma. Dov... More

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Capitolo 2 - Parte 1
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ANNUNCIO
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Capitolo 29 - Parte 2
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Capitolo 30 - Parte 2

Capitolo 24 - Parte 2

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By mariposaa97




Zulema


"Zule, c'è una macchina..." mi dice Macarena, preoccupata.

"È quella di Rajab, stai tranquilla."

Ismael e Rajab scendono dall'auto, a loro Macarena ha solo chiesto divenire qui urgentemente, con un kit medico, ha mandato la posizione, ma non ha raccontato nulla. Per telefono non le sembrava il caso.

Ci fissano, allibiti, continuano a guardare noi e il cadavere di Aisha.

"Ma che..." inizia Rajab.

"Che cazzo è successo qui?" chiede Ismael.

"Maca ti spiegherà tutto, io devo togliere un proiettile da una spalla..." dico.

Macarena si allontana con Ismael per aggiornarlo sulla situazione, mentre Rajab si avvicina a me.

"Allora?" mi chiede.

"Quella è mia sorella, cioè era mia sorella..." dico, voltandomi verso Aisha.

"Oddio, Zulema..."

"Inizia a togliermi questa cazzo di pallottola, poi ti spiegherò tutto."

Lo guardo, prende il kit medico, ma non lo vedo molto convinto.

"Tu hai finito Medicina, giusto?"

"Ovviamente no."

"Stai scherzando?"

"Se avessi finito Medicina farei il medico, non credi?"

"Ho capito, ma sei in grado di togliermi questo affare dalla spalla?"

"Ma sì..."

"Rajab, cazzo. Sei cretino o cosa?"

"Stai tranquilla, non ti ucciderò, avevo quasi finito il terzo anno di università."

"Su quanti?"

"Undici."

"Andiamo bene..."

"Vuoi che ti porti all'ospedale?"

"Assolutamente no, non posso andare all'ospedale adesso..."

"Allora stai zitta e fidati, va bene? So quello che faccio."

"Perfetto, allora è così che morirò."

"Se continui a distrarmi è probabile."

Sto in silenzio e lo lascio lavorare, quando estrae il proiettile sento un dolore assurdo, mi mordo le labbra per non urlare.

"Ho finito, ora dovrebbe andare tutto bene, magari fatti vedere da un medico nei prossimi giorni." mi dice, dopo un po'.

"Intendi un medico vero?"

"Ma quanto sei stronza, potresti ringraziarmi invece."

"È appena morta mia sorella, oggi ho il diritto di fare la stronza."

"Appunto, raccontami cos'è successo."

Gli dico tutto e lui mi guarda, sconvolto.

"Zulema, non ci posso credere..."

"Io volevo bene a mia sorella, nonostante tutto. Non l'ho perdonata, almeno non ancora, però sono a pezzi per come è andata a finire..."

"Già..."

"E ora abbiamo un grosso, enorme problema." dico, guardando Maca che sta parlando con Ismael, in lontananza.

"Cioè?" chiede Rajab.

"Mia madre."

"Di cosa hai paura?"

"Sinceramente?"

"Sì."

"Che ammazzi Macarena, ho paura che mia madre la uccida per vendicarsi."

"Ma magari non scoprirà che è stata lei a sparare a tua sorella."

"Lo scoprirà, a meno che..."

"A meno che?"

"Devo dirle che sono stata io."

"Sei impazzita? Quella donna ti farà a pezzi, io conosco tua madre."

"Che altre alternative ho?"

"Questa volta parlane con Maca e con Ismael, non fare di testa tua come al solito, non mandare tutto a puttane."

"È già andato tutto a puttane, però ne parlerò con loro. Non sarebbe giusto mentire a Macarena, l'ho già fatto troppe volte e non ripeterò questo errore. Una relazione sana si basa sulla sincerità, no?"

"Direi di sì, infatti se ti ricordi io e te non andavamo d'accordo proprio per questo."

"Io e te non andavamo d'accordo perché tu sei un coglione."

"Grazie, sei sempre così gentile."

"Sai che ti tollero solo perché hai salvato la mia ragazza, vero?"

"Sei così fastidiosa, povera Maca, chissà come fa a sopportarti."

A Rajab voglio bene, è stato importante per me e ha salvato la vita alla mia bionda, gli sarò sempre riconoscente. Molte persone pensano che sia impossibile avere un rapporto di questo tipo con un ex, ma io non provo più nulla nei suoi confronti e adesso che sto con Macarena mi rendo conto che la mia relazione con lui era molto superficiale. Eravamo due ragazzini, lui era troppo immaturo e io ero segnata dalle terribili esperienze vissute durante l'infanzia e l'adolescenza. Nessuno dei due era pronto per una relazione, probabilmente siamo stati così tanto insieme per sentirci meno soli, ma l'amore è un'altra cosa.

L'amore è il sorriso di Maca, il modo in cui gioca con la sua ciocca bionda quando la metto in imbarazzo, l'amore è lei.

E nessuno potrà mai prendere il suo posto.

Quando vedo Ismael e Macarena tornare verso di noi capisco che devo affrontare la realtà.

"Allora cosa facciamo?" chiedo a Ismael.

"Ora andate a casa, del cadavere mi occupo io."

Ho sentito dire che un vero amico è colui che ti aiuterebbe persino a nascondere un cadavere. Ecco, Ismael è un vero amico, lo è sempre stato. Anche se è la prima volta che gli tocca far sparire un cadavere per aiutare me.

"Grazie, poi?"

"Avete diverse opzioni. Potete andare dalla polizia e spiegare la dinamica, è stata autodifesa e nessuno arresterà Maca per questo. Nessuno potrà dimostrare una cosa che non è vera, la situazione è molto chiara. A quel punto però rischieresti di far incazzare tua madre e anche se arrestassero lei..."

"Quella stronza ha più uomini di Ramala al suo servizio, ci farebbe a pezzi comunque..." dico.

"Esatto."

"Le altre opzioni?"

"Potresti parlare con tua madre e dirle che è stato un incidente, oppure far sparire completamente il cadavere di tua sorella e far finta di nulla. Probabilmente però scoprirebbe tutto, è lei ad aver mandato Aisha da voi, no?"

"Se ti dicessi che non mi piace nessuna delle tue opzioni?" gli chiedo.

"Hai ragione, ma non c'è molto altro da fare. In ogni caso, cercherò di aiutarvi come potrò."

"Anche io." aggiunge Rajab.

"Ora andiamo a casa, così lui finisce di controllare le vostre ferite e dopo riposate un po'. Nel frattempo io mi occuperò del cadavere di tua sorella, va bene?"

"Sì, grazie..." rispondo.

Macarena rimane in silenzio, con le lacrime agli occhi.

Ismael e Rajab alzano il corpo di Aisha per metterlo nel bagagliaio.

"Aspettate..." dico.

Si fermano e mi fissano.

"Addio Aisha..." dico sottovoce, accarezzando per l'ultima volta il viso di mia sorella.

"Adesso potete continuare." aggiungo, mentre salgo in macchina.

Appena l'auto parte, guidata da Rajab, poso la testa sulla spalla di Maca. La sua vicinanza mi aiuta a non crollare, lei appoggia la sua testa sulla mia e mi addormento così, esausta.


"Aisha, vieni."

"Che c'è?"

"Papà ha comprato delle biciclette per me e per te."

"Dici davvero?"

"Sì, vieni a vedere."

"Papà, sei il migliore." dice Aisha.


"Non aver paura Zulema, pedala." la voce di mia sorella è rassicurante, come sempre.

"Non ci riesco, non voglio cadere."

"A volte bisogna cadere per imparare a fare qualcosa di bello."

"Io non voglio farmi male."

"Non ti farai male, ci sono io."

"Mi tieni, così non cado?"

"Va bene, però poi devi provare da sola. Sei troppo brava per farti aiutare."


"Aisha, ho imparato, sono andata in bicicletta da sola." le dico, felice e fiera di me stessa.

"Hai visto? Avevi paura, ma ora sai farlo meglio di me."

"Meglio di te no, tu sei la più brava."

"Vieni qui che ti soffoco di baci."

Inizia a baciarmi le guance.

"Smettila Aisha, mi dai fastidio."

"I miei baci ti danno fastidio?"

"No, stavo solo scherzando."

"Ma sei proprio una monella." mi dice, facendomi il solletico fino a farmi ridere a crepapelle.

"Ti voglio bene Aisha."

"Ti voglio bene piccola birichina."

"Sei la sorella migliore del mondo."

"Anche tu." mi risponde, abbracciandomi.


Mi sveglio e mi accorgo che quello non era solo un sogno, era un ricordo.

Quel pomeriggio è stato bellissimo, io e Aisha ci siamo divertite tanto, c'era anche nostro padre insieme a noi. È stato uno dei pochi momenti felici della mia infanzia e una parte di me rimpiange quegli istanti.

Non potevo immaginare che in pochi anni la mia vita sarebbe diventata un inferno. Poco tempo dopo ho perso mio padre, ho perso Aisha, ho perso la mia famiglia e sono rimasta sola con mia madre.

Come mio padre potesse stare con una donna del genere per me è un mistero.

Mia madre mi ha sempre detto che, in quanto donna, avrei dovuto smettere di studiare e diventare la moglie di qualcuno che non mi amava e che io non amavo, per servirlo e riverirlo. Mi ha fatto sposare un porco cinquantenne che aveva già due mogli, poco più grandi di me, un violento.

Mio padre invece era una persona bellissima e di sicuro non mi avrebbe mai fatto del male, al contrario di ciò che ha fatto lei.

Lui mi ha insegnato a essere libera, una cosa a cui teneva molto era la scuola, voleva che ci andassi e che studiassi. Diceva spesso che la cultura è importante per non essere schiavi degli altri. Con questo non voleva dire che è il titolo di studio ad attribuire importanza a una persona, intendeva solo che è fondamentale conoscere il mondo, per poter pensare con la propria testa e non farsi manipolare.

Anche se mia madre mi ha ritirato da scuola subito dopo la sua morte, io ho continuato a studiare, a leggere, a imparare, da autodidatta.

Penso alla mia infanzia, penso a mia madre, a mio padre, ad Aisha.

Aisha.

Mia sorella.

Non posso credere che sia morta.

Non posso credere che sia stata così stronza con me.

Non posso credere che per lei sia stata più forte la paura.

Aisha aveva paura di nostra madre, aveva paura di restare sola, aveva paura di essere indipendente, di dover prendere delle decisioni. È tornata da nostra madre per quello.

E nostra madre ha sfruttato la sua paura.

È colpa sua se è finita così.

Non di Maca, non mia.

La colpa è solo ed esclusivamente di mia madre. E di Ramala, lui sapeva che ci avrebbe messe in una situazione di merda, se fossimo sopravvissute a ciò che ci ha fatto.


Quando arriviamo a casa, Rajab ci controlla le ferite. A quanto pare va tutto bene, non ci siamo fatte nulla di grave.

"Noi andiamo, io nasconderò il cadavere, poi fammi sapere cos'hai deciso, va bene?" mi chiede Ismael.

Farah ci guarda, sconvolta. Le abbiamo spiegato la situazione appena siamo tornati, sembra molto preoccupata.

"Quindi portiamo il cadavere di sua sorella a casa nostra?" chiede a Ismael.

"Stai tranquilla, è solo una situazione temporanea."

"Va bene... Zulema, mi dispiace per ciò che è successo..." mi dice Farah.

"Grazie."

"Riposatevi ragazze, ne avete bisogno." ci dice Rajab.

"I prossimi giorni potrebbero essere difficili, prendetevi qualche ora per rilassarvi." aggiunge Ismael.

"E godetevi Yasmin, lei è una meraviglia." dice Farah.

"Grazie, davvero."


Macarena allatta Yasmin, poi ci sdraiamo sul letto.

"Bionda, ti senti bene?" le chiedo.

"Sì, non devi preoccuparti per me..."

"Invece sì, so quello che stai pensando."

"Davvero?"

"Sì, ti conosco ormai."

"Come faccio a non sentirmi in colpa?"

"Bionda, se Roman ti avesse minacciata e ti avesse sparato, anche solo a una spalla, io avrei agito esattamente come te, se non peggio. È stata lei a spararmi per prima e avrebbe potuto farlo ancora, era improbable, ma la possibilità c'era. Hai fatto ciò che dovevi."

"Lo so, ma tu adesso stai male, comunque le volevi bene e lei è morta..."

"È vero, sto male. Sto male perché mia sorella è morta, perché è stata lei a costringerti a spararle, perché ha rovinato il nostro legame. È stata lei a distruggere tutto e il fatto di avere dei bei ricordi con lei mi fa stare ancora peggio. Sto male perché mi ha ferito, ha fatto delle cose terribili, ma per un po' è stata anche la sorella migliore che si possa desiderare. Tutto questo mi confonde, la realtà è che non sono riuscita a capire, non so cosa provasse lei per me. Mi odiava? Mi voleva morta? Le importava qualcosa di me? Mi voleva bene, ma era succube di nostra madre? Non lo so, non lo saprò mai."

"Credo che lei ti abbia voluto bene, ma probabilmente vostra madre è riuscita ad allontanarvi così tanto da mettervi l'una contro l'altra..."

"Già..."

"Scusami, non conosco bene la situazione, non avrei dovuto esprimere la mia opinione su una cosa così delicata..."

"E invece hai fatto benissimo, davvero."

"Cosa pensi di fare adesso? Insomma, per risolvere la situazione..."

"Credo che parlerò con mia madre, penso di farlo già domani."

"E cosa vorresti dirle?"

"Le dirò che sono stata io a sparare ad Aisha, che è stato un incidente, che non era mia intenzione ucciderla..."

"Zulema, non puoi farlo, non puoi prenderti la colpa... Sono stata io..."

"Non importa, troverò il modo di chiudere questa storia senza iniziare inutili guerre, te lo prometto. Io sarò al sicuro, tu e Yasmin anche, stai tranquilla..."

"Posso chiederti solo una cosa?"

"Dimmi."

"Mi permetterai di accompagnarti?"

Sospiro forte, ho paura che si metta in pericolo e non voglio assolutamente correre questo rischio.

"No, devo farlo da sola."

"Zulema, ti prego, sai che quando hai agito da sola le cose non sono andate bene, pensa a quando mi hai lasciato..."

È stata delicata a ricordare solo quell'episodio e a non rinfacciarmi il fatto che è stata rapita da Ramala quando io ho agito alle sue spalle. Forse glielo devo, forse è giusto che le permetta di starmi vicino, di aiutarmi.

"Va bene, puoi accompagnarmi..."

"Grazie..."

"Non avevo finito la frase." le dico, in tono molto serio.

"Scusa."

"Puoi accompagnarmi solo se mi prometti di non parlare con mia madre, di non dirle che hai sparato ad Aisha. Stai lì e lasci fare a me, va bene?"

"Sì."

"Guarda che non sto scherzando."

"Lo so..."

"Sarà meglio, ora voglio rilassarmi un po', ne ho bisogno."

"Cosa vorresti fare?"

"Voglio andare nel nostro posto."

"Il nostro posto?"

"In giardino, sul tappeto elastico, voglio sdraiarmi lì e non pensare a nulla."

"Zulema, mi prenderò cura di te, ti aiuterò a rialzarti, come hai fatto tu con me..."

"Io non l'ho fatto, ti ho lasciata sola..."

"Lo hai fatto per proteggermi, hai sbagliato, ma forse c'era tanto amore dietro a quel gesto..."

"Certo, ho scelto la tua felicità al posto della mia, se questo non è amore..."

"Hai fatto una cazzata però, io non sarei mai felice senza di te... Non lasciarmi più, non te lo perdonerei. Noi possiamo affrontare qualsiasi ostacolo insieme, è così che funziona una relazione..."

"Detesto darti ragione..."

"Io ho sempre ragione." mi sorride.

So che mi aspettano dei giorni da incubo, ne sono sicura, quindi decido di godermi questi istanti con Maca.

Decido di godermi la quiete prima della tempesta, sperando che la tempesta non spazzi via tutto.

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