78. Padri padroni

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Puoi contornare il capo con l'alloro, coprire le carni con lussuose stoffe griffate, adornare con gioielli le parti più esposte del corpo all'invidia altrui, per la tua sete di onnipotenza, ma ciò non ti renderà più grande di colui che conosce l'umiltà, l'educazione e il rispetto.

Paolo

Bussano alla porta della mia stanza, sono infuriato.
"Avanti!" Ringhio.
"È permesso?" Sibila, Luigia, con il volto di chi sa di essere in torto.
"Prego! Entri."
"Ci sono anch'io, Signor Arena" incalza il primario.
"Prego! Accomodatevi entrambi."
La mia figura non è mai stata autoritaria nei confronti di nessuno, finora, ma da oggi si cambia musica.
"Vi ho mandati a chiamare con il massimo dell'urgenza perché mi risulta che la signora Valli Giulia, sia stata trasferita di reparto a causa delle lamentele avanzate da mio padre. Spero e mi auguro per entrambi che da domani mattina, lei sia nel suo reparto d'appartenenza, altrimenti troverò un modo meno simpatico per ripristinare la situazione. Sono stato abbastanza chiaro? Ci sono domande?"
"Mi scusi, Paolo, come le viene in mente una simile sciocchezza?" Interviene il primario.
"Conosco i metodi poco ortodossi di mio padre e sono supportato da prove che mi hanno messo a conoscenza del contrario."
"Addirittura?"
"Addirittura, dottore! Addirittura..." lo pungolo, indispettito.
"E lei? Non ha da dire niente, signora?"
Il capo della coordinatrice non si è mai alzato per partecipare alla conversazione, ha giocherellato continuamente con i charms del bracciale sul polso sinistro.
Alla mia domanda, si sistema i capelli color rame, dietro alle orecchie e si limita a dire che, Giulia, riprenderà il suo lavoro domani mattina a reparto e che solamente per via del tutto eccezionale sarà spostata, unicamente se richiesto dalla direzione.
"Molto bene, direi! Inutile ricordare a entrambi che le notizie relative alla mia salute, riguardano solo ed esclusivamente, me! Arrivederci."
I due escono con la coda fra le gambe e io cedo stremato dalla stanchezza e dal sonno, sul mio letto, con la sola motivazione di vedere il suo volto, domani.
Nessuno può portarmela via di nuovo, nessuno!

***                               ***                          ***               ***
Quello che vi ho omesso di ieri sera...

"Ehi, prosciuttina, ti dispiace se stanotte resto a dormire qui?"
"No! Certo che no! Sei con il padre di tuo figlio..."la bacio sulla guancia destra e le accarezzo il pancino ancora piatto.
"In effetti vorrei che si trasferisse, insomma sarebbe tutto più..."Interviene Leonardo.
"Presto lo faremo..." gli risponde Katia, baciandolo.

Credo che sia la cosa più naturale da fare, in questo caso. Si amano e aspettano un bimbo.
È arrivato il momento di tornarmene a casa e lasciare la casa di Manuel. Prenderò questo meraviglioso evento per ridare un verso alla mia vita, anche se, Katia, mi mancherà da morire.
Ora è il suo momento, ed è giusto che le nostre strade si dividano. Anche per Maria, è giusto vedere in casa solo la sua mamma.
Chissà, magari un giorno... avrà anche un papà e io qualcuno che mi ami davvero.
"Ragazzi, Maria si è addormentata addosso a Lorenzo, e pure lui, a quanto vedo è crollato, che dite, li carico in spalla e li portò a fare la nanna?"
Scoppiamo a ridere di gusto alla mia battuta e ci sciogliamo davanti a quella scena così naturale e dolce.
Vorrei tanto che per lei potesse essere sempre così, protetta, tra le braccia forti di un uomo che la ama...
Lentamente mi chino per afferrare, Maria, cercando di fare piano per non svegliarla, e nel tentativo, purtroppo, sveglio Lorenzo, sfiorandogli il naso con i miei capelli.
"Scusami, Lory..."sussurro
La piccina si gira sbilanciandosi un po' e nell'avvolgerla più saldamente per non farla cadere, perdo l'equilibrio, e la distanza che separa il mio viso da quello di Lorenzo si accorcia drasticamente, e finisco per sfiorare le labbra di Lorenzo con le mie... nessuno si accorge di nulla, perché è stato un frangente di secondo, anche se Lorenzo rimane immobile con gli occhi cuciti sui miei.
Goffamente riprendo l'equilibrio, saluto tutti e fuggo via con Maria in braccio.
Finalmente salgo in macchina e riprendo aria.
Sistemo Maria sul seggiolino che dorme candidamente, mi siedo al posto di guida e accendo il motore.

Piccola OssTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang