63. Primo Natale

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Lentamente inizio a prendere confidenza con la casa ed i suoi spazi.
Manuel ha iniziato a lavorare alla Dicson&Vans da due giorni e sembra che sia già molto apprezzato, del resto gli facevano la corte da diverso tempo.
Tra poco mia madre, in compagnia di mia nonna, mi passeranno a prendere per portarmi a fare delle compere al centro commerciale più vicino.
Oggi fa particolarmente caldo perciò decido di indossare un abitino premaman, rosa, che mia madre mi ha fatto trovare nuovo di zecca nell'armadio.
Le scarpe non mi entrano, perciò opto per un infradito bianco con una rosellina cipria al centro. Raccolgo i capelli in una cipollina ed esco in veranda.
Mi siedo, dopo un attimo decido di farmi un selfie e mandarlo alla mia amica.
Probabilmente starà dormendo ma sono sicura che appena lo vedrà sarà felicissima.
Una macchina si avvicina al cancello e suona il clacson.
"Buon giorno, Giuly! Vieni! Entra... andiamo a fare colazione".
A quell'invito ho già le papille gustative pronte ad assaggiare qualcosa di buono.
"Buon giorno a voi! Dormito bene?"
"Piccola della nonna! Benissimo, grazie! E tu?"
"Sto iniziando ad abituarmi al fuso..."
"Allora! Ora andiamo a fare colazione, poi shopping e poi ti porto al Miami hospital, dove il Dr. Craig ti visiterà e ti seguirà in questi ultimi due mesi di gestazione".
"Oh, grazie! In effetti ci stavo pensando..."
"Non devi preoccuparti di nulla, lui rappresenta l'eccellenza e per di più gioca a golf con Connor da tutta la vita, sono amici per la pelle e di lui puoi fidarti ciecamente".
Inutile dire che il centro commerciale è entrato nel porta bagagli dell'auto di mia madre. Quando si mette in testa di fare shopping è veramente compulsiva.
Tuttavia ci manca ancora la scelta della cameretta di Maria.
Manuel sarà sempre impegnato, perciò cedo alla corte spietata di mia madre e le permetto di sceglierla insieme a me e a nonna.
Dopo mille giri i miei occhi si posano su una cameretta color panna chiaro, impreziosita da lumachine rosa in Swarovski. Chiamo le mie due accompagnatrici e mostro loro quanto ho scelto, per avere in qualche modo la loro approvazione.
Mamma e nonna si riuniscono silenziosamente ad osservarla e dopo pochi istanti si lasciano andare in un sorriso di approvazione.
"Manuel sarà qui tra dieci minuti, intanto puoi parcheggiare mamma!"
Siamo arrivate al Miami Hospital, Manuel freme nell'attesa di vedere la crescita di Maria. Insieme entriamo e l'infermiera ci accoglie per poi accompagnarci nello studio del Dr. Craig.
L'ospedale è curato nei minimi dettagli, è una struttura di recente costruzione.
"Benvenuti! Accomodatevi! Io sono il Dr. Craig e mi prenderò cura di te fino alla nascita della tua bambina. Oggi faremo un'ecografia mitologica dell'accrescimento. Avete domande?"
"No! Non per ora..."
Rispondiamo in coro.
Con affanno mi siedo sul lettino per poi sdraiarmi a pancia nuda, il peso mi sta schiacciando. Intanto la mia famiglia si mette al lato destro di Manuel che è praticamente attaccato al monitor, sorridente, con la faccia da salame...
Il medico posizione la sonda carica di gel sopra il mio ombelico e inizia a ruotare.
Si intravedono i piedini, poi le gambe, le braccia, le mani, il pancino e infine la testolina tonda.
Mia madre e mia nonna piangono come due fontane silenziose, il mio ragazzo è rimasto incollato alle immagini ed io sono l'unica che segue le parole del dottore che per lo più sono misure in linea con il mese di gestazione.
"Ora ve la faccio vedere in 3D".

 "Ora ve la faccio vedere in 3D"

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Piccola OssWhere stories live. Discover now