32. Progetti per la sopravvivenza

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Di Paolo nessuna traccia.
Al lavoro mi perseguitano.
Il mio cuore è di nuovo a pezzi.
Mancano pochi giorni alla prima prova del concorso e ancora non ho concluso il libro della preparazione.
Non voglio pensare, mi butto nello studio, macino pagine su pagine, gli esercizi hanno un buon risultato.
Mi sento più sicura e soddisfatta.
Sono le ventuno, ho mal di schiena e le gambe anchilosate, mi alzo dalla scrivania e vado in cucina a  prepararmi una tisana.
Controllo il telefono, di Paolo nessuna traccia.
Gli scrivo un messaggio.

"Tutto bene? Mi manchi...😔"

Mi manca da morire.
Mi ha già dimenticata.
Un messaggio illumina il display, mi precipito ad aprire con la speranza di trovare la sua risposta.
Un suo "ti amo, piccola Oss", "mi manchi", "torno presto" e invece niente...

"Ciao, Giulia! Come stai oggi?"
E' Manuel. Speravo fosse Paolo. Ma niente...

"Mi lasci così, amore mio..."
Una lacrima cade sul vetro del telefono.

Rispondo al mio nuovo amico.

"Ho avuto una pessima giornata, tu?"

"Sono vicino casa tua, ti va di fare due chiacchiere?"

"Certo! Vieni pure..."

                             ***              ***

"È permesso?"

"Vieni! Entra..."

Ci scambiamo due baci, mi abbraccia, è profumato e dolce. Manuel è così!
"Accomodati! Che ti offro? Hai cenato?"
Chiedo con apprensione e felicità nel vederlo.
"Veramente, no."
Risponde un po imbarazzato.
"Allora dai, fammi compagnia, mi invento qualcosa di buono e veloce, ti va?"
Annuisce felice. Il suo sorriso è un raggio di sole nel bel mezzo di una tempesta di neve in Siberia.
"Certo! Grazie..."

Inizio a sferruzzare in cucina, preparo qualche bruschetta di pane con le verdure di stagione, una ricca insalata e salmone affumicato, poi stappo una bottiglia di vino bianco, ed ecco pronta la cena.

"Non è molto, ma è pronta! Vieni?"
Lo chiamo dalla cucina.
"Eccomi! Che stai studiando?"

Lo vedo sbirciare sul tavolo della scrivania le mie scartoffie.

"Oh, beh, ho il concorso tra cinque giorni e sono indietro con gli studi."
Rivelo preoccupata per il mio stato di preparazione.

"Davvero? Quello di cui mi parlavi tempo fa?"

È davvero fenomenale, ricorda ogni cosa.

"Sì! Esatto! Che memoria!"
Mi sorride con uno di quei sorrisi che se non avessi in mente solo Paolo forse mi perderei per non tornare mai più.

"Hai paura? Sei agitata?"domanda preoccupato lanciandomi un'occhiata ispettiva.

"Paura, no! Non per questo, almeno.
Agitata, un po', sì!"
Rispondo tranquilla e un po' amareggiata in merito alla storia con Paolo.

Prendiamo posto a tavola, brindiamo e iniziamo a mangiare.
Manuel è così ben educato, così intelligente e profondo che non gli sfugge nulla.

"Che cos'è che ti fa paura, Giulia?
Non poter stare senza di lui?"domanda mentre  serve l'insalata nel mio piatto.
Sospiro, non riesco nemmeno a pensarlo.

"Anche! La cosa peggiore purtroppo è accaduta oggi al lavoro."ammetto spaventata e scioccata.
"Che cosa? Che c'entra il lavoro?"

Piano piano racconto nei minimi dettagli tutto quello che è accaduto dal weekend ad oggi.
Lo vedo veramente provato e furibondo.
È così educato e rispettoso che non si pronuncia nei loro confronti in modo negativo.
Poggia la forchetta sopra al piatto, si tampona le labbra con il tovagliolo, mi prende la mano e con l'altra mi accarezza la guancia.

Piccola OssDove le storie prendono vita. Scoprilo ora