17. Differenze

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Al mio risveglio trovo un biglietto con su scritto:

"Sono andato a casa dei miei a Gubbio, non volevo svegliarti, dormivi così beata che ti ho solo baciata e sono uscito silenziosamente.
Ci sentiamo più tardi, amore mio.
Sei meravigliosa quando dormi.
Ho mille motivi per amarti.
A dopo."

"Dio mio!"
Il cuore si riempie di felicità e i muscoli del viso si contraggono in un sorriso morbido.
Mi ama.
Lo amo.
Ci amiamo.
Non mi lascerà per quello che gli ho rivelato.
Per quella che sono ha deciso di amarmi ugualmente. Finalmente mi sono liberata da questo incubo.
Mi stiro con forza e balzello giù dal letto.
Non vorrei togliermi il suo profumo di dosso per nessun motivo al mondo ma devo andare a lavorare stasera e perciò devo lavarmi.
La doccia scorre lenta e calda sul mio corpo ancora rilassato dal sesso, ho ancora gli occhi gonfi per aver pianto il mio bambino.
I suoi occhioni grandi, dolci, mi guardano ogni giorno, pieni di quell'amore che solo un bimbo nutre per la madre.
Sono consapevole che sono la mia forza e il mio dolore insieme.
È stato duro da accettare.
Le S.I.D.S, sono più frequenti di quanto si possa immaginare, ma quando sei tu a doverlo vivere è devastante.  Parte della tua esistenza se ne va con lui.
Esco dalla doccia, mi asciugo, indosso una tutta Pyrex nera e mi concentro nello studio.
Non voglio pensare ad altro ora.
Più tardi chiamerò Katia, le dirò di come è andata a finire la serata.
Ora voglio solo catapultare la mia attenzione su altri argomenti.
Un po' di studio, per esempio...
Le ore scorrono veloci, i test vanno abbastanza bene.
Decido di mettere qualcosa sotto i denti e controllare il cellulare.
Dieci messaggi di Katia, uno di Paolo.
La precedenza va a Paolo, ovviamente...

"Scusa se non ti ho chiamato, ho detto ai miei di noi e dopo che Papà mi ha fatto il terzo grado, su di te, su noi, su tutto, è successo un macello. Mi faccio vivo appena posso.
Per favore, non mi cercare".

Un nodo mi stringe forte la gola, riesco a respirare appena, gli occhi stentano a trattenere le lacrime.

Lo sapevo!
Mi abbandono sul divano stringendo forte a me il cuscino che ha ancora il suo profumo.
La sua famiglia non accetterà mai una storia del genere con me che sono più grande e che mi porto dietro un bagaglio simile.
Senza contare che non sono nessuno.
Ho dentro di me il cuore che scoppia d'amore per questo ragazzo che senza fare nulla mi ha ridato la vita e mi ha riportato a provare sensazioni forti che credevo di non poter più provare, mi sono innamorata e già lo ho perso.
Non riesco a non singhiozzare, devo uscire a prendere aria da introdurre nei polmoni.
Mi sento distrutta.
Ho paura.
Paura da morire.
Mi tremano le gambe, mi allungo su una sdraia intorno alla piscina e tutti i nostri piccoli, grandi momenti meravigliosi passano davanti ai miei occhi in continuazione come volessero fuggire via da me.
Prendo coraggio e chiamo Katia.
Il telefono squilla a lungo...

"Prosciuttina mia, ciao! Com'è andata?"
Singhiozzo.

"Nonostante gli abbia detto tutto..."
Non riesco a parlare, riesco solo a piangere.

"Non è..."
Pausa di silenzio.

Tiro su con il naso.

"Non è servito a niente..."
Biascico

"Che è successo?"

Riesco a dire solamente che lui è buono, che mi ama, che sarebbe andato avanti con me e con la nostra storia e che è stata la sua famiglia a mettere fine a tutto.

"Non ci posso credere!
Siamo nel 2019 e ancora succedono queste cose! Sono dei trogloditi assoluti! Lui?
Cosa pensa di fare?"

Sento l'ira di Katia crescere ad ogni parola che esce dalla mia bocca.

"Aspettami lì, non muoverti, arrivo."
Singhiozzo.
"Con lui devo ancora parlare, ciò che ti dico è quanto ho letto nel suo unico messaggio per me".

Piccola OssWhere stories live. Discover now