9. Spazi

1.6K 156 258
                                    

Ceno velocemente con un' insalatona, mi tuffo nel pigiama, e spengo le luci.
Alle quattro e cinquanta il mio incubo preferito mi da il buon giorno spezzando il sonno all'improvviso.
Scendo a prepararmi un te al limone, seriamente provata.
Cerco di ammazzare il tempo con la speranza di riprendere a dormire.
I miei pensieri si fanno largo alla tristezza, non accetterò mai l'epilogo del mio matrimonio.
Michele mi manca, la sua pacatezza, il suo modo di farmi stare sempre serena, il nostro rapporto piatto senza complicazioni.
Dove sei andato? Hai pianificato tutto!
Ti sei polverizzato... perché?
Sospiro disarmata, mentre torno a letto.
Non riesco ad accettare il suo abbandono senza una motivazione valida, eravamo una coppia bellissima, piena di vita.
Sono le sei del mattino e le prime luci dell'alba filtrano a piccoli fasci luminosi dai fori naturali del legno delle imposte, mi sdraio sul letto, mi lascio accarezzare da quel lieve calore che emanano, sospiro e mi lascio abbracciare da Morfeo.
Trilla la sveglia. Sono le otto! Ciondolo insonnolita e stanca in bagno, mi lavo, mi trucco, passo leggermente la piastra ai capelli e mi piazzo indecisa davanti all'amadio.
Jeans verde militare, magliettina bianca, felpa aperta abbinata e Hogan verdi con il logo bianco.
Coordino con relativa borsa Hogan e aspetto l'arrivo del mio nuovo "amico".
O quello che è...
Batte forte il cuore.
In teoria non ce ne è motivo ma... mi prende così!

«Sono qui fuori, piccola Oss!»

Sorrido, saltello, divento paonazza, sospiro e torno al mio colore naturale.
Chiudo tutto frettolosamente, prendo la giacchetta ed esco.
Si intravede dal vetro dell'auto la sua sagoma elegante, il suo viso pulito, serio e pensieroso che accenna ad un sorriso alla mia vista.

«Ehi, buongiorno!» sorride come dovesse illuminare il mondo quando mi vede.
«Buongiorno a te!» replico lusingata. Entro un po' impacciata tentando di mascherarlo spiattellando il mio sorriso perfetto.

«Hai fatto colazione?» domanda con una carica sexy che mi fa implodere.
«Più o meno verso le sei.»
Paolo Mi guarda interdetto e domanda incredulo.

«Le sei?»
Ho i suoi occhioni blu oceano puntati su di me.

«Ehm... sì! Diciamo che mi sono svegliata presto.»
Rispondo imbarazzata.

«Beh, allora avrai fame di nuovo! Andiamo al Civediamodate!»
Mi propone di andare in una  famosa pasticceria tra l'università e il Santa Barbara.

«Va bene! Okay!»
Accetto e abbozzo ad una conversazione banale dandomi interiormente già dell'idiota.

«Agitato per oggi? Dormito bene?»
Mi guarda e risponde.

«Diciamo che è un esame impossibile che la gente da almeno dieci volte prima di superarlo, e, io sono solo alla seconda!»
Deglutisco...
«Cavolo! Davvero?» domando sgomenta.

«Sì! La gente ci si impazzisce, ma se non decidi di mollare prima, prima o poi si supera...»

«Wow! Ho aperto bocca due secondi e ho già fatto la mia prima figura di merda.» penso completamente ignara di quanto siano complicati questo tipo di esami e la stessa facoltà.
«Ah, però! Interessante...»

«Da impazzire! Ma visto che è una scelta dei miei questa facoltà, la prendo con filosofia.»
Rimango in silenzio.
Non saprei cosa aggiungere se non che i suoi sono due stronzi e che la vita è sua, come il suo presente e futuro, e che dovrebbe mandarli a quel paese ma preferisco stare in silenzio.
Ho già speso il bonus giornaliero delle figure di merda per oggi, devo necessariamente non toppare più.
Arrivati al Civediamodate, scendiamo allegri, facciamo supposizioni sulla partenza della mia macchina e un ipotetico diciotto all'esame...
Il barista ci saluta con molta enfasi.

Piccola OssWhere stories live. Discover now