28. Giochi sporchi

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In un attimo siamo a passeggiare lungo mare, i piedi sfiorano l'acqua fresca portata a riva da piccole onde.
Abbiamo appena pranzato in uno chalet qui vicino.
Qualcosa siamo riusciti ad ingurgitare tra chiacchiere, sguardi e magone.
È stato un pranzo taciturno, pieno di pensieri importanti.
La felicità dopo un po' ti porta il conto anche se non si è pronti a pagare. E noi non lo siamo!
Ci prendiamo timidamente per mano, il sole colora il cielo azzurro e splende gioioso nel mare.

"A che cosa pensi?"sussurra al mio orecchio mentre mi sfiora il lobo con le labbra.
Mi volto e raggiungo i suoi topazi azzurri che contemplano le curve delle mie bocca resa lucente dal gloss, mentre tengo fermi i capelli mossi dalla leggera brezza marina.

"Penso a quante cose sono successe in un mese, a quanto io sia cambiata dopo il tuo arrivo" sorrido dolcemente.

"Dio, se è vero! Sei ancora felice di avermi incontrato?"
Gli brillano gli occhi nel pormi questa domanda .

"Come potrei non esserlo... mi hai cambiato la vita, sembra ieri..."replico fasciata dall'emozione dei ricordi.

Mano nella mano continuiamo a camminare verso un futuro breve e incerto.
D'un tratto, sentiamo squillare il telefono di Paolo; è sua madre.

"Mamma!"

"Buon giorno, amore di mamma! Come stai, piccolo?"
Si sente cinguettare dall'altro capo e vedo
Paolo smaltire la tensione.

"Tutto bene, mamma, qui è caldo e bello, c'è molto movimento".

"Ho saputo, Paolo! Ho saputo che hai incontrato la figlia di de Bellis e che uscirete insieme.
Non sto nella pelle, bravo, figlio mio!
Sono fiera di te".
Sento ogni parola graffiare il mio orgoglio, la mia anima è il mio cuore... addirittura fiera di lui.

Addirittura fiera? Ma ci rendiamo conto di che valori si parla? Ma davvero? Che schifo! Mi fate schifo! Mezzi borghesi, bacia madonne a tradimento che non siete altro!

"Va bene, mamma, ci vediamo presto. Un bacio, ciao."
Si affretta a chiudere nervoso e imbarazzato la comunicazione temendo di offendermi.
"Ciao, amore".
Chiude anche lei.

Lo guardo ancora una volta e poi abbasso lo sguardo verso i miei piedi che giocherellano nervosi con la sabbia e l'acqua.
Non proferisco parola, mi sento umiliata, non riesco a capire cosa ho fatto a quella gente per volermi così male.
Ogni parola è stata una lama conficcata nel mio orgoglio.

"Questa ormai è la notiziona del momento. Maledetta imbecille! Come la odio! Ha cambiato gioco. Ora è più sottile, suppongo che ci sia dietro lo zampino di zia Lucrezia, lei è troppo stupida per arrivare ad architettare tutto così alla perfezione ".
Ringhia furibondo.

"Non pensarci più, Paolo!
Chissà, magari non è poi così male la rampolla".
Cerco di ironizzare ferita mentre lui mi scocca
un'occhiata secca che mi fulmina all'istante.

"Che dici? Sei matta?"
Si rivolge a me con gli occhi iniettati di sangue.

"Un po', si! Lo sai..."
Mi lascio sfuggire un sorrisetto esasperato.

Su wattsap Katia mi manda una serie di messaggi ai quali ho deciso di rispondere appena rimango un attimo sola.
Ora non me la sento proprio.
Non vedo l'ora di tornare a casa mia, mi sento così umiliata, arrabbiata, ferita, delusa e amareggiata.
Probabilmente sto facendo il loro gioco ma è così che sono stati capaci di farmi sentire.

Finalmente è sera, il nostro weekend è stato orribile e fare le valigie è un gran sollievo per me. Raccolgo frettolosamente ogni cosa e la metto dentro senza curarmene.

"Ho finito! Tu?"

Sospira...
"Ancora cinque minuti"
Supplica disperato.
"Ti aiuto? Vuoi?"
Lo aiuto a coordinare le idee e a fare in fretta pur di andarmene.
"Ok! Grazie, amore."
Si piega in un sorriso.
In realtà è triste ma non voglio affrontare ancora l'argomento e faccio di tutto per distoglierlo dal suo malumore.

Piccola OssWhere stories live. Discover now