38. Luna nuova

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Al ritorno dalla spiaggia troviamo nella suite la cena servita, ci facciamo una doccia ancora allentati dall'alcool, non sappiamo come abbiamo fatto a tornare dalla spiaggia con tutto quello che abbiamo bevuto.
Barcollando ancora ci infiliamo tra una risata e un'altra i pigiami e ci mettiamo comodi in terrazza a riprendere conoscenza.
Manuel riprende sempre questi momenti con il cellulare... è veramente una fissa la sua.
Una luna nuova si sta facendo spazio nel cielo, è grande, giallo oro.
Manuel congeda il cameriere con una mancia sostanziosa, dicendogli che ci serviremo da soli e che per stasera può andare.
Contento afferra i soldi e svanisce dietro il portone.

"Domani ti va di andare al mercato del paese? È carino sai?"
Ci penso su.
"È qui vicino?"
Mi informo se è fattibile.
"Sì! Possiamo raggiungerlo a piedi, se ti va"
Annuisco.
"Molto volentieri".

"Vieni cucciola, coccole time!"
Mi attira a se.
"Wow!
Ma quanti sono?"
Osservo golosa.
"Almeno sei qualità!"

"Tornerò grassa come una balena!
Anzi puoi liberarmi direttamente in mare dopo questa ingozzata di coccole dolci..."
Scoppiamo a ridere.
"Mi tira la pancia da quanto ho mangiato..."
Sbuffa goffo.
"Beviamoci una coca cola per digerire, ti va?"
Apro il frigo bar e ne estraggo due zero in vetro.
"Coca-zero? Ti piace?"
"Sì! C'è il limone?"
Domanda interessato.
"Sì! È qui!"
Stappo le due bottiglie e ci mettiamo nel living della terrazza fronte mare, un vero e proprio letto da giardino. Comodo oltremodo.
Facciamo cin cin con le bottiglie, appoggiamo le teste nei cuscini e sprofondiamo in una morbidezza che rivolge lo sguardo verso il cielo blu punzecchiato da piccole stelline dorate.
Beviamo, ci abbracciamo forte e ci lasciamo ninnare dal rumore del mare sotto lo scintillio  magico della luna.
Raggi di sole cocenti infastidiscono il mio sonno, sono le nove e il sole brilla alto nel cielo, è quasi estate e le temperature si sono di molto impennate.
Manuel è già sveglio, fa su e giù dalla sala da pranzo a torso nudo con il telefono all'orecchio.
Probabilmente qualche grana con il lavoro...
Mi stiro, respiro a pieni polmoni l'aria meravigliosa che emana il mare.
Vado in bagno e mi vesto per andare al mercato, per questo evento il mio vestitino rosa potrà andare...
Lo indosso, è semplice a trapezio sopra al ginocchio.
Manuel viene verso di me... mi guarda...
"Giuly!
Ti dispiace se anticipiamo il ritorno di qualche ora?"

"No!
Certo che no... che è successo?"
"Mi ha appena chiamato mio padre, era in lista per un intervento, nulla di che, una cisti, lo hanno chiamato oggi per domani..."

"Stai scherzando?
Dai raccogliamo velocemente le nostre cose in valigia e andiamo.
Per il volo?"

"Se ne stanno occupando dall'ufficio e non credo che sarà un problema."

"Molto bene!"

"Sei dispiaciuta?"
"Manuel!"
Lo fulmino con lo sguardo.
"Stai scherzando, vero?
Si tratta di tuo padre, di un intervento, del vostro lavoro, muoviti!
Andiamo!
Non pensare nemmeno per un secondo che io sia così frivola da avere questi pensieri altrimenti mi offendo!"
"So benissimo chi sei..."
Mi stringe forte, prende i bagagli e in meno che non si dica siamo a bordo dell'aereo.
"Domani mattina devo lavorare ma appena esco vengo subito da voi in ospedale, non ti lascio solo..."
"Non devi preoccuparti, ci sarà anche mia madre, non sarò solo..."

***                             ***                              ***

"Chiamami appena esce dalla sala operatoria, ok?"
Posa i bagagli in camera, stasera non dormirà con me...
"Mi mancherai... a domani..."

Ci sciogliamo dall'abbraccio e lo accompagno all'auto.

"Grazie per tutto quello che hai fatto per me, ti voglio bene..."
"Non è niente!
Figurati.
Notte, Giuly..."
"Notte, Manu!"

Rientro in casa, mi impegno a sistemare tutto, imposto una lavatrice di indumenti colorati e la faccio partire.

"Dovresti imparare a chiudere la porta, piccola Oss!"

Faccio un balzo all'indietro e finisco tra le braccia, forti e calde di Paolo.
Mi stringe talmente forte che non riesco a girarmi, sono saldamente imbrigliata nel groviglio della sua stretta.
Inalo tutto il suo profumo con i respiri veloci che mi ha provocato lo spavento, sento il suo cuore battere forte sulle mie spalle, chiudo gli occhi per vivere il suo corpo, il suo odore, chiedo pietà alla mia anima per tartassarla in questo modo, le chiedo di donarmi la forza di sopravvivere a questo inaspettato incontro.

"Dio mio, quanto sei bella!
Quanto mi sei mancata, piccola Oss..."

Respira tra i miei capelli, percepisco il suo stato d'animo, la sua voce provoca in me un'emozione talmente infinita che le lacrime non possono fare a meno di scendere.

"Ti amo..."
Sussurro con un filo di voce.

Il mio cuore scalcia e galoppa come un purosangue nel bel mezzo di una corsa.
Sento le sue lacrime scivolare giù dai miei capelli al collo.

"Lasciami guardarti!"

Si scioglie e mi permette di guardarlo, le mie mani partono da sole, partono accarezzando il suo viso, le sue labbra, i suoi capelli d'oro, lo abbraccio forte, più forte che posso nella speranza che quel corpo si fonda con il mio per sempre da non lasciarmi mai più.

"Amore mio..."

Riesco a pronunciare solo questa frase e a guardarlo negli occhi un solo istante prima che le lacrime si impadroniscono della mia vista, sbatto le palpebre ed è ancora lì, bello come un Dio, stanco, sciupato, provato, debole e fragile davanti a me.

"Vieni con me..."

Lo prendo per mano, lo trascino in cucina, lo faccio bere e lo porto fuori con me in giardino.

"Sdraiati sul lettino accanto a me!
Ho bisogno di guardarti ancora un po' senza dire nulla prima di parlare".

Unisco due lettini a bordo piscina, ci sdraiamo uno di fronte all'altro, ci guardiamo, ci stringiamo le mani mentre le nuvole scorrono e il sole tramonta lasciando tutto lo spazio  del cielo ad una luna nuova, una luna che ci guarda curiosa, speranzosa, piena di luce risplende nei nostri occhi stanchi di piangere continui addii.

"So che per il tuo bene dovrò andarmene perché ora per te rappresento il male assoluto"
Esordisce alzandosi dal lettino.

"Mia zia ha deciso di distruggerti in ogni modo se rimarremo insieme e io non me lo perdonerei mai..."

Mi sollevo, prendo posto accanto a lui.
Stringo il telo nei pugni.
Sospiro.

"Lo so!
La madre superiora ha già iniziato con le minacce, questo però non ti da il diritto di sparire e decidere per me".

"Averti accanto rende tutto più difficile, non riesco a staccarmi da te, non riesco a starti lontano, non riesco a respirare senza te..."
"È stata una tortura vivere questi giorni senza sapere dove eri, cosa facevi, se stavi bene, se mi pensavi, se ti stavo facendo soffrire.
Mi mancava la tua pelle, i tuoi occhi...
Nessuno si è interessato a me nonostante mi sia chiuso in me stesso e ho smesso praticamente di vivere.
Per tutti è stata la scelta giusta, forse vedermi soffrire in questo modo li ha resi sicuri del fatto che io ti abbia lasciato per sempre.
Non dimenticherò mai i silenzi e l'indifferenza di mia madre.
Una madre ti consola, una madre ti ama...
Lei fa finta di nulla.
Mia sorella pure...
Mio padre... beh lasciamo stare.
Non so proprio come riuscirò a sopportare la tua assenza, il distacco..."

La luna nuova è segno di rinascita, di cambiamento, di speranza, la stessa che ci auguriamo per la nostra piccola e dolce Oss.
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Piccola OssWhere stories live. Discover now