34.

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«Ragazzi! Svegliatevi!». 

Queste furono le parole con cui ci svegliammo la mattina seguente. Quando aprii gli occhi mi trovai di fronte Nick e Lily con due facce sconvolte.

Tyler si sollevò sugli avambracci e si strofinò con la mano la faccia ancora addormentata. «Ma che succede?» 

«Devi assolutamente venire giù a vedere cosa hanno combinato. Dobbiamo andare via Tyler». 

A quelle parole mi venne un nodo alla gola. Balzammo giù dal letto e andammo velocemente al piano di sotto. Non volevo credere ai miei occhi. Il salotto era completamente sotto sopra. Tutti i cassetti, le antine aperte. Documenti e foto per terra... c'era un disastro. Camminai piano per tutti il salotto guardando ogni singola cosa che c'era in giro. Vedere tutte le nostre cose per terra, buttate lì come se fossero spazzatura mi faceva venire la nausea. Mi voltai verso Tyler con gli occhi lucidi. 

«La pagherà, ti giuro che quel bastardo pagherà per tutto questo» disse mentre mi strinse a sé. 

«Chiamiamo la polizia, magari hanno lasciato qualche traccia» disse inseguito Lily. Si, forse non era una cattiva idea. Magari ci avrebbero aiutato a farla finita. 

«Si è il caso. Magari hanno portato via qualcosa. È giusto chiamarla» affermai. 

«Ok, la chiamo. Non toccate niente finché non arriva» disse Tyler prima di sparire in cucina con il telefono all'orecchio. Sembrava di vivere in un incubo. Quanto ancora sarebbe durato tutto questo? Hanno toccato le nostre cose, se avevano portato via qualcosa? Non riuscivo a crederci. Perché ribaltarci la casa? Cosa pensavano di trovare qui?

«Ragazze preparatevi e fate la valigia con qualche vestito per i prossimi giorni. Non potete rimanere qui, almeno finché la situazione non si calma» disse Nick mentre ero immersa nei miei pensieri. 

Andarcene? E dove? «E dove andremmo?» chiese Lily anticipandomi. 

«Prenderemo un paio di stanze in hotel. Qui non è sicuro e nemmeno a casa mia» disse Tyler intervenendo nel discorso. 

«Per quanto tempo?» gli chiesi. 

Non ci stavo capendo più nulla.

«Non lo so... per qualche giorno> la sua voce era turbata come anche il suo volto. Ne saremmo mai usciti?

«Per quanto dovrà durare tutto questo?» chiesi alzando il tono della voce. Non reggevo tutta questa tensione. 

«Allie non lo so. Ti ho detto che avremmo chiuso questa storia. La chiuderemo. Te lo prometto». 

In quel momento le parole di Tyler non riuscivano ad entrarmi in testa. Molto probabilmente non riuscivo a vedere le cose lucidamente o forse non riuscivo a capirle. Avevo una tale confusione in testa.

«E se non riesci a chiuderla? Ci svaligeranno di nuovo la casa o magari danno fuoco alla macchina o ci fanno del male!». Ero arrabbiata. Si, perché erano entrati in casa nostra, di nuovo. Non si sapeva dove fosse questo tizio, cosa avesse intenzione di fare! Come si poteva vivere così. 

«Ti prego Allie, fidati di me. Risolverò questa storia». Ero troppo confusa e troppo infuriata per recepire veramente le sue parole. Scossi la testa e andai in camera.

«Allie aspetta». 

Lo ignorai e mi chiusi in camera. Non ero arrabbiata con lui ma con la situazione. Non riuscivo a trovarne una soluzione, una logica e continuare a prendere e scappare non avrebbe risolto le cose.

«Allie, mi fai entrare?» era la voce di Lily. 

Tirai un lungo respiro «Si entra» 

Vidi la porta aprirsi e nel frattempo presi una valigia dall'armadio.

«Tutto bene?» mi chiese sedendosi sul bordo del letto. 

«Si» 

«Capisco che tu possa essere arrabbiata per tutto quello che sta succedendo. Anche a me non piace questa situazione e come ci hanno ridotto casa ma dobbiamo avere pazienza». Cercò di spiegarmi. 

«Quanta pazienza? Prima se ne va, poi quando ci chiariamo dobbiamo "nasconderci" per non essere visti, poi ci mettono sotto sopra la casa e ora dobbiamo andare a dormire in un hotel. Non credo di poter reggere altro. Non so se sono abbastanza forte». 

Nel frattempo, continuavo a riempire la valigia con qualsiasi vestito trovassi nell'armadio. 

«Che cosa vuoi fare?» 

«Non lo so» dissi affranta e sedendomi sul letto affianco a lei.

«Se andiamo a Boston per qualche giorno?» le chiesi ad un tratto. 

Allontanarsi da qui, forse, ci avrebbe fatto bene. 

«E Tyler? Il lavoro, l'università?»

«Per il lavoro non è un problema. Ho diversi giorni di ferie che non ho mai fatto e penso che Fred capisca la situazione. Per l'università posso seguire le lezioni online e per Tyler...» mi fermai a pensare. Lasciarlo qui mi avrebbe spezzato il cuore e anche il suo. Ci eravamo già allontanati una volta. Alla seconda non sapevo se mi avrebbe aspettato. 

«Riflettici bene. Io non ho problemi a venire con te a Boston, ma sai cosa lasci qui. L'ultima volta siamo scappate da Boston per ricominciare. Non avevamo nessuno lì se non noi, se non noi stesse. Tu, ora, hai Tyler che ucciderebbe per tenerti al sicuro e hai degli amici pronti ad aiutarti. Ne vale davvero la pena?» mi lasciò lì con quella domanda, con quelle parole. Mi diede un bacio sulla testa e uscì dalla stanza.

Ne vale davvero la pena?

So solo che questa storia mi stava facendo impazzire. Sono perennemente agitata, ogni rumore mi fa allarmare e ormai devo stare attenta anche che qualcuno possa entrare in casa la notte. Forse è solo un momento di debolezza. Ho paura si, ma forse, questa volta avere e soprattutto contare sull'aiuto di qualcuno.

Rimasi lì, seduta sul letto, per qualche minuto. Mi bastò per pensare, per capire che potevo essere arrabbiata e furiosa per tutta la situazione ma non era colpa di nessuno se non di quel maledetto bastardo.

Andai in bagno mi sciacquai la faccia, lavai i denti e sistemai i capelli. Tornai in camera e cominciai a riempire la valigia. Se l'unico modo ora di stare al sicuro era andare via da questa casa per qualche giorno l'avrei fatto.

La sfuriata che avevo fatto era stata, forse anzi direi un po' troppo, esagerata ma mi era servita per liberarmi, per sfogarmi. Ora stavo meglio, anche grazie a Lily che mi aveva fatto tornare lucida e con la testa al presente. Ora mi restava solo di chiedere scusa a Tyler. Aveva già fin troppi problemi e non ci volevo io che davo i numeri.

Stavo chiudendo la valigia quando la porta si aprii e vidi comparire Tyler. 

«Posso?» chiese ancora fermo sulla soglia della porta. Gli corsi incontro e lo abbracciai. 

«Scusami». 

Avevo sbagliato a reagire così e lui non si meritava questo. Infilò il viso nel mio collo e mi strinse a sé. 

«Ti ho promesso che chiuderò questa storia e ti giuro che lo farò. Fidati di me ti prego» 

«Mi fido di te e sarò qui a fianco a te sempre». Mi sciolsi dall'abbraccio e incrociai i suoi occhi.

«Mi dispiace. Davvero. Non so abituata ad avere qualcuno su cui contare e per me è difficile fidarmi a volte. Ho esagerato prima. Avevo bisogno di sfogarmi, di tirare fuori tutto. Ho sbagliato a prendermela con te». 

Spostò una ciocca di capelli dietro al mio orecchio e appoggiò la mano sulla mia guancia. 

«Io sono qui. Nel bene e nel male e faccio tutto ciò che posso per tenerti al sicuro».

Credevoa quelle parole. Mi fidavo di lui e lo avrei seguito ovunque mi volesseportare. 

Fidati di meWhere stories live. Discover now