Capitolo 18

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Io sono riuscita ad accettare le sue altre donne, quelle del passato.
Sapevo chi era, dovevo accettare anche quello insieme al suo amore.

Ma quello era passato, qualcosa che non sarebbe più ritornato.

Io, non so cosa fare, cosa dire.
Sono persa, il mio cervello si è completamente sconnesso da me, dal mio corpo.

Le mie braccia tremano, non riescono a sostenere il loro stesso peso.
Scivolano lungo il corpo di Jace.

Niente.
Nessuno dei due parla.

Voglio capire, voglio parlare, voglio calmarmi, ma le guance si bagnano di queste lacrime che escono da sole.
Eppure dentro di me non mi sento in vena neanche di piangere.

Forse tutto questo mi farà bene.
Liberarmi un po'.

"Piccola"
Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Esplodo, in un secondo.

"Tu mi chiamavi così quando tutto andava bene.
Ora no!"
Urlo singhozzando, riesco a mettermi in piedi.

Barcollo.
"Aspetta, è stato un errore.
Io credevo che lo stavo facendo con te, non è stata una mia scelta"
Mi ferma, afferrandomi per le braccia.
Parla a vanvera, cerca di mettere nello stesso discorso quante più giustificazioni.

"Jace, questo lo comprendo.
Ed infondo non posso fartene una colpa, ma capisci come mi sento?"
Credo che lui era troppo ubriaco e fatto per pensare in modo obbiettivo.

Io gli credo, lo voglio anche perdonare, perché lui non era in se.
Però non adesso, dentro di me lo so già, ma ora no.
Non me la sento.

Se lui mi avesse realmente tradita, saprei a chi dare la colpa e come comportarmi.
Una situazione del genere, non è facile per me.

Posso davvero dare la colpa a quella merda che gli hanno messo nel bicchiere?
Si, ma questo non cambierebbe il mio stato.

Ho bisogno di lui, del suo abbraccio.
Però sento di dover stare da sola allo stesso tempo.

Confusa, sarebbe un eufemismo.

"Dimmi cosa posso fare per rimediare"
Ha gli occhi rossi, e la voce rotta.

"Starmi vicino ed andare con molta calma.
Forse tra un po' starò maglio, adesso ho bisogno di questo"
Dico, posando la guancia sul suo petto.

Percepisco che dentro di me qualcosa ringrazia per questo abbraccio.
Qualcos'altro invece urla perché non po vuole.

È come se bruciasse al contatto.

"Tutto quello che vuoi"
Sussurra, nel mentre accarezza la mia testa.

Ne lui né io, osiamo aprire bocca.

Il telefono di casa inizia a squillare.
"Vado io"
Jace si alza.

Risponde, ma subito dopo mi porge il telefono.

'Si?'
Chiedo a bassa voce chi sia al ragazzo accanto a me.

'Ciao Grace sono Marco'
Ricevo la risposta da chi ha chiamato.

'Ciao, dimmi'
Voglio chiudere il prima possibile.
Prima stavo bene.

'Ti volevo chiedere se ti andava di uscire con me e Trevor, visto che domani comincia la scuola.
Luca non te ne ha parlato?'
Lo sa anche mio fratello, davvero perfetto.
Ora non posso dire di no.

'Veramente no.
Dimmi quando'
Mettiamo su questo bel teatrino.
Dove va tutto bene ed io sono felice.
E soprattutto pronta per domani.

Tra un'ora saranno qui.

"Vuoi venire con me?"
Domando a Jace.

Annuisce.

Perché mi viene così spontaneo volerlo baciare, come se non fosse successo niente.
Non è giusto.

Mancherei di rispetto a me stessa.

Devo capire cosa voglio, non capisco più nulla.
Voglio baciarlo, abbracciarlo, giocare.
Anche fare qualche battaglia di cuscini.

Contemporaneamente voglio gridargli contro, dirgli come sto, che mi ha distrutta.

Oggi non sarò per niente di compagnia.
E domani dovrò pure andare nella nuova scuola.

Di ben in meglio.

"Sei bellissima"
Ci siamo vestiti per uscire.
Lo abbiamo fatto nella stessa stanza, oggi non provavo vergogna.

"Grazie"
Rispondo.

"Grace"
Mi giro verso di lui.
Lasciando una treccia orribile ai capelli.

"Grazie, nessuna avrebbe reagito così"
Sorrido.

Infatti nessuna avrebbe reagito come me.
Così potrei dimostrare tante cose, che tengo troppo, che ci tengo poco, che mi faccio mettere i piedi in testa, o che lo possa aver tradito anche io.

Le persone pensano tante cose, ma solo io so cosa voglio ed il motivo per la mia scelta.

Sei la mia rovina 3.Where stories live. Discover now