Capitolo 4

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Sono seria, vi chiedo perdono.
Ma ero con la mia famiglia, tutta riunita.
Siamo molto uniti e ci teniamo molto alla famiglia, ecco io sono identica.
Per me la mia famiglia è veramente molto, sono stati sempre presenti per me, soprattutto quando mio papà, per motivi di lavoro è stato in Friuli Venezia Giulia.

Detto questo, buona lettura!!

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Porto la mano a coprire la parte di pelle colpita, con forza e rabbia.
Sento la guancia andare a fuoco.

"Tu stai male!"
Gli urlo contro, a mia grande sorpresa.

Inizio a muovermi, provano a togliere le sue braccia attorno a me, in modo da levarmelo di dosso.
Tento ma invano, sbuffando scocciato stringe in una sua sola mano le mie.

Ho le mani veramente piccole, ma anche lui ha le mani grandi.
Diciamo che entrambi siamo due eccessi.

"Calmati, scusami non volevo"
Non si vergogna neanche, continua a tenere la testa alta.

Lo guardo sempre più sconvolta, Fred peggiora sempre di più.

"Perché non capisci che così, a lungo andare, sarai da solo.
Chi vorrebbe stare con una persona così aggressiva, e scorbutica, antipatico e quant'altro"
Finalmente sono sincera, non vogliono che rimanga da solo e poi fra un paio d'anni, rimpiangerà tutto quanto.

"Io non ho bisogno di nessuno infatti.
Sto benissimo da solo"
Stupida, ero convinta di riuscire a fargli cambiare idea.
Ma chi sono io per fare questo?

"Grace, devi stare lontana da Jace ed il suo gruppo di amici.
Quelle non sono persone affidabili"
Avvisa, me.

Perché lui?

"Già, perché tu invece lo sei"
Lo incalzo.

"Invece sbagli, Pietro e Paolo sono due bravissime persone.
E sta tranquillo che a tenerli alla larga da me ci pensa, il mio ragazzo"
Continuo a dargli fastidio, marcando la parola ragazzo.

"E sentiamo il tuo ragazzo ora dov'è?
Tu non sei al sicuro, sei com'è.
Se sono così pericoloso, perché non è qui?"
Jace non ha un allarme incorporato.

Devo pur sapermela cavare da sola, non sono più una bambina.
Non urlo più il nome di Luca, quando cado e mi sbuccio un ginocchio.

"Perché lui è a Milano, a pensare alla sua vita.
Ed io sono qui a difendermi da te.
Adesso che mi hai rovinato la giornata, puoi andartene?"
Spero dentro di me, se alzo il tono di voce, mi darà ascolto e decide di andarsene.

Colpisce il muro, accanto il mio orecchio e sobbalzo.

"Perché non capisci che lo dico per te?"
Inizio ad avere realmente paura, quando i suoi occhi si fermano sulle mie labbra ed avvicina le dita per toccarle.

Giro il mio viso, non glielo permetterò.

"Fred, tra noi non può funzionare.
Dovresti conoscere gente nuova, chi lo sa magari la tua ragazza ideale è qui, solo che non te ne accorgi"
Parlo con dolcezza, magari così si calma e ci si può parlare.

"Questo lo pensi tu"
A me dispiace veramente tanto, perché, nonostante sia così pessimo dei gesti carini li fa.
La collana, venire fin qui.

Essere anche un poco premuroso, ma non sono abbastanza.
Inoltre io sono già fidanzata e sono felice così.

Sei la mia rovina 3.Where stories live. Discover now