La capanna sul lago

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Cercai di uscire da lì.

Percorsi la sala fino a raggiungere la porta dalla quale eravamo entrati, e la osservai attentamente. Non c'era una maniglia. E non c'era modo di aprirla.
Trattenni il fiato, cercando di contenere la voglia di gridare che improvvisamente si era impossessata di me.

Avevo paura per lo Sconosciuto e per Desmond. Erano le persone che avevano dimostrato di tenere di più a me, ed erano entrambe in pericolo. Rividi gli occhi dello Sconosciuto, e il modo in cui mi aveva guardata prima di andarsene. Come se fosse un addio. Ma non ero pronta a quello. Non adesso. Non in quel modo.
Se c'era una cosa di cui ero certa, era che lui era diventato il mio sole. Tutto il resto avrebbe potuto sbiadire, crollare, esplodere. Non sarei riuscita a lasciar scivolare via anche lui.

Appoggiai la mano contro la porta, chiusi gli occhi. Lo feci senza pensarci, come se fosse stato il mio istinto ad ordinarmelo. Sentii il freddo contro la mia mano. Lentamente saliva in tutto il mio corpo, bloccandolo.
Senza rendermene conto, e capendo quanto fosse illogico, incomincia a spingere verso l'esterno. Non avrei mai potuto spostarla, aprirla, muoverla. Eppure qualcosa dentro di me mi diceva che era ciò che dovevo fare.

Riascoltai le parole cupe del vecchio Jackson, e continuai a spingere. Rividi lo Sconosciuto all'ospedale, immobile davanti al mio letto, dopo che avevo avuto l'incidente con Alex. Ripensai al nostro viaggio in moto, all'arrivo a Jamestown. A Cameron. Continuai a premere, e nello stesso momento mi ritrovai in quella locanda dove avevamo ballato, dove poi avevamo trascorso la notte insieme. Ritrovai il suo corpo contro il mio, e il suo amore forte, intenso, che mi faceva scivolare sul davanzale di un giorno nuovo, bellissimo.

Senza rendermene conto, avevo incominciato a gridare, con tutta me stessa. Con una forza che, ancora una volta, non sapevo di possedere.

Poi, di colpo, la porta, incredibilmente, si aprì, senza alcun suono.

Spalancai gli occhi e mi ritrovai di fronte al tunnel che avevamo attraversato insieme, all'interno della montagna.

Sapevo che ciò che era appena successo era impossibile. Impossibile da cedere, perche quella porta non poteva essersi aperta solo grazie alla forza del pensiero. Eppure era ciò che era successo.
Mi guardai le mani. Erano rosse, tremavano. Come tutto il resto del mio corpo.

Respirai lentamente e intensamente, e mi incamminai nel tunnel.

Era buio, freddo. Non sentivo alcun rumore.

Camminai per un po', in mezzo al nulla. Intorno a me tutto era nero, immobile.
Alla fine, raggiunsi la parete più estrema. Quella dalla quale eravamo entrati.

Lo Sconosciuto l'aveva aperta soltanto con il tocco della mano, e io non avevo idea di come avrei potuto fare.

Mi fermai, la guardai con attenzione.

Poi, vi posai delicatamente una mano sopra.
Non successe nulla.

Non mi mossi, rimasi così.

Ibrido.

Quella parola attraversò la mia mente, e scavò dentro di me, in profondità.

Non sapevo più chi fossi.

In parte umana e in parte aliena.

Pensai agli altri ibridi. Mi chiesi se fossero consapevoli della loro natura o se, come me, ne fossero all'oscuro.

Mi guardai ancora le mani, e poi guardai davanti a me la parete rocciosa.

Mi resi conto che loro stavano vincendo. Perché era lì che mi trovavo. Non più al sicuro, non più dove lo Sconosciuto mi aveva lasciata. Era così che sarebbero andate le cose. Volevano che raggiungessi il lago, e stava per succedere. Sapevo quanto fosse sbagliato, ma cosa sarebbe stato giusto? Non ero in grado di accettare il modo in cui lo Sconosciuto si era voltato verso di me, il modo in cui aveva incastrato gli occhi nei miei.

Avrei messo tutto in gioco, è vero, ma non avevo più paura. L'unica paura era quella di perdere lui e Des. Ed era più forte di tutto il resto, in un modo che non dipendeva da me e che non potevo controllare.

Alzai lo sguardo, appoggiai ancora la mano contro la parete e poi chiusi gli occhi.

Non mi stupii più quando, di fronte a me, si aprì un varco.

Feci qualche passo avanti e poi la montagna si richiuse.

Guardai il bosco silenzioso di fronte a me.
Era scesa la sera, così velocemente.

Senza pensare più a nulla, camminai in deiezione del lago. Sapevo che se avessi avuto qualche speranza di ritrovare Desmond e lo Sconosciuto, quello era il posto che avrei dovuto raggiungere.

La strada sotto i miei passi, ancora un a volta, sembrava volare. Le ombre che si muovevano attorno a me danzavano in silenzio, disegnando figure indecifrabili.

Non saprei dire per quanto tempo camminai, ma all'improvviso lo rividi.

Il lago.

Immobile di fronte ai miei occhi. Sembrava così freddo. Così calmo. E così terrificante.

Quell'acqua era la stessa che aveva dato ai sopravvissuti di Seneca e di Elios Terzo una possibilità in più. Il modo per non estinguersi per sempre, per non svanire nell'universo. Allo stesso tempo, rappresentava una minaccia incredibile per noi. Per gli esseri umani.

Mi avvicinai al confine tra il lago e il bosco, mi guardai intorno, cercai di ascoltare tutto, ogni più piccolo rumore, sperando di trovare qualcosa che mi rivelasse la presenza dello Sconosciuto e di Desmond. Ma non accadde nulla.
Sapevo che, per avere una possibilità di ritrovarli, mi sarei dovuta avvicinare all'acqua.
Forse, mi sarei dovuta immergere.

Non sapevo se ero pronta a farlo, ma c'era qualcosa di incredibile che continuava a pulsare dentro di me. Come una forza nuova, inattesa. Enorme.

Feci qualche passo in avanti, in direzione del lago, ma poi all'improvviso mi bloccai perché qualcosa attirò la mia attenzione. Qualcosa che non avevo mai visto prima di allora lì, su quella parte di riva.

Era una capanna, e sembrava abbandonata.

Sempre senza sapere perché, ma solo seguendo il mio istinto, la raggiunsi.

La porta in legno era aperta. La spinsi lentamente, quindi feci un passo verso l'interno.

La prima cosa che notai, entrando, fu il cellulare in terra.

Lo raccolsi, lo strinsi tra le mani e il cuore si fermò dentro di me.

Ci misi meno di un secondo a rendermi conto che si trattava del telefono di Desmond.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora