Il tempo sta per finire

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La porta si chiuse davanti a me, ed io rimasi da sola.

Avrei voluto essere con lui, restargli accanto mentre cercava di salvare Desmond, ma potevo anche capire il motivo per cui me lo aveva impedito.

Il mio primo istinto fu comunque quello di trovare una via d'uscita, per cercare di raggiungerlo.

In realtà, non era semplice confrontarmi con me stessa, con ciò che desiderava e ciò che invece era giusto fare o non fare.

Smisi in fretta di pormi quel problema, comunque, perché un modo per uscire da lì non esisteva. E se esisteva, io non ero in grado di scoprirlo.

Percorsi la sala in lungo e in largo, aprii le porte che erano chiuse e mi resi conto che si trattava di normalissime stanze. C'era un letto enorme, una grande TV, un tavolo, un armadio.

Una casa normale.

Era così che lo Sconosciuto viveva, allora. Come una persona normale.

Tornai nell'area principale, dove ero stata con lui, e mi sedetti di fronte a uno dei tanti computer che avevo davanti agli occhi.

Era già acceso.

Cliccai sulla tastiera, un tasto a caso, e lo schermo si illuminò. C'erano tante icone che non conoscevo ed era tutto scritto in una lingua che non comprendevo.

Così, ci misi poco a riconoscere le rare parole che invece mi erano familiari. Una di queste era "casa".

Cliccai ancora, in modo incerto. Era un file che conteneva dei dati, ma non potevo esserne certa. Sapevo che non avrei dovuto farlo, ma lo aprii.

All'interno della cartella trovai una serie di video.

Avrei voluto chiudere tutto, allontanarmi da quei computer, e invece premetti "play".

Il monitor davanti ai miei occhi si spense all'improvviso, così come le luci della stanza, e nello stesso istante si materializzarono delle immagini grandissime di fronte a me, sulla parete.

Erano immagine caotiche però, confuse. Lentamente, una figura prendeva forma, mettendosi a fuoco, fino a che non riuscivo a vederla completamente.

Era una ragazza, ed era bellissima. Alle spalle aveva un panorama tetro, oscuro.

L'immagine della devastazione.
Quello doveva essere Seneca.

C'era del fuoco alle sue spalle, e sentivo grida, spasmi, terrore ovunque alle sue spalle.

Poi, lentamente e nella nostra lingua, incominciava a parlare, rivolta alla videocamera.

<<Il tempo sta per finire, fratello mio. Non ho mai avuto così tanta paura. È strano trovarsi di fronte al nulla, così, all'improvviso. Il mondo che mi ha cresciuta e che ti ha generato non è più quello che ho conosciuto. Non c'è più nulla per cui valga la pena rimanere, qui. Lo dico per convincermi che la fine non sarà così brutta, forse. Un po' come se stessi cercando di distrarmi.>>

La sua voce diventava più debole, e sul volto si materializzava un sorriso triste.

<<Per questo ho deciso di registrare il messaggio che adesso tu starai guardando. Avrai vent'anni, ormai. Non ho idea di come sia la vita sulla Terra, ma sono felice che papà e mamma abbiano deciso di farti partite assieme agli esploratori quando eri così piccolo. Separarsi da te è stato terrificante, ma è stata anche la tua salvezza.>>

L'audio si interrompeva per qualche istante, e all'improvviso sullo sfondo, dietro la ragazza, vedevo delle luci forti, intense, come qualcosa che stava esplodendo.
Lei si voltava a guardare, per un solo istante, poi tornava a volgere gli occhi verso la videocamera.

<<Non sarà mai facile accettare tutto questo. Non sarà facile sapendo che ci sarebbe potuta essere ancora tanta vita insieme per noi. Non so che cosa succederà adesso.. So che dal nostro governo stanno organizzando le ultime spedizioni verso la Terra, ma non posso essere sicura di nulla. Non so quante navi abbiano ancora a disposizione, e quanti possano essere imbarcati.>>

Si interruppe.

Smise di parlare e puntò gli occhi, identici a quelli dello Sconosciuto, bellissimi, proprio al centro dell'obiettivo.

<<Io spero davvero che riusciremo a salvarci, e tutto ciò che vorrei, con ciò che resta del mio cuore, è riuscire a ritrovarti, prima o poi, fratello. Lo spero davvero. Spero di poterti abbracciare ancora, perché mi manchi tantissimo, e mi chiedo tutti i giorni come sarai diventato. Spero che tu stia bene. Spero che..>>

Un'altra esplosione più forte, proveniente dalle sue spalle, la interruppe e fece saltare l'audio.

La ragazza si voltò l, si spostò, poi tornò a guardare la videocamera per un'ultima volta.

<<Devo andare, adesso. Volevo solo che tu potessi vedermi, ancora una volta. Anche se non hai mai risposto ai miei messaggi, io spero con tutto il cuore che ti siano arrivati, e che tu abbia avuto la possibilità di capire quanto amore c'è, qui, per te. Quanto ce n'è sempre stato, sempre.

A presto, fratello.>>

L'immagine perse i colori e lei, lentamente, scomparve.

Rimasi immobile a fissare quel monitor nero e solo in quel momento pensai, per la prima volta, a tutto il dolore che anche lo Sconosciuto si portava dentro da sempre, e di cui non mi aveva mai parlato.

Mi resi conto, come mai non mi era capitato prima, di quanto grande fosse il bene che viveva in lui.

Improvvisamente, capii che non sarei riuscita a rimanere chiusa lì dentro un attimo di più.

Capii che non sarei riuscita a rimanere lontana da lui un attimo di più.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora