Un nuovo giorno

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Quella sera l'aria che entrava dalla mia finestra aveva davvero il profumo dell'oceano.

Era sempre così, in realtà, perché la mia vecchia casa era situata molto vicino alla costa, ma c'erano volte in cui potevo sentire quella brezza più del solito.

Ci pensavo mentre, seduta davanti allo specchio della mia stanza, mi pettinavo i capelli.

Non riuscivo a rendermi ancora realmente conto che fosse trascorso già un mese dal mio ritorno in Carolina.

Pensai a come il tempo fosse volato via in fretta, sorprendendomi.

Avevo sentito mia madre tutti i giorni da quando ero partita, e sembrava che dopo il mio addio la vita a Saint Claire avesse ritrovato una parvenza di normalità, per tutti.
Le due persone che avevo visto dietro alla vetrata dell'aeroporto a quanto pare non avevano dato fastidio in nessun modo a mia madre o allo sceriffo, e lei sembrava non essersi neanche accorta della loro presenza.

Non c'erano più state sparizioni di ragazze e non era più morto nessuno.

Mia madre mia aveva detto che lo sceriffo O'Hara stava proseguendo con le indagini, e che era completamente assorto dal caso di Joey e Susan.
Avevo saputo che l'autopsia non era stata in grado di stabilire se ci fosse stato qualcosa di anomalo nel decesso delle ragazze, perché la causa della loro fine era stata un arresto cardiaco. Ma nessuna di loro aveva mai avuto problemi di cuore.
Lo sceriffo aveva promesso che avrebbe fatto di tutto pur di scoprire la verità, e venni a sapere, sempre da mia madre, che aveva scatenato qualcosa di simile all'inferno a Saint Claire. Soprattutto nella zona del lago.
Venni a sapere anche che Desmond era spesso presente durante le indagini, ed aveva stretto un forte legame proprio con O'Hara.
La città era ormai nel panico però, le ragazze non uscivano più di casa dopo le undici di sera e i loro genitori si stavano abituando a convivere con quell'opprimente e ineluttabile sensazione di angoscia.

Avevo sentito anche Desmond al telefono qualche volta.
Era stato bello parlare con lui, e mi mancava. Potevo sempre riconoscere una nota di malinconia nella sua voce, anche quando, in qualche modo, cercava di farmi sorridere.
Mi disse che suo nonno Jackson era in gran forma, e la cosa mi fece piacere. Per quanto lo trovassi strano, provavo una sorta di affetto anche nei suoi confronti.

Non seppi più nulla dello Sconosciuto.

Non che mi aspettassi di sentirlo in qualche modo. Però fu come se fosse scomparso del tutto dalla mia vita.
Chiesi più volte a Desmond e a mia madre se l'avessero più visto da qualche parte, ed entrambi mi dissero con certezza di no.

Cercavo di pensare a lui il minor tempo possibile, anche se non era facile. A Mainwood la vita era tranquilla, come se adesso mi trovassi su un pianeta lontano anni luce da Saint Claire.
Non mi era più capitato nulla di preoccupante o spaventoso.
La visione sull'uomo con l'impermeabile nero non si era avverata, e lentamente stavo cominciando a convincermi del fatto che forse non significasse nulla.
C'erano anche altre visioni che avevo avuto a Saint Claire e che poi erano rimaste tali, come quella della casa circondata da neve e pini da qualche parte oppure il campo di papaveri che attraversavo di corsa, oltre un fiume che non avevo mai scoperto dove si trovasse.

Forse, non tutte le visioni erano destinate ad avere un futuro.

Come mi ero proposta durante il volo di ritorno, avevo ripreso ad uscire con la mia unica amica, Scarlett, e fu bello ritrovare anche lei.
Ricominciai anche a dare una mano al ristorante di mio zio Pete durante la sera, non sempre ma spesso, e il fatto di lavorare mi serviva a tenere la testa lontana dalla nostalgia per Saint Claire che troppo spesso prendeva il sopravvento dentro di me.

E poi c'era mio padre Mitch.

Ritrovarmi era stato bellissimo per lui. Non c'era giorno che non si prendesse cura di me in tutti i modi in cui un padre può farlo.
Mi faceva sentire felice di essere vicino a lui, di condividere spazio e tempo in una maniera in cui prima del divorzio, per svariati motivi, non eravamo mai riusciti a fare.
Era un po' come se avessi appena scoperto di avere un nuovo amico, ed era incredibile.

Pensavo a tutto questo mentre finivo di pettinarmi e di mettermi un po' di trucco.
Ci pensavo mentre il rossetto faceva risaltare in modo delicato le mie labbra, senza eccesso.
Un po' di fondo tinta, un po' di mascara.
Poi un po' di profumo sulla mia pelle, sul mio collo.

Ci pensavo mentre sceglievo le scarpe che avrei indossato, e mentre controllavo che ore fossero.

Mi alzai in piedi, mi guardai allo specchio.

Il vestito a fiori che avevo scelto mi piaceva, ed io, in qualche modo, mi sentivo più grande, più adulta.

Fu il suono improvviso del citofono a distrarmi.

Mi diressi verso la porta e la aprii.

Alex, in piedi davanti all'ingresso di casa, mi stava aspettando.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora