La notte più bella

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Fu una notte bellissima.

Continuammo a ballare per tanto, tanto tempo ancora.

Quando ci fermammo si era fatto davvero tardi.

Cameron aveva conquistato il cuore di una donna sulla quarantina, che per qualche ragione si era ritrovata a bere da sola al banco del bar.
Si era appartato con lei ad un tavolo e si stavano baciando, incuranti del mondo intorno a loro.

Io e lo Sconosciuto ci guardammo e ci venne da sorridere nello stesso momento.

Poi tornai a guardare lui, negli occhi.
Ci eravamo seduti ad un altro tavolo, ma non avevo voglia di nulla se non di restargli vicino. Di sentire il suo corpo attaccato al mio. Di perdere il respiro nel suo, ancora, e ancora. Come se quel momento potesse non finire mai. Come se il mio mondo potesse restare per sempre così, identico a quella notte.

Lui intrecciò le dita nelle mie. Era incredibile la sintonia che eravamo riusciti a trovare. Era come se, senza averci davvero mai provato, avessimo creato delle fondamenta solide, profonde per il rapporto che c'era tra di noi. Qualcosa che andava al di là di tutto il resto; qualcosa per cui tutto il resto riusciva ad essere sempre secondario. Anche la paura, anche il terrore. Sentivo che il legame che stavamo imparando a condividere era forte, più di tutti i dubbi e le incertezze che io mi portavo dentro da sempre.

<<Rose, è tardi. Dovremmo..>>

Non lo lasciai terminare. Non lasciai che fosse lui a decidere, questa volta.

Mi avvicinai di più alle sue labbra e lo baciai, ancora. Più dolcemente, più lentamente, più intensamente.
Potevo sentire il suo fiato su di me. Potevo sentire anche i battiti del suo cuore. Come il mio, stava volando. Ed era qualcosa di incredibile. Una sintonia perfetta.
Così forte da farmi tremare.

<<Fermiamoci qui per stanotte. Domani mattina ripartiremo>> gli sussurrai all'orecchio, restandogli vicina. Baciandolo sul collo,  senza smettere.
Non avevo mai provato così tanta voglia di averlo vicino, addosso. Di sentirlo sulla mia pelle, sul mio corpo.
Era come un mondo nuovo che di colpo si era riversato dentro di me, diventando l'aria che respiravo, i rumori che sentivo, le luci calde delle lampade che ci circondavano.

<Se è ciò che vuoi, io resterò con te.>>
<<È ciò che voglio>> gli dissi, cercando di annientare quei pochi centimetri di distanza che erano rimasti tra di noi.
Provai un calore immenso in me. Una sensazione così difficile da descrivere.

Lui guardò Cameron, che stava ballando con la donna che aveva conosciuto.

<<Andiamo>> gli dissi, quando mi resi conto che anche quei baci incredibili non bastavano più.

<<Forse dovremmo aspettare che Cameron....>>

<<Andiamo>> lo interruppi, stringendogli la mano e alzandomi dal tavolo.

Lui mi seguì. Dicemmo a Cameron che ci saremmo fermati a dormire lì quella notte, e fu immediatamente d'accordo. Inarcò le sopracciglia sorridendo alla sua compagna, quindi ci salutò con un cenno della mano.

<<A domani>> gridò, con un tono di voce che sembrava piuttosto alterato da qualche birra di troppo.

<<A domani>> gli risposi, sorridendo.

Ci avviammo verso una sala adiacente al locale, che era la reception dell'hotel le cui stanze si trovavano al piano di sopra.

<<Una camera per due>> dissi, senza riuscire a lasciare la mano dello Sconosciuto neanche per un istante.
L'uomo dietro al banco ci sorrise e ci porse le chiavi, quindi ci indicò l'ascensore.

Continuammo a baciarci mentre lo aspettavamo; continuammo a baciarci mentre salivamo all'ultimo piano.

Le porte si aprirono. La stanza davanti a noi era troppi numeri indietro rispetto alla nostra e così, come due bambini, ci mettemmo a correre lungo il corridoio, arrivando fino all'ultima porta, che io finii per colpire con la mia schiena.

Appoggiai la testa all'indietro, chiusi gli occhi ancora una volta. Lui mi baciò nuovamente. Ogni bacio che veniva sembrava più intenso, più profondo e più dolce del precedente. E ad ogni suo tocco io mi emozionavo un po' di più, sempre di più. Non mi ero mai sentita in quel modo, prima.
Toccai il suo petto, appoggiai la mano contro il suo torace, sentii i suoi muscoli tesi che si adattavano a me.

Sfiorai con una mano la maniglia e lui aprì la porta della stanza.

Non guardammo nulla intorno a noi, raggiungemmo immediatamente il letto.
Ci sdraiammo senza smettere neanche per un singolo istante di baciarci.

Sentii il mio cuore accelerare i battiti, in un modo che non avevo mai provato prima.

Mi misi sopra di lui, gli accarezzai i capelli, gli baciai la fronte, il naso, le labbra.
Lui mi fece girare; si mise sopra di me, mi baciò ovunque.
Sentii le sue mani calde scivolare sulla mia maglietta. Prima sopra e poi sotto, mentre le sue labbra continuavano a girare impazzite sul mio corpo, annientando qualunque mio pensiero.

Ero solo più istinto, desiderio, voglia nuova.

Lasciai che mi togliesse la maglietta ed io tolsi la sua.
I suoi addominali scolpiti, i muscoli delle sue braccia. Tutto in lui era più di quanto avrei mai potuto desiderare, ma non mi importava. Mi sentivo così perché era proprio lui.
Era il suo respiro sul mio collo ad annullare in me ogni forma di ragione.

Mi slacciò il reggiseno, ed io gli sbottonai i jeans.
Lui sbottonò i miei, poi lentamente me li sfilò via.

Era la prima volta che mi succedeva. Tremavo e non sapevo che cosa provare.
Tutto ciò che sapevo era che lo volevo più di ogni altra cosa.

La sua mano che scivolava lenta sul mio corpo, ovunque, mi fece esplorare un mondo nuovo e bellissimo, che per quanto potessi essermi impegnata ad immaginare, non avrei mai potuto credere davvero così.

Lo sentii baciarmi ancora, incessantemente, dappertutto.
Le mie labbra, il mio collo, le mie mani. Il mio seno, la mia pancia.

Gli spettinai i capelli mentre la sua bocca scendeva giù su di me, più giù, toccando ancora ogni singola parte del mio corpo, soffermandosi dove il mio desiderio pulsava di più, come se sapesse esattamente ciò che volevo e quando, come.
Sospirai, cercando di trattenere tutto il mondo che dentro di me stava prendendo fuoco.

Lui finì di spogliare me ed io finii di spogliare lui, e poi continuò con i suoi baci, lenti e profondi, e con le sue carezze, ovunque.

L'attimo dopo, eravamo diventati un corpo solo, un respiro solo, un cuore immenso.

Un amore infinito.

Persi ogni cognizione del tempo mentre lui era scivolato dolcemente in me e poi mi lasciai andare del tutto, in un piacere che non avevo mai neanche immaginato potesse esistere, così forte e così intenso.

Così infinito.

Alla fine, quando resistere non era più possibile, gli morsi una spalla, mentre tutto, in me, esplodeva.

Le luci, i colori, la notte.

La pioggia che continuava a scendere, cullandoci con il suo rumore.

Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi, respirai il suo respiro, annullai tutto il resto del mondo.

Poi, quando ci rendemmo conto che quell'abbraccio non ci bastava più, ricominciammo da capo, lasciando che quella notte diventasse la notte più bella che avessi mai vissuto.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora