Il terrore nero

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Mi risvegliai e lui era accanto a me.
Mi stringeva tra le sue braccia e nessun posto al mondo, in quel momento, mi sarebbe mai potuto sembrare più sicuro.

Mi baciò non appena i miei occhi si aprirono. Io ricambiai, dolcemente.

Tutto, ogni singolo particolare, ogni singolo secondo mi sembrava un sogno bellissimo, che avrei voluto potesse durare per sempre. Bloccare quell'istante all'infinito. Incastrare i suoi occhi così profondi da qualche parte in me e stringerli, non lasciarli scivolare via mai più.

Mi misi a sedere sul letto. Mi guardi allo specchio, per una frazione di secondo, restando immobile.
All'improvviso, il mio corpo mi piaceva. Tutte le incertezze che fino a qualche giorno prima sembravano non riuscire ad abbandonarmi, adesso erano scomparse in silenzio, senza far rumore.

Sorrisi, cercai la sua mano. La strinsi, la baciai.
Lui mi accarezzò il viso con dolcezza, mi baciò sulle labbra e poi sulla fronte, quindi si avvicinò al mio orecchio.

<<È stata la notte più bella della mia vita, Rose. Non pensavo che sarei riuscito a provare così tante emozioni.. Così tanto amore. Per qualcuno. Tu..>>

Mi avvicinai ancora di più a lui, lo interruppi, tornando a baciarlo.

<<Shh. Non dire nulla. Questo momento.. Tutto... È già tutto perfetto così. Lo è davvero.>>

Sorrise, e sembrò più tranquillo. Ci alzammo dal letto e ci facemmo una doccia, poi lasciammo la stanza.
Riprendemmo l'ascensore che la notte precedente ci aveva portati all'ultimo piano, e per un istante rividi i baci che ci eravamo scambiati, ritrovai tutta quella passione, tutto quell'amore.

Le porte si aprirono ed io mi guardai ancora allo specchio, per un attimo.
Rimasi qualche secondo così, immobile, a fissare la mia immagine.

Andava tutto bene. Ero sempre io, ma in fondo mi sentivo un po' diversa. Come se una parte bellissima della vita si fosse appena affacciata al davanzale della mia finestra, in un'incredibile giornata di sole.

<<Rose>> mi chiamò lo Sconosciuto, dalla hall.
<<Arrivo>> dissi, sorridendo. Cercando di abituarmi a quella strana, nuova ed imprevista felicità che era entrata improvvisamente a far parte del mio mondo.
Non sapevo quanto quel momento di spensieratezza sarebbe durato; ad essere sincera, non sapevo nemmeno se sarebbe durato. Ma in fondo non mi importava. Sapevo come avrei cercato di vivere il futuro; sapevo che avrei provato a farlo con una forza nuova dentro di me. Ed era già tanto. Più di quanto avessi mai potuto sperare di riuscire ad immaginare.

Raggiunsi lo Sconosciuto alla reception, e con un certo stupore mi resi conto che Cameron era già seduto sul divano ad aspettarci, con in mano un quotidiano.

<<Bentornati, piccioncini>> ci disse, con un ghigno beffardo sulle labbra.

<<Buongiorno, Cameron. Hai dormito bene?>> gli chiese lo Sconosciuto, mentre ci apprestavano a lasciare il locale in direzione della Ford.

<<Uh..>> rispose lui, grattandosi il mento <<diciamo solo che è stata una lunga notte.>>

Scoppiamo a ridere tutti e tre, e salimmo sull'auto che in poche altre ore ci avrebbe riportati a Saint Claire.

Mi sedetti davanti, lo Sconosciuto tornò al volante e Cameron andò dietro. Non appena partimmo, appoggiai la testa contro il finestrino, e chiusi gli occhi.
Ripensai alla notte appena trascorsa; a quanto quei momenti fossero stati intensi, forti, dolci. Ritrovai tutte quelle sensazioni nuove che avevo scoperto, e al pensiero rabbrividii.
La pioggia continuava a cadere, e il suo rumore mi rilassava.
In pochi secondi, mi addormentai.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora