Anche tu mi manchi, Des

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Le parole di Desmond entrarono dentro di me e caddero tra i miei pensieri come un macigno.

Era scomparsa un'altra ragazza a Saint Claire.

Cosa significava?

<<Des>> dissi, con la voce che mi tremava.

Ma dall'altra parte del telefono c'era solo più silenzio. La comunicazione era saltata.
Eravamo ancora nella galleria.

Guardai lo Sconosciuto. Mi fissava con aria interrogativa.

<<Era.. Era Desmond>> gli dissi, ritrovando i suoi occhi.

<<Che cosa ti ha detto?>>

Rimasi un istante in silenzio, come per tentare di riordinare le idee.

<<Ha detto che è scomparsa un'altra ragazza a Saint Claire.>>

Lui mi guardò e si avvicinò un po' di più a me. Cercai di decifrare la sua espressione ma come al solito non vi riuscii.

Stavo per dire qualcosa quando il mio telefono squillò nuovamente.

<<Des>> dissi, mentre cercavo di gestire l'agitazione che aveva incominciato a crescere dentro di me. Era come se all'improvviso fossi ritornata a Saint Claire.

<<Che cosa è successo, Des? Chi è la ragazza scomparsa?>>

<<Si chiama Elizabeth. La conosco a malapena. Una brava ragazza.>>

Sentivo la sua voce lontana, disturbata.

<<E..?>> gli chiesi, ma già sapevo ciò che mi avrebbe detto.

<<E anche lei ha dei tratti in comune con te, Rose. I capelli scuri, il colore degli occhi. E l'età. Diciotto anni. Come te, vero?>>

<<Come me>> risposi in un sussurro.

Ci ritrovammo fuori dalla galleria. Guardai le luci di una città in lontananza. Una città che non conoscevo, un posto che per me era uguale a tutti gli altri. Guardavo quelle luci come per cercare di distrarmi dalle parole di Desmond. Da tutto il malessere che ciò che mi aveva appena rivelato sapevo mi avrebbe procurato per le prossime ore.

<<Dove sei adesso, Rose?>>
<<In treno.>>
<<Dove stai andando?>>

Esitai. Guardai lo Sconosciuto, quindi guardai ancora fuori dal finestrino.
La notte che correva veloce davanti ai miei occhi.

<<In un posto. Ci sono certe cose che devo sistemare. Perché me lo chiedi?>>

Desmond rimase qualche istante in silenzio, poi riprese a parlare.

<<Perché ci sono delle cose che credo di aver scoperto, Rose. E vorrei che tu fossi qui, adesso. Per potertene parlare. Penso che in qualche modo possano riguardare anche te.>>

<<Spiegati meglio, Des. Non capisco. Per via delle ragazze scomparse che mi somigliano?>>
<<Sì, ma c'è dell'altro. Sto indagando al lago, e ci sono troppi punti di domanda. Troppe teorie senza una soluzione. Sei al sicuro, adesso, in Carolina?>>

Esitai. Non conoscevo la risposta a quella domanda. O forse la conoscevo e non era ciò che volevo. Sapevo che se mi sentivo al sicuro era soltanto per lo Sconosciuto che adesso mi era vicino. Ma quel pericolo senza nome che mi aveva perseguitata a Saint Claire adesso sembrava essere così presente anche qui. Anche a Mainwood.

<<Non lo so, Des.>>

Ci fu una lunga pausa, poi riprese.

<<Sei con lui?>>

Sapevo che parlava dello Sconosciuto. Non conoscevamo nessun altro che non avesse un nome.

<<Sì>> dissi, mordendomi le labbra.

Desmond rimase ancora per un po' in silenzio ed io mi chiesi per quale ragione mi avesse posto quella domanda.

<<Passamelo, Rose.>>

Sentii il sangue gelarsi nelle mie vene.

<<Perché?>>

<<Ho bisogno di parlargli. Adesso.>>

Guardai lo Sconosciuto. Sembrava aver sentito le parole di Desmond, perché ricambiò il mio sguardo e poi annuì.

Gli passai il telefono.

<<Pronto>> disse lui, senza scomporsi. Senza esprimere nessun sentimento, senza muoversi.
Avrei dovuto esserci abituata ormai, eppure il suo distacco mi stupiva tutte le volte così tanto.

Cercai di ascoltare le parole di Des all'altro lato del cellulare, ma ovviamente non vi riuscii.

Lo Sconosciuto sembrava ascoltare senza dire nulla. Ogni tanto annuiva, ma continuava a non parlare. Era come se stesse solo ascoltando ciò che Desmond aveva da dire.

Lo guardai con aria interrogativa, ma lui non lasciò trapelare alcunché.

<<Va bene>> disse alla fine, dopo alcuni minuti, quindi mi porse nuovamente il telefono.

Lo presi, confusa.

<<Ci sei ancora, Des?>>
<<Sì. Volevo soltanto salutarti. E dirti di non preoccuparti per me. Me la so cavare, starò bene.>>

Esitai, appoggiai la testa contro il vetro.

<<Ti ho detto di stare attento perché ti ho sognato. E lo sai che i miei sogni ultimamente si avverano.>>

Desmond sembrò sorridere, per nulla preoccupato dalle mie parole.

<<Stai tranquilla, Rose. Mi guarderò le spalle. Ma ricorda ciò che ti ho detto. Ciò che sta continuando ad accadere qui deve avere qualche connessione con te. E so che non sei al sicuro, ovunque tu ti trovi. Non sei al sicuro neanche con lui vicino. Mi capisci?>>

Lo capivo, ma cosa avrei potuto fare? Sapevo che aveva ragione. E avrei voluto tornare a Saint Claire per scoprire che cosa avesse da dirmi, su che cosa stesse indagando. Che cosa avesse trovato giù al lago.
Ma c'era qualcosa che dovevo sistemare, prima.

Il mio passato.

Qualcosa che nessuno mi avrebbe mai più restituito. Se fossi riuscita a far quadrare qualche pezzo, forse avrei anche trovato il coraggio di guardare avanti. Di tornare a Saint Claire, magari.

<<Ti capisco, Des. E ti prometto che farò il possibile per aiutarti. Solo...>> Mi fermai, sentii la mano calda dello Sconosciuto che si posava sulla mia, stringendola. <<Ho bisogno di un po' di tempo. Prima o poi ti racconterò tutto. Nel frattempo, tu pensa a rimanere vivo.>>

Lo sentii sospirare, poi la sua voce calda e roca mi salutò.

<<Va bene, Rose. Cercherò di sopravvivere.>>
Fece una pausa, ma poi aggiunse qualcosa.
<<Forse... Forse ti ho chiamata anche perché avevo voglia di risentire la tua voce. Devo ammettere che tu e la tua follia mi mancate.>>

Sorrisi, poi risi.
Lasciai che tutta la tensione che avevo accumulato mi scivolasse addosso, giù dal corpo e poi lontanissimo da me.
Riuscire a farmi ridere in quel modo era tipico di Desmond, ormai lo sapevo bene.

<<Stai attento>> dissi infine, pronta a salutarlo <<e, Des?>>

<<Sì?>> chiese lui.

<<Anche tu mi manchi, Des.>>

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora