Sacrificare tutto

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<<Parlami di Desmond>> dissi allo Sconosciuto, cercando di controllarmi, perché dentro di me avrei voluto esplodere.

Quelle visioni su Des mi stavano massacrando. Era una sofferenza continua, costante. Sapere che era in pericolo e non poter fare nulla per aiutarlo. Non mi ero mai sentita così inerme.

<<Lui... Lui è cambiato molto, da quando hai lasciato Saint Claire. Non è lo stesso ragazzo che hai conosciuto quando ti sei trasferita qui. Io stesso l'avevo appena conosciuto. Poi..>>

Si interruppe, sembrò fissare un punto indistinto di fronte a sé.

<<Cosa è successo?>> chiesi, sorpresa da quelle parole.

<<La morte di Joey l'ha lasciato vuoto dentro, Rose. Non l'ha superata. E il suo dolore, invece che affievolirsi, è aumentato di giorno in giorno. Si è trasformato in rabbia. In fuoco. Voglia di vendetta. Ha incominciato ad allenarsi duramente, senza sosta. Ha costruito una specie di capanna in riva al lago e si è trasferito laggiù. Ho cercato più volte di fermarlo, di portarlo a ragionare, ma non c'è stato nulla da fare. E i miei poteri, come il controllo della mente, non hanno effetto su di lui. Credo che sia dovuto al sangue navajo che gli scorre nelle vene. Non posso fare nulla per salvarlo, Rose. >>

Lo guardai, poi abbassai il viso. Provai una fitta allo stomaco.
Desmond aveva scelto di aiutarmi senza volere nulla in cambio, e l'aveva fatto davvero. Aveva salvato Cecile. Mi sentivo legata a lui, nonostante avessimo trascorso insieme poco tempo. Pensare che forse non l'avrei mai più rivisto mi faceva stare male. Ed era un male subdolo, viscerale.

<<Che cosa sta cercando di fare?>>

Lo Sconosciuto scosse la testa.

<<Non lo so, Rose. Fa delle immersioni, spesso. Resta in acqua anche per ore. Non gli è mai capitato nulla fino ad ora, e non ha trovato nulla. Ma adesso non si vede da due giorni, stando a quanto dice Jackson.>>

<<Desmond conosce la verità? Gli hai detto ciò che hai detto a me? Gli hai parlato di Seneca ed Elios Terzo?>>

Esitò, poi mi rispose.

<<Durante i giorni della tua assenza io e lui abbiamo legato molto. Ho riconosciuto il dolore nelle sue parole. Un dolore che anche io conoscevo bene, perché è ciò che ho provato quando su Seneca ho perso tutto, tutti. Quindi gli ho raccontato la verità. Tu e lui siete le uniche due persone al corrente di ciò che sta davvero succedendo là fuori. Ho deciso di aprirmi con lui anche per cercare di tenerlo lontano dal lago. Ho pensato che una volta di fronte a questi fatti, avrebbe compreso la realtà. Credevo che si sarebbe fermato, perché si sarebbe ritrovato di fronte a tutti i suoi limiti umani.>>

Scosse la testa, si interruppe un istante e poi riprese a parlare.

<<Invece ho ottenuto l'effetto contrario. La verità non ha spaventato Desmond, anzi. Ha contribuito ad alimentare la sua rabbia, e l'ha trasformato in una persona diversa. Era già coraggioso di natura, ma il Desmond di oggi è come un tornado. Trascina sotto di sé tutto ciò che gli sbarra la strada, e non conosce limiti. Distrugge ciò che cerca di frenarlo e ha costruito un muro enorme ed invalicabile tra sé e gli altri. Soltanto quando parla di te... >>

Lo guardai, poi abbassai nuovamente gli occhi.

<<Soltanto quando parla di te sembra sciogliersi, Rose. Tiene davvero a te. Forse perché il tuo dolore è anche il suo, indirettamente.>>

Scossi la testa. Sapevo che Desmond era un ragazzo istintivo, ma non avrei mai immaginato che potesse essere cambiato così tanto durante la mia assenza da Saint Claire.

<<L'ho visto di nuovo. L'ho visto adesso, e ho sentito una fitta intensa dentro. Come una coltellata. Lui è in pericolo>> dissi, con la voce che mi tremava <<e se c'è qualcosa di cui sono sicura, è che non voglio perdere più nessuno. Mai più. Tutto questo deve finire.>>

Lo Sconosciuto mi guardò, quindi annuì.

<<Se c'è qualcosa che possiamo fare per Desmond, lo faremo. Lo farò, Rose. E c'è un solo posto in cui andare.>>

Si alzò, fece svanire con un gesto della mano la proiezione dei pianeti sopra di noi e le luci nella sala si riaccesero.

Quindi si voltò e si incamminò verso la porta che riportava al tunnel da cui eravamo arrivati.

Lo seguii, ma lui si voltò verso di me e mi si fermò davanti.

<<Che cosa...?>> gli chiesi, guardandolo negli occhi.

Riconobbi un'espressione decisa nei suoi, e mista a malinconia.

<<Andrò da solo. Non posso permettere che tu sia in pericolo. E qui dentro sarai al sicuro.>>

<<Non se ne parla. Io vengo con te. Sto..>>

<<No, Rose. Non verrai. Ma ti prometto che farò tutto il possibile per salvare Desmond.>>

Sentii il cuore esplodermi dentro. E l'espressione dei suoi occhi, anche se non era ciò che lui voleva, tradiva qualcosa di così triste, di così sofferente. Era l'espressione che avevo visto negli occhi di Mitch quando ci eravamo resi conto che alla fine ci saremmo davvero dovuti separare.

<<Non posso, non posso! Non posso lasciarti andare, lo capisci? Io non.. Non ci riesco!>>

Urlai, come non avevo mai fatto prima. E provai ad essere forte; sapevo che avrei dovuto farlo, resistere, lottare, non piangere più. Ma le lacrime avevano incominciato a rigarmi il volto, perché sapevo che lo Sconosciuto sarebbe andato giù, nel lago, al posto mio.

<<Rose, devi rimanere calma.>>
<<Non posso lasciarti andare da solo, non posso. Non riesco a sopportarlo.. Io.. Non.. Non riesco a..>>

<<È ciò che loro vogliono, Rose, lo capisci? Anche la visione che hai avuto adesso su Desmond. Anche il fatto che proprio ora che tu sei tornata a Saint Claire lui sia scomparso.. È tutto parte del loro piano. Tutto. Se adesso tu vieni con me, non tornerai mai più indietro. Ed io non lascerò che accada.>>

Gli strinsi la mano, e consumai il fiato. Piansi in silenzio, perché la voce non voleva più uscire. Ogni suo movimento sembrava al rallentatore. Le fossette sul suo viso, i suoi occhi incredibili, le sue mani nelle mie.

E l'espressione di chi era pronto a sacrificare tutto, per me, compresa la vita.

Si allontanò lentamente, lasciandomi sola in mezzo a quella sala.

Ogni passo che lo avvicinava alla porta era un respiro che perdevo.

La raggiunse, la aprì. La superò e poi, non appena fu fuori, si voltò verso di me.

I nostri occhi rimasero immobili a guardarsi per un istante e poi lui scomparve nel buio. 

Ancora una volta riconobbi quella malinconia forte, intensa nel suo sguardo.

Come se, davvero, mi stesse dicendo addio.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora