Tu sei come me

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Lo Sconosciuto si era allontanato dal locale in silenzio, senza voltarsi indietro. Desmond era fermo di fronte a Jackson e lo guardava con aria sconvolta.

Io mi diressi verso Joey e Susan e provai a guardarle più da vicino. I loro volti, bianchi come il latte, rendevano ancora più evidente tutto quel sangue che era uscito dalle loro labbra.

Sentii lo stomaco rivoltarsi. Feci alcuni passi indietro e sentii che le mie gambe, all'improvviso, erano tornate a tremare.

Avrei voluto capire che cosa Jackson stesse dicendo a Desmond, ma nel preciso istante in cui stavo cercando di avvicinarmi a loro, vidi lo sceriffo O'Hara oltrepassare la grande porta di legno e dirigersi verso di noi.

Accanto a lui c'era mia madre, sconvolta.

Evidentemente aveva già visto i due cadaveri distesi a terra e riversi in quella grande pozza di sangue.

Corse verso di me e mi abbracciò, con le lacrime agli occhi.

<<Dio, Rose. Rose...>>

Non aggiunse altro, sentii soltanto le sue braccia stringermi forte.

Lo sceriffo, accompagnato da tre agenti, stava esaminando la scena, mentre il cielo sopra di noi era diventato all'improvviso più scuro e una pioggia violenta aveva iniziato a scendere.

Un po' alla volta, quella piccola piazza che solo poche ore prima mi era sembrata così bella, si era riempita di poliziotti, analisti, uomini della Scientifica e qualche giornalista.
Poi erano arrivate le famiglie di Joey e Susan. Quelle che avrebbero pianto per tutta la vita. A maggior ragione dopo che soltanto poche ore prima avevano ritrovato le proprie ragazze.
Nessuno le avrebbe mai potute preparare a una scena come quella.

A una fine come quella.

Trascorremmo le ore che ci dividevano dall'alba in centrale, rispondendo a domande che in realtà non avevano una risposta.

C'eravamo tutti: io, mia madre, Desmond e Jackson.

Tutti tranne lui, naturalmente.

<<Quindi vorresti dirmi che qualcuno è comparso all'improvviso di fronte a voi mentre stavate lasciando il locale, si è lanciato contro le due ragazze e in quel preciso momento loro sono morte?>>

La voce di O'Hara era sconvolta, bassa, stanca.

<<È quello che sto ripentendo da ore. E tutti qui lo possono confermare>> rispose Desmond, con gli occhi che ancora traboccavano rabbia e odio.

<<Descrivetemelo, ditemi che aspetto aveva.>>
<<Alto, capelli abbastanza lunghi, mossi, occhi blu, che sembravano di ghiaccio. Senza dubbio di bell'aspetto. Non l'avevo mai visto prima d'ora qui a Saint Claire>> rispose ancora Desmond, senza pensarci.

Lo sceriffo annuì, poi indicò me e Jackson, come a chiederci conferma di quelle parole.

Annuimmo entrambi, quindi si alzò e si strofinò gli occhi con un gesto pesante, lento.

<<Sareste in grado di disegnarlo? Vorrei incominciare a tracciare un identikit.>>

Desmond annuì, quindi O'Hara gli porse un foglio ed una matita e lui incominciò a disegnare.
Dopo qualche minuto, quando ebbe terminato, gli consegnò il disegno ed io lo guardai, sconvolta.

Era identico.

Lo sceriffo scosse la testa, pensieroso.
<<Non mi sembra di avere mai visto nessuno che assomigli a questo ragazzo qui a Saint Claire prima d'ora. Ne farò fare una copia a computer e comincerò a distribuirla ovunque. Voi potete andare, per ora. Vi farò accompagnare a casa da un agente.>>

Eravamo stati interrogati prima separatamente e poi tutti insieme, e le nostre versioni coincidevano alla perfezione.

Salimmo nella stessa auto e l'agente Keller, un ragazzo sulla ventina, ci accompagnò a casa.
Prima Desmond e Jackson, quindi me e mia madre.

Nessuno di noi parlò durante il tragitto in automobile, ed io trascorsi il tempo pensando soprattutto all'ultima frase che Jackson aveva detto a Desmond quando, alla locanda, l'aveva fermato impedendogli di raggiungere lo Sconosciuto. Volevo sapere di che cosa gli volesse parlare, lo desideravo con tutta me stessa. Ma non c'era modo di scoprirlo. A maggior ragione mentre tutti eravamo seduti in quella vettura della Polizia.

Arrivammo davanti alla locanda e loro due scesero. Li salutai e l'auto ripartì imboccando la strada che ci avrebbe riportate a casa.

Durante quel breve tragitto mia madre e l'agente che era al volante parlarono di qualcosa, ma io non li ascoltai.

Appoggiai la testa contro il finestrino freddo e chiusi gli occhi.
Ero stanca, confusa, sconvolta e piena di dubbi. Per quanto mi fossi promessa di cercare di essere forte, avevo paura. Ciò che avevo visto mi aveva segnata, ed ero certa che delle cicatrici, in profondità dentro di me, dopo quella notte sarebbero rimaste per sempre.

Guardai la strada che mi scorreva accanto, e la pioggia che continuava a cadere, incessante.

Pensai ancora allo Sconosciuto.
A come era comparso e a ciò che era successo, e non trovai nessuna spiegazione logica, umana.
Mi resi conto che, nonostante tutta la forza che in quei giorni avevo sentito crescere improvvisa dentro di me, forse la soluzione giusta, l'unica possibile per salvarmi da quell'inferno, era davvero andarmene da lì.

Lasciare Saint Claire, lasciare lo Sconosciuto, lasciare Desmond e suo nonno.

Più ci avvicinavamo a casa più mi sembrava di esserne sempre più sicura.

Certo, da un lato mi sarebbe dispiaciuto. Ma dall'altro?

Non sapevo che cosa mi avrebbe riservato il futuro se fossi rimasta in quel posto. Non sapevo nemmeno se avrei avuto un futuro.

Continuai a guardare fuori dal finestrino e riconobbi la strada che conduceva al viale d'accesso della nostra nuova casa.

L'auto si fermò, un tuono fortissimo esplose nel cielo ed in quel preciso istante, nella mia mente, vidi qualcosa.

I colori erano offuscati, confusi, quasi come se fossero ombre tratteggiate a mano in modo incerto da un bambino, ma poi ad un tratto le figure si materializzarono meglio nella mia testa.

Vidi Desmond e Jackson seduti l'uno davanti all'altro nella sala interna della locanda, dove ero stata il primo giorno.

Poi, di colpo, riuscii a sentire le loro voci, mentre il cuore impazziva nel mio petto e le mie mani diventavano di ghiaccio.

Tu sei come me, Desmond. Abbiamo qualcosa di diverso dagli altri, noi due.
Qualcosa che, ancora non lo sai, cambierà la tua vita per sempre.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora