La verità - Seneca ed Elios Terzo

Börja om från början
                                    

<<Perché il loro era già morto, ormai. Il nostro era vicino alla fine, è vero, ma avevamo un po' più tempo di loro.>>

<<Quindi tu.. Vieni da.. Da là.>> indicai con un dito il pianeta più vicino alla Terra, che intanto era comparsa nel blu della stanza, sopra di noi.

<<Sì. Seneca. Così si chiamava il mio pianeta.>>

<<Seneca?>> chiesi, stupita.

<<Ti stupisci per il nome e non per tutto il resto?>> mi domandò lui, sussurrando le parole al mio orecchio, con dolcezza.

<<Io.. No, cioè. Non so cosa pensare perché è tutto così... Incredibile. E il pianeta degli invasori come si chiama?>>

<<Elios Terzo.>>

Chiusi gli occhi. Rimasi immobile ad ascoltare il mio respiro, che cercava di ritrovare ritmi regolari.

Lo Sconosciuto veniva da un altro mondo, quindi. Ovviamente avrei potuto sospettarlo, ma adesso che ne avevo la certezza, tutto mi sembrava così incredibile, così incontrollabile.

<<Gli abitanti di Seneca quindi sono stati uccisi tutti dagli abitanti di Elios Terzo?>> gli chiesi.

<<Quasi tutti.>>

<<E poi?>>

<<E poi gli abitanti di Elios hanno occupato il mio pianeta, ma per poco tempo, perché il calore del sole, alla fine, ha ucciso anche loro, nello stesso modo in cui li aveva uccisi quando vivevano sulla loro terra.>>

<<E poi che cosa è successo?>>

Lo Sconosciuto scosse la testa.
<<Guarda>> mi disse, indicando l'alto.

Lo feci.
Non successe nulla, ma dopo un po' le vidi.
Delle linee lunghissime che collegavano il pianeta dello Sconosciuto, Seneca, al nostro.
Alla Terra.

<<Migrazione>> disse, tornando a cercare i miei occhi.

<<Gli assassini, gli esseri che hanno sterminato la mia gente, sono morti quasi tutti su Seneca. Ma qualcuno di loro è rimasto. E come ti dicevo, sono una civiltà simile alla vostra, ma incredibilmente più evoluta. Hanno scoperto che il pianeta più facile da raggiungere, e che desse delle speranze di sopravvivenza ai superstiti, era proprio questo. La Terra. E così sono partite delle spedizioni di esplorazione, prima, e dei veri e propri insediamenti, poi.>>

<<Insediamenti?>>

<<Esatto, Rose. Sono già tra voi. Ed è da loro che tu stai scappando.>>

Sentii la pelle tremare. Il cervello annullarsi. Ma tutto, d'un tratto, mi sembrava più chiaro.

Guardai lo Sconosciuto. Così bello, così perfetto. Così forte.
E così diverso.
Nei suoi occhi, profondi come non mi erano mai sembrati prima di quel momento, trovai tutte le risposte che tanto a lungo mi avevano tormentata. Il motivo per cui lui non mi aveva mai parlato di sé, e per cui aveva tenuto quella verità lontana da me per così tanto tempo.

Aveva cercato di lasciarmi vivere nel mio mondo, come una qualsiasi ragazza, lontana da quella realtà che era terrore, angoscia, morte. E aveva avuto paura che, una volta conosciuta la sua vera natura, avrei potuto non provare più nulla per lui, per la sua diversità.

Adesso, per la prima volta, riuscivo davvero a comprenderlo.

Perché gli uomini sono così, Rose. Temono ciò che non conoscono e allontanano chi è diverso da loro.

Mitch me lo ripeteva sempre, e soltanto adesso riuscivo a cogliere il senso più profondo di quelle parole.
Quanto aveva ragione.

Ma c'era una cosa di cui ero sicura, e più lui stringeva la mia mano più me ne rendevo conto.

Io non ero mai stata quel tipo di persona, e non lo sarei diventata adesso.

Lo amavo, e sapevo che questo, dentro di me, non sarebbe mai cambiato.

Mai, nella vita.

Alla fine, nonostante la mia mente fosse il caos, gli chiesi ciò che più mi stava a cuore.

<<Perché tu mi stavi cercando? E perché loro stanno cercando proprio me?>>

Rose e lo SconosciutoDär berättelser lever. Upptäck nu