Ci proveremo insieme

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Sapevo che qualcosa non andava, e quindi cercai di non pensare a nulla. Era come se una parte di me sapesse chi ero e che cosa volevo, mentre l'altra venisse manovrata o gestita da qualcuno o qualcosa che non ero io.

Contro tutte le mie aspettative, lo Sconosciuto incominciò a camminare proprio in direzione del lago.
La parte di me che era cosciente provò una sensazione viscerale di terrore in quel momento, perché sapeva che per qualche ragione era proprio dal lago che avrei dovuto rimanere lontana.

E allora perché lui mi stava portando lì?

Continuavo a combattere con quella marea di pensieri ingestibili quando, all'improvviso, ci fermammo dietro ad un altro pino.

Il lago era a pochi metri da noi e fu a quel punto che che le vidi.
Una fila di ragazze immobili una accanto all'altra, a qualche passo dalla sponda.

Restavano ferme in silenzio, come se stessero aspettando qualcosa. Erano tante. Cinque, sei, forse sette. Ero talmente sconvolta che non riuscivo neanche a contarle. L'altra parte di me, quella che non aveva paura, avrebbe invece voluto raggiungerle. Raggiungere il lago.
Se riuscivo ancora a trattenere quel desiderio atroce era soltanto perché la mano dello Sconosciuto continuava a stringere con forza la mia.

Si voltò verso di me e mi guardò negli occhi, come se volesse dirmi qualcosa.
Ricambiai lo sguardo e lui mi sembrò lontano da me, lontanissimo.
Come se in realtà non stesse guardando me ma stesse cercando di decifrare qualcosa dentro di sé.

Come se avesse visto qualcosa e stesse disperatamente cercando una soluzione.

Tornai a guardare le ragazze davanti al lago e mi resi conto che alcune di loro, adesso, avevano incominciato a camminare verso la sponda.

<<Dobbiamo fermarle!>> esclamai, rivolgendomi allo Sconosciuto.
<<Io devo fermarle>> rispose, con tono deciso, <<ma per farlo ho bisogno che tu resti qui e che non ti avvicini per nessuna ragione alla riva.>>
Mi guardò ed io guardai lui.
<<Pensi di potercela fare, Rose?>>
Non risposi nulla così lui lasciò per un istante la mia mano. Il desiderio di raggiungere le altre ragazze si fece, in quella singola frazione di secondo, completante inarrestabile.
Stavo incominciando ad andare nella loro direzione quando lo Sconosciuto mi fermò, tornando a stringere la mia mano.
Scossi la testa, consapevole che nella condizione in cui mi trovavo non ce l'avrei mai fatta.

Se mi avesse lasciata sola anche per un singolo istante, sarei corsa immediatamente verso il lago.

<<D'accordo>> disse <<ci proveremo insieme.>>

Guardai le ragazze che si erano mosse e che ormai erano quasi dentro l'acqua, poi misi gli occhi nei suoi e annuii.
<<Bene>> risposi <<proviamoci.>>

Lui non disse altro e strinse ancora più forte la mia mano, quindi iniziammo a correre nella direzione delle ragazze.
Raggiungemmo in pochi secondi quelle che si stavano per immergere e ci mettemmo di fronte a loro. Quando il mio corpo entrò in contatto con l'acqua, la voglia di scivolare sotto la superficie si fece cento volte più intensa di quella che avevo provato poco prima. Strinsi con tutta la forza che era in me la mano dello Sconosciuto, come a voler restare legata a qualcosa di reale, di sicuro. Poi, con la mano libera, lui si scagliò contro le due ragazze che ormai erano con le caviglie nell'acqua e, con un unico colpo, le spinse indietro, lontano. Lo fece con una forza immensa, perché loro, oltre ad allontanarsi dall'acqua, caddero a terra.
In quello stesso istante, altre delle ragazze che si trovavano lì cercarono di raggiungere il lago.
Uscimmo dall'acqua insieme e andammo loro incontro.
Lo Sconosciuto, senza mai lasciarmi sola, si mise anche di fronte a loro.
<<Voi non volete essere qui>> disse <<non siete voi a volerlo. Dovete andarvene, e subito!>> gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo.

Ci furono alcuni istanti di silenzio e poi, all'improvviso, le ragazze sembrarono riprendersi da quello stato di incoscienza.
Ed io con loro.
Non volevo più entrare nell'acqua; ero tornata completamente padrona della mia mente.

Mi voltai per un istante verso il lago e non vidi assolutamente nulla. Sembrava così tranquillo. Così normale.
Poi rivolsi lo sguardo a tutte quelle ragazze, anche a quelle che lo Sconosciuto aveva tirato fuori dall'acqua. Si erano rialzate e stavano raggiungendo le altre.

Facemmo alcuni passi verso di loro quando, all'improvviso, vedemmo un'ombra uscire lentamente da dietro uno dei tanti alberi intorno a noi.

Lo Sconosciuto mi prese nuovamente per mano ed io tentai di guardare quella figura con più attenzione.

Impiegai ancora qualche istante a rendermi conto che gli occhi scuri che dal buio della notte ci stavano fissando erano quelli di Desmond.

Rose e lo SconosciutoWhere stories live. Discover now